Il progetto

Crescita e sviluppo, il piano da 1,5 mld di Cdp in Sardegna

Infrastrutture, ricerca e innovazione: è la scommessa della Cassa deposititi e prestiti puntata sulla sinergia tra imprese e istituzioni dell'isola - Nuove strategie di internazionalizzazione

di Davide Madeddu

Fabrizio Palermo, Amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti

4' di lettura

Infrastrutture, ricerca e innovazione e un piano da un miliardo e mezzo di euro per recuperare crescita e sviluppo. Cassa depositi e prestiti inaugura in Sardegna la nuova sinergia tra istituzioni e imprese. Primo passo l’apertura (avvenuta a dicembre) di due punti di riferimento a Cagliari e Sassari, dove comincia il programma della Cdp per rafforzare la presenza nei territori costruendo una vera e propria rete nazionale. E per l’isola un obiettivo: movimentare 1.5 miliardi di euro nel triennio 2019-2021 nel segmento imprese e pubblica amministrazione-infrastrutture. Tassello indispensabile di questo mosaico l’accordo siglato con la Fondazione di Sardegna, nell’ambito del progetto di collaborazione tra Cassa depositi e prestiti e Acri (Associazione Casse di risparmio Spa).

L'intesa, che dà il via al progetto “Spazio Cdp” esteso ad altre città italiane, prevede l’apertura di un punto informativo nella sede di Cagliari e in quella di Sassari della Fondazione di Sardegna. In ogni “Spazio Cdp” è prevista la presenza dei referenti di Cassa depositi e presiti che «avranno l’obiettivo di potenziare e fornire supporto integrato - a pubblici e privati - facendo sistema delle diverse esigenze e aumentando la coesione con il territorio». Non solo ascolto: previsti eventi informativi, ma anche interlocuzione giacché negli spazi dedicati ci sarà «la possibilità di incontrare i portatori di interessi locali per incrementare la capacità di ascolto e di sostegno territoriale di Gruppo». La collaborazione con la Fondazione di Sardegna - primo socio nel gruppo delle Fondazioni che detengono complessivamente il 16% circa del capitale di Cassa depositi e prestiti - consentirà di «aumentare la leva finanziaria a supporto della crescita del tessuto economico sociale». Un passo importante, come chiarisce Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna, che ricorda: «Da molti anni la Cassa fa già molto per la Sardegna attraverso la nostra Fondazione. Ciò che si vuole fare ora è avere un contatto più stretto con il territorio. Oggi la Cassa si occupa di una molteplicità di aspetti, da infrastrutture e innovazione. E c’è bisogno di questa vicinanza per assistere e seguire delle buone idee». L'accordo, come rimarcato durante la presentazione dall'amministratore delegato Fabrizio Palermo «evidenzia e rafforza il legame storico con i territori, reso più solido dalla partnership con le Fondazioni bancarie». Non solo, ma anche il modo per conoscere meglio i territori e capire le esigenze particolari dei luoghi in cui si va a operare.

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Dalla Cassa depositi e presiti che si presenta con un piano triennale per mobilitare in campo nazionale 83 miliardi di euro con il coinvolgimento di 60mila aziende, la volontà - come sottolineato da Palermo «di affiancare la presenza sul territorio alla sostenibilità pensando ai progetti di medio lungo termine». Con una particolare attenzione verso l'innovazione «che ha già fatto partire in questo settore tante iniziative» ma anche internazionalizzazione ed export. Oltre al supporto per trovare delle soluzioni ai progetti con tecnici ed esperti. «Lo vogliamo fare sempre di più con la presenza territoriale». Non solo imprese ma anche istituzioni. Perché nel programma non ci sono solo i privati ma anche il pubblico e interventi che vanno dalle strade alle scuole passando per gli ospedali. Con partner che si chiamano soprattutto Regioni e comuni. Già lo scorso settembre tra la Regione e Cassa depositi e prestiti è stato firmato un contratto di finanziamento di oltre 400 milioni di euro «per la realizzazione di investimenti in settori strategici per lo sviluppo dell'economia dell'isola».

Per il presidente della Sardegna Christian Solinas il ragionamento con Cassa depositi e prestiti può iniziare «dalla partita da 2,1 miliardi di euro con lo Stato». Il punto di partenza per consentire alla regione di conquistare uno scenario internazionale.

«Lo sviluppo della nostra Isola - dice Solinas- non può prescindere dalla creazione di grandi infrastrutture che possano interpretare concretamente le necessità del territorio e poter avviare un percorso di collaborazione con un partner solido e affidabile significa dare concretezza ai nostri progetti». Il tutto partendo «dall’ascolto dei territori e delle comunità» e dalla necessità di «individuare con certezza delle efficaci linee di intervento che assicurino una prospettiva di crescita alla Sardegna» anche nell'imminenza «di una nuova stagione di programmazione delle risorse comunitarie». Il faro regionale viene puntato sul trasporto ferroviario caratterizzato ancora dalla presenza di carrozze diesel. «Finora in questo settore si è intervenuto con carrozze e vagoni - chiarisce -ma i treni sono ancora diesel e al di sopra di una certa velocità non si va». Una fotografia da cui partire per «pensare a un investimento importante che significa subito dare lavoro ai 30mila disoccupati dell’edilizia». Risultato? «Significherebbe in maniera sostanziale cambiare il modo di abitare la Sardegna. È un modo per rispondere da una parte al problema dello spopolamento e del sovraffollamento delle aree urbane». Eppoi la questione sanitaria perché «da decenni non si costruisce un ospedale nuovo e si è sempre intervenuti con soluzioni tampone».

Per Carlo Mannoni, direttore generale della Fondazione di Sardegna, si tratta di un'opportunità per il mondo produttivo anche alla luce dell'obiettivo stimato in un miliardo e mezzo di euro di impegni. «C’è tutto il filone relativo al supporto alle aziende per i programmi di internazionalizzazione - dice - e i temi private equity e venture capital». Chance per l'isola e le imprese che non possono essere perse. «C'è la possibilità di attivare il territori - continua - e la Fondazione si darà da fare. A noi spetta il compito di animare». Il piano, come fanno sapere da Cdp «integra il più ampio programma di apertura delle dieci nuove sedi di Cdp in Italia, che ha già visto l'avviamento degli uffici di Verona, Genova, Napoli e che proseguirà nel corso del 2020 con le inaugurazioni Palermo, Bari, Firenze e Torino». Il tutto con un obiettivo: costruire entro il 2021 una rete territoriale integrata «a livello nazionale attraverso sedi territoriali e punti informativi nelle Fondazioni bancarie». Passo importante per diventare poi «vero e proprio partner strategico per gli enti locali e per le imprese».

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