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Criptovalute, il Sudafrica impone la licenza a tutte le piattaforme di scambio entro il 2023

Pretoria imporrà la registrazione entro il 30 novembre, la scadenza fissata dalla Financial Sector Conduct Authority (Fsca) per avanzare domanda. Per i trasgressori multe fino a 10 milioni di rand e 10 anni di reclusione

di Alberto Magnani

2' di lettura

Il Sudafrica, prima piazza finanziaria del Continente, imporrà a tutte le piattaforme di criptovalute di operare sotto licenza entro il 30 novembre 2023: la scadenza fissata da Pretoria per avanzare domanda al Financial Sector Conduct Authority (Fsca), rientrando nella finestra di sei mesi aperta lo scorso giugno dall’authority.

Lo ha chiarito Unathi Kamlana, commissaria della Fsca, in una intervista dove ha ribadito che le società inadempienti rischiano conseguenze pesanti sul piano finanziario e penale. In un documento di fine 2022 della stessa Fsca si stabilisce che chiunque operi senza autorizzazione può essere passibile di multe fino a 10 milioni di rand (circa 530mila dollari Usa), reclusione fino ai 10 anni «o entrambe» le misure. Finora, ha dichiarato Kamlana, la Fsca ha ricevuto 20 domande di autorizzazione per la licenza e se ne aspetta una quota anche maggiore nei prossimi mesi.

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Il boom e le ombre delle cripto in Africa

Il Sudafrica è il primo Paese del Continente a fissare paletti simili sui mercati per lo scambio di criptovalute, cercando di disciplinare un business tanto florido quanto ricco di zone d’ombra. L’economia più industrializzata dell’Africa è sede di grandi crypto exchanges come Luno o Binance e registra, secondo dati Fmi, il più alto numero di investitori attivi dopo Nigeria e Kenya.

L’ascesa del settore si è scontrata, però, su alcune delle truffe più eclatanti registrate su scala internazionale, come il Mirror Trading International (uno schema Ponzi che ha sottratto 588 milioni di dollari a migliaia di clienti) e lo scandalo Afrycript: una piattaforma di criptovalute gestita da due fratelli sudafricani, poi scomparsi nel Regno Unito con una “refurtiva” di bitcoin dal valore stimato a 3,6 miliardi di dollari Usa. Le ansie sono cresciute nel 2022 con il collasso di Ftx e l’esigenza di aumentare la trasparenza nel settore, senza arrivare al bando più o meno completo delle valute digitali imposto da circa un quinto delle economie subsahariane.

La stretta di Pretoria e i precedenti in Ue

La stretta di Pretoria richiama quelle avviate sui mercati esterni all’Africa, come il regolamento sui cripto-asset proposto dalla Ue, sullo sfondo di un intervento più ampio per rimettere mano alla legislazione finanziaria. Sul versante delle cripto-valute, la Fsca ha lavorato in un gruppo intergovernativo sul fintech che ha coinvolto il Tesoro sudafricano e la South African Reserve Bank, la banca centrale sudafricane.

Secondo i dati di Statista Market Insights, una divisione del portale omonimo di statistiche, il mercato africano delle «cripto» si è attestato nel 2023 a un valore complessivo di 285,6 milioni di dollari Usa. I ricavi, stima Statista, dovrebbero crescere a un ritmo annuo di quasi il 13,6% nei prossimi quattro anni, salendo a 475,20 milioni di dollari americani nel 2027.

Riproduzione riservata ©
  • Alberto MagnaniRedattore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: inglese, tedesco

    Argomenti: Lavoro, Unione europea, Africa

    Premi: Premio "Alimentiamo il nostro futuro, nutriamo il mondo. Verso Expo 2015" di Agrofarma Federchimica e Fondazione Veronesi; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"

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