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Cripto: «Nessuna crisi di sistema». Binance, però, da sola è il 62% del mercato

Cala la capitalizzazione delle cryptocurrencies. Una reazione emotiva di breve. Gli esperti rimarcano che il comparto non dovrebbe subire tracolli complessivi ma la dimensione delle società accusate dall’Authority è molto ampia

di Vittorio Carlini

Criptovalute, Binance e Coinbase sotto tiro della Sec

2' di lettura

La capitalizzazione delle cryptocurrencies, monitorata da Coinmarketcap, viaggiava ieri sera intorno ai 1.090 miliardi di dollari. Un po’ prima, in scia alla notizia del j’accuse lanciato dalla Sec contro Binance (cui è seguito quello nei confronti di Coinbase), la market cap era arrivata a toccare anche 1.080 miliardi. Cioè: circa 80 miliardi in meno rispetto al valore del pre-mossa ad opera di Gary Gensler.

Le cripto valute

In particolare il bitcoin è passato dall’intorno di 27.000 dollari al minimo intraday di 25.500. Lo stesso ether, token della blockchain Ethereum, è scivolato da oltre quota 1.900 dollari al valore più basso, sempre intraday, di 1.784. Vero! Nel tardo pomeriggio di martedì, sia il token creato da Satoshi Nakamoto che quello legato alla catena di blocco dei contratti automatici avevano ripreso quota. E, tuttavia, ciò non toglie che la volatilità e il nervosismo erano comunque fortemente presenti tra gli operatori.

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Gli esperti

«Nel breve periodo -afferma Christian Miccoli, ceo di Conio- è normale assistere a questo tipo di reazioni». Gli investitori, soprattutto quelli retail, «essenzialmente preoccupati per le prospettive del comparto, hanno venduto d’istinto». Ciò detto, però, esiste il rischio che la iper-attività della Sec contro piattaforme così importanti metta a rischio la cryptoeconomy? «Non credo» risponde Miccoli, ritrovandosi in tal modo sulla stessa linea d’onda di Ferdinando Ametrano. Il ceo di CheckSig, infatti, aveva affermato che «il mercato ha da tempo scontato il fatto che Binance», e la stessa Coinbase, «debbano affrontare il rischio regolamentare».

«Al di là dei singoli differenti casi su cui non mi esprimo -riprende Miccoli - la questione riguarda gli exchange cosiddetti integrati». Cioè, le piattaforme centralizzate «che svolgono contemporaneamente diverse attività: dalla custodia titoli alla gestione del mercato fino alla stanza di compensazione». È chiaro che in questi contesti sussiste il «rischio del conflitto d’interesse e dell’instabilità di sistema».

Le prospettive

In tal senso è positivo che la Sec, anche a causa del vuoto legislativo, intervenga». Diversi esperti tuttavia - proprio a fronte dell’importanza delle società coinvolte - ribadiscono che, se lo scenario dovesse degenerare, l’intero comparto ne soffrirebbe. Ad esempio sul fronte degli investitori istituzionali. «È possibile che i fondi generalisti -conclude Miccoli-, al fine di ridurre il profilo di rischio, possano limitare gli impieghi sui vari progetti». E però, al contrario, i soggetti specializzati «troveranno in questo processo di razionalizzazione del settore un motivo di ulteriore interesse». Troppi denari, nel cripto mondo, «sono stati indirizzati verso business insensati a discapito di quelli più seri e solidi».

Il peso di Binance

Sarà anche così. Nessuno, tuttavia, ha la sfera di cristallo e può, ad oggi, ipotizzare il futuro. I numeri del recente passato, invece, ci rammentano che, a detta di CoinGecko, Binance ha una market share del 62,1% con volumi spot nel trading, a Marzo 2023, per 559,8 miliardi di dollari. Il secondo exchange della graduatoria? Upbit. Una piattaforma la quale deve accontentarsi della quota del 7,1% e di volumi che, sempre in Marzo, sono stati di 64,3 miliardi. Insomma: il bersaglio della Sec è bello grosso.

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