Cresce l’industria della chimica nel Lodigiano: è record di export
Dalla ricerca condotta da Assolombarda sulle migliori 200 imprese per fatturato Zucchetti si conferma regina dei fatturati: nel gruppo di testa della classifica anche l'agroalimentare e l'elettronica
di Raffaella Ciceri
3' di lettura
Secondo anno in recupero per le imprese lodigiane, che sembrano uscire rafforzate dal 2022, con un tasso di occupazione più alto rispetto al resto della Lombardia, fatturati in risalita e numeri che tornano a raggiungere, spesso a superare, i livelli pre-pandemia. Come se la provincia di Lodi potesse davvero scrollarsi di dosso il 2020, consolidando i segnali di ripresa che erano già arrivati dall’aumento delle esportazioni e dell’occupazione. Almeno per quanto riguarda le prime duecento imprese (in ordine di fatturato) del territorio.
Sono alcuni dei risultati di Top200, la ricerca del Centro Studi di Assolombarda basata sui bilanci del 2021 e su un’indagine rispetto ai preconsuntivi del 2022 e alle prospettive (che spesso però si traducono in preoccupazioni) per il 2023. La sintesi nelle parole di Fulvio Pandini, presidente della sede di Lodi di Assolombarda: «Le imprese lodigiane hanno consolidato nel 2022 le buone performance raggiunte nel ’21, tanto che prevedono di chiudere con un aumento di fatturato. Ma per il 2023 la preoccupazione del nostro tessuto economico deriva ancora dai costi dell’energia e dal clima di incertezza a livello internazionale che influisce su tutta la catena del valore».
La fotografia della provincia di Lodi inquadra come sempre un tessuto produttivo eterogeneo, fatto soprattutto da piccole e medie imprese. Delle duecento aziende al “top”, solo una trentina superano i 50 milioni di fatturato e le prime dieci fatturano, insieme, come il totale delle altre centonovanta. Le duecento imprese, sommate, hanno generato ricavi per 10,2 miliardi di euro nel 2021, con una crescita del 7,3% rispetto al 2020. Trend in aumento anche per il 2022 visto che sette aziende su dieci, in attesa dei bilanci definitivi, nel preconsuntivo prevedevano di chiudere il 2022 con un aumento ulteriore di fatturato. Molto più caute invece le stime per questo 2023 che comunque, secondo le previsioni raccolte da Assolombarda, dovrebbe portare a un ulteriore piccolo aumento dell’occupazione su scala provinciale (+0,7%).
Tuttavia è dal gruppo di testa della Top200 che emerge qualche sorpresa. Per esempio il peso crescente che l’industria chimica sta assumendo sul territorio. Le prime cinque imprese nella classifica per fatturato sono tutte chimiche tranne la prima, che è poi ancora una volta la software house Zucchetti, solidamente sul podio, l’unica tra le aziende lodigiane ad avere oltrepassato il traguardo del miliardo di euro di fatturato. Dopo Zucchetti, seguono Sasol Italy (Terranova dei Passerini), Sodalis (Lodi Vecchio), Sipcam Oxon (Lodi), Itelyum (Pieve Fissiraga). Uno sviluppo del settore chimico lodigiano confermato anche dagli ultimi dati sulle esportazioni: le imprese lodigiane nel primo semestre del 2022 hanno raggiunto i 2 miliardi e mezzo di fatturato estero, una sorta di record per il territorio ottenuto anche grazie alle performance del comparto chimico, insieme all’agroalimentare e all’elettronica.
La sfida, però, è mantenere il segno più. Secondo il sondaggio di Assolombarda, le imprese lodigiane che prevedono un aumento di fatturato anche nel 2023 scendono al 55%, mentre al contrario quelle che temono una contrazione salgono al 22%. I fronti di rischio? Gli stessi di tutti. L’aumento dei costi dell'energia, le difficoltà a reperire materie prime e componenti (e l’aumento dei relativi prezzi), ma anche la fatica a trovare figure professionali qualificate, in una provincia che già qualche mese fa risultava avere il più alto tasso di occupazione in Lombardia: 68%, con 4mila occupati in più rispetto al 2019 e meno disoccupati, in percentuale, rispetto al resto della regione (5,3% nel Lodigiano, contro la media lombarda al 5,9%).
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