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Covid, dalla Germania alla Grecia: ecco le regole dei paesi Ue per chi arriva dalla Cina

Entrambi i Paesi così come Italia e Spagna hanno reso obbligatorio un test antigenico rapido» per i viaggiatori dalla Cina. Una misura «fortemente incoraggiata» dalla Ue

di Andrea Gagliardi

Ue, tamponi Covid a chi arriva dalla Cina

3' di lettura

Cresce il numero di Paesi europei che ha deciso di imporre il test anti-Covid per i viaggiatori provenienti dalla Cina. Nonostante l’ondata di epidemia, ai cinesi è stato infatti consentito viaggiare all’estero dopo 3 anni. Una decisione questa che ha spinto diversi Paesi a prendere contromisure, malgrado l’ira di Pechino. Tra i primi a muoversi, di fronte alla recrudescenza dei casi Covid in Cina è stato il governo italiano. Lo scorso 28 dicembre il ministro della Salute Orazio Schillaci ha disposto infatti con un’ordinanza tamponi antigenici Covid 19 obbligatori, e relativo sequenziamento delvirus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia.

Ue: test prima di partenze da Cina «fortemente incoraggiati»

A inizio gennaio si è mossa l’Ue. ll 4 gennaio il meccanismo integrato europeo di risposta alle crisi (Ipcr) ha annunciato che gli Stati membri dell’Ue sono «fortemente incoraggiati» a introdurre il requisito di un test negativo fatto 48 ore prima della partenza, da ripetersi poi all’arrivo. La cautela dell’Occidente, sembra supportata dalla valutazione dell’organizzazione mondiale della sanità: le statistiche ufficiali cinesi, ha affermato l’Oms, non sono al passo con la ripresa dell’epidemia nel Paese. «Riteniamo che le cifre attualmente pubblicate dalla Cina sotto-rappresentino il reale impatto della malattia in termini di ricoveri ospedalieri, ricoveri in terapia intensiva e soprattutto in termini di decessi», ha affermato il responsabile dell’Oms per la gestione delle emergenze sanitarie Michael Ryan, responsabile dell’Oms.

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Spagna nega ingresso da Cina senza vaccino o test

Immediata l’adesione della Spagna che ha deciso di negare l’ingresso nel Paese fino al 15 febbraio a cittadini di Paesi terzi che arrivano con voli diretti da qualsiasi aeroporto della Cina se non forniscono prova di vaccinazione o di un tampone negativo, per motivi di salute pubblica

Le mosse di Germania e Grecia

Il 5 gennaio si è mossa la Germania. Il ministro tedesco della Salute Karl Lauterbach ha annunciato che i passeggeri in arrivo dalla Cina dovranno presentare «almeno un test antigenico rapido» per entrare in Germania. Inoltre, verranno effettuati “campioni casuali” per rilevare possibili varianti del virus, ha aggiunto, seguendo la raccomandazione dell’Unione europea. I viaggiatori in arrivo in Grecia dalla Cina dovranno esibire un tampone negativo effettuato non oltre 48 ore prima dalla partenza.

Anche il Giappone ha deciso ulteriori controlli alle frontiere per chi arriva dalla Cina e da sabato i viaggiatori in arrivo dal Paese devono presentare un tampone negativo prima di imbarcarsi verso il Paese e sottoporsi a un ulteriore test all’arrivo. E anche gli Stati Uniti si muovono: a partire dal 5 gennaio i viaggiatori provenienti dalla Cina non possono entrare nel territorio americano solo se provvisiti di test negativo.

Il no della Cina ai vaccini Mrna

Nel tentativo di offrire aiuto contro il picco di contagi in corso in Cina, l’Ue si è anche offerta di donare al Paese vaccini adattati alle varianti. Il ministero degli Esteri cinese ha però replicato di non aver bisogno dei vaccini europei rivendicando il rafforzamento dell’efficacia delle dosi nazionali. La Cina ha svolto la campagna di profilassi con i vaccini di produzione nazionale Sinovac e Sinopharm. Secondo una valutazione Oms la copertura vaccinale nel Paese però è insufficiente, con solo il 40% delle persone oltre gli 80 anni coperta dalle tre dosi necessarie, rispetto all’83% di popolazione Ue completamente vaccinata. Il timore principale dell’Ue circa un’impennata di contagi in Cina è che possa essere di incubazione per l’insorgenza di nuove varianti. Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc) ha comunque affermato di non prevedere per ora che l’ondata di casi Covid in Cina influirà sulla situazione epidemiologica del Covid-19 nell’Unione e che le varianti che circolano in Cina sono già in circolazione nell’Ue.

Cina: stop a quarantena per stranieri in entrata

Dal canto suo la Cina ha revocato i requisiti di quarantena per i viaggiatori in entrata, ponendo fine a quasi tre anni di isolamento autoimposto anche se il Paese sta combattendo ancora un'ondata di casi di Covid. Anche la Cina continentale ha aperto il suo confine a Hong Kong, smantellando gli ultimi pilastri di una politica zero-Covid che aveva protetto le persone dal virus ma le aveva anche tagliate fuori dal resto del mondo.


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