Cospito trasferito nel carcere di Opera. Nordio: tutelata salute, ma il 41 bis non verrà revocato
L’anarchico è stato ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria milanese. Meloni: «Lo Stato non si deve fare intimidire»
I punti chiave
4' di lettura
Le azioni violente degli anarchici non intimidiscono né condizionano il governo sulla modifica del regime di 41 bis per Alfredo Cospito: è la linea emersa nel Consiglio dei ministri, in cui i ministri interessati (Esteri, Interno e Giustizia) hanno tenuto un’informativa sul caso. Nella riunione è stato spiegato il trasferimento dell’anarchico da Sassari sottolineando che «la tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità», ha sottolineato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Che, «per la parte di propria competenza», si legge nel comunicato della riunione di governo, «ritiene di non revocare il regime di cui all’articolo 41 bis».
Piantedosi: nelle violenze rete di supporto a Cospito
Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, nella sua informativa in Cdm sulle violenze anarchiche legate al caso Cospito, «sottolineato la rete di supporto nei confronti del detenuto, manifestatasi in plurimi episodi di atti vandalici o incendiari e in manifestazioni di piazza, anche violente, rassicurando che gli accresciuti rischi per la sicurezza hanno determinato un innlzamento dell’attenzione e delle misure necessarie per fronteggiarli».
Tajani: rafforzate le difese della rete diplomatica
Nella sua informativa in Cdm il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo gli attacchi ad ambasciate e diplomatici, «ha riferito del rafforzamento del sistema difensivo della rete diplomatica italiana all’estero, reso necessario dalle ostilità manifestate nei confronti di sedi di ambasciate e consolati, in varie località, da Atene a La Paz, da Barcellona a Madrid, fino a quelle più recenti di Berlino, oltre che nei confronti di beni appartenenti a personale diplomatico».
Cospito al Servizio assistenza intensiva del carcere di Opera
L’anarchico Cospito è stato portato nel servizio di assistenza intensiva, cioè nell’ex centro clinico del carcere milanese di Opera. «Cospito sarà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria meneghina di Opera in considerazione del suo stato di salute», ha spiegato il suo avvocato Flavio Rossi Albertini. Al Sai sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. Ieri il medico di fiducia di Cospito, Angelica Milia, aveva sostenuto che il detenuto era a «rischio fibrillazione», in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento. Il detenuto è in sciopero della fame dallo scorso ottobre e le sue condizioni di salute sono peggiorate negli ultimi tempi. Il carcere milanese dispone del regime del 41 bis e del Servizio di Assistenza intensiva.
Difensore Cospito: non accetterà somministrazioni cibo
L’avvocato Rossi Albertini ha ribadito che Cospito «non accetterà somministrazioni di cibo e continuerà sicuramente lo sciopero della fame». E ha aggiunto che l’unica novità di questo trasferimento è che nella struttura di Opera hanno specialisti in grado di intervenire tempestivamente in caso di emergenza».
La linea dura del governo
L’aspetto sanitario non incrina la linea della fermezza del Governo. «Lo Stato non si fa intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari», ha ribadito la premier Giorgia Meloni. La premier ha voluto sentire a Palazzo Chigi le informative dei ministri interessati: oltre a Nordio, Matteo Piantedosi e Antonio Tajani. Quest’ultimo ha riferito sull’innalzamento delle misure di tutela delle sedi diplomatiche dopo gli episodi di Atene, Berlino e Barcellona. Il titolare dell’Interno ha informato sulla minaccia anarchica che nell’ultimo mese si è espressa in decine e decine di attacchi. In Italia e all’estero. Attorno alla figura di Cospito si è coagulato il mondo legato alla Federazione anarchica informale con i suoi consolidati legami con militanti di Paesi come Germania Francia, Spagna, Grecia, Cile. Ma c’è anche la saldatura di anime diverse dell’antagonismo. È una minaccia «che non sottovalutiamo», ha detto Piantedosi. Si terrà mercoledì prossimo il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, dove sarà affrontato il tema delle recenti violenze anarchiche legate alla vicenda Cospito.
Istanza revoca 41 bis a rischio rigetto
L’istanza di rivedere la misura, avanzata dal legale di Cospito al Guardasigilli, sembra dunque destinata a non essere accolta. Scadono infatti il 12 febbraio i trenta giorni di tempo che il ministro della Giustizia ha per rispondere all’istanza avanzata dal difensore di Alfredo Cospito per chiedere la revoca del regime del carcere duro disposto nei suoi confronti per quattro anni. Trascorsi i termini, e in assenza di una risposta da parte di via Arenula, il ricorso viene considerato respinto. Sull’istanza finita all’attenzione del ministro Nordio, nei prossimi giorni, si esprimerà con un parere la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Mentre c’è da attendere il 7 marzo per l’esame della Cassazione sul ricorso presentato dallo stesso avvocato.
Pd: no ad indietreggiamenti, ma evitare morte
Dall’opposizione in tanti hanno chiesto una revisione della pena, contestando la linea dura del governo. «Alle forze dell’ordine e alla magistratura va la nostra solidarietà, ma nel caso di Cospito non si tratta di indietreggiare di fronte a violenze e intimidazioni, si tratta di salvaguardare la sua salute ed evitare che muoia in carcere. Per questo, come dice anche il garante nazionale dei detenuti, va trasferito in una struttura più idonea, ed è necessario che con urgenza le istituzioni preposte valutino se permangono le condizioni per la sua detenzione al 41 bis», ha detto la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia del Pd, Anna Rossomando. Il Garante dei detenuti, Mauro Palma, da parte sua, ha invitato a domandarsi se per l’anarchico «serva il 41 bis o se per esempio non possa bastare una censura rispetto ad eventuali scritti o forme di comunicazione».
Cinque auto in fiamme a Roma e scritta: “No 41 bis”
Intanto cinque auto, col logo Tim, sono state date alle fiamme nel piazzale della sede della Telecom di via Val di Lanzo, a Roma. Il rogo ha distrutto tre auto e ne ha danneggiato le altre due. Poco distante scritte contro il 41 bis. Una rivendicazione è apparsa sui siti anarchici: « Tim collabora attivamente al controllo sociale attraverso l’installazione della rete della fibra ottica, telecamere e braccialetti elettronici». «Che lo stato assassino e i padroni sappiano che questo è solo l’inizio e più che una minaccia è una promessa», conclude il testo, esprimendo solidarietà ad Alfredo Cospito.
loading...