Dagli Etn ai certificates: come sfruttare il trend in calo del dollaro
Spesso utilizzano la leva e soffrono dell’effetto compounding
di Andrea Gennai
2' di lettura
Mentre per sfruttare il rialzo del dollaro l’investitore può semplicemente comprare asset in dollari (equity o commodity ad esempio), più complesso è sfruttare in chiave rialzista la debolezza del biglietto verde e quindi il rialzo dell’euro. Sul mercato ci sono gli Etn (Exchange traded notes), degli strumenti replicanti, long e short su euro-dollaro.
«Un esempio - spiega Gabriele Bellelli, formatore e trader - è quello Wisdomtree Short Usd Long Eur senza leva che tecnicamente replica l’indice Msfx Short Us dollar/euro index. Ci sono poi Etn simili ma a leva 3 o 5 volte. Personalmente non li ritengo prodotti molto efficienti sia perché non sono quotati 24 ore, come il mercato dei cambi, sia perché non sono molto liquidi. Paradossalmente gli Etn a leva sono più liquidi, al tempo stesso però occorre rilevare che soffrono l’effetto compounding (disallineamento rispetto al sottostante) e sono meno efficienti di quelli senza leva».
L’utilizzo ottimale di questi prodotti è soprattutto nel breve termine. Il maggiore vantaggio è che si tratta di una soluzione di facile accesso per il risparmiatore, che non può perdere più del capitale investito e che è quotato su un mercato regolamentato (Borsa Italiana).
Certificati
«C’è poi - continua Bellelli - il capitolo dei certificati con il sottostante euro dollaro. Esistono certificati a leva fissa e dinamica. Tra queste due tipologie occorre privilegiare quelli a leva dinamica che non soffrono l’effetto compounding. Si tratta di uno strumento a leva, da utilizzare solo in ottica intraday o comunque di brevissimo periodo e da maneggiare con estrema cautela, dopo averne studiato e compreso nel dettaglio le caratteristiche che ne determinano il movimento. Per un approccio ancora più speculativo ci sono i covered warrant. Sono uno strumento a leva, da utilizzare in ottica intraday e da maneggiare con estrema cura. Personalmente non mi sento di consigliarne l’utilizzo».
Cfd
Gli strumenti probabilmente più efficienti sono le opzioni e i future, da utilizzare anche come copertura. «Il problema - prosegue Bellelli - è che sono anche gli strumenti più complicati da gestire. Sono sempre prodotti a leva, c’è da gestire il margine e serve avere attivo il conto derivati. Sono una soluzione solo per investitori evoluti ed esperti, non certo per il risparmiatore medio. Infine da tempo stanno andando molto di moda i Cfd, contract for difference, offerti da molti broker per accedere al mercato. Sono una soluzione molto utilizzata dai piccoli risparmiatori perché di facile accesso da parte degli investitori e utilizzabile anche con capitali ridotti. Si può aprire un conto anche con pochi euro, grazie alla leva che forniscono. Il problema è che sono uno strumento poco efficiente dal momento che sono prodotti Otc (over the counter) e quindi non quotati su un mercato regolamentato. Le statistiche parlano chiaro, il 70-80% di quelli che investono con i Cfd perdono soldi».
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