Dai tumori agli infarti: ecco gli ospedali con le migliori performance e il Sud migliora
L’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano) e l’azienda ospedaliera universitaria delle Marche, ad Ancona, sono i due ospedali che hanno fornito migliori cure ai cittadini
di Marzio Bartoloni
I punti chiave
4' di lettura
Dai tumori agli interventi per la frattura del femore, passando per le cure per il cuore, sono l'Istituto Humanitas di Rozzano (Milano) e l’azienda ospedaliera universitaria delle Marche, ad Ancona, i due ospedali che hanno fornito migliori cure ai cittadini. Le due strutture sono state premiate dall'Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) in quanto uniche ad aver ottenuto “semaforo verde”, cioè valutazione alta, per almeno 6 aree cliniche nel suo ultimo report che ha scandagliato l’attività assistenziale di .1.377 ospedali pubblici e privati.
Il difficile recupero dopo il Covid
Il quadro fornito dalla nuova edizione del Piano nazionale esiti parla di un'Italia che cerca, con fatica, di recuperare il terreno perso a causa dell'emergenza Covid-19. Nel 2021 sono stati registrati ben 501.158 ricoveri in più rispetto al 2020, ma restano comunque 1,2 milioni in meno rispetto al 2019. L'analisi ha preso in considerazione 194 indicatori, relativi sia all'assistenza ospedaliera che territoriale, come ospedalizzazione evitabile, esiti a lungo termine e accessi impropri in pronto soccorso. I dati dimostrano «una tenuta del sistema, in particolare per la tempestività di accesso a cure urgenti». Quanto alle cure oncologiche, nel 2020, si era verificata una forte riduzione degli interventi per tumore della mammella, con 6.300 ricoveri in meno rispetto al 2019. Nel 2021 si assistite, invece, a «un'importante ripresa, con un aumento di 6.700 interventi rispetto all'anno precedente e un riallineamento» rispetto al pre Covid.
Le performance sui tumori alla mammella
Per i tumori alla mammella le chirurgie per lavorare bene devono fare almeno 150 interventi l’anno (così prevedono gli standard ospedalieri). Nel 2021, il numero di reparti con volume di attività oltre la soglia dei 150 interventi è risultato pari al 16%. E la casistica trattata in questi reparti è stata il 73,6% del totale degli interventi effettuati a livello nazionale. In particolare le 10 unità operative che hanno registrato maggiori volumi di attività per questo tumore fanno riferimento alle seguenti strutture: Istituto europeo di oncologia di Milano; Policlinico universitario Gemelli di Roma; Aou Careggi di Firenze; Istituto Nazionale Tumori di Milano; ospedale di Bellaria (Bo), Iov di Padova; Humanitas istituto Clinico Catanese di Misterbianco, Istituto in tecnologie avanzate di Reggio Emilia, Aou pisana di Pisa; azienda ospedaliera universitaria di Modena.
Gli ospedali più tempestivi in caso di infarto, il Sud avanti
In merito alla tempestività di accesso all'angioplastica coronarica (Ptca) nei casi di infarto, la proporzione di interventi effettuata entro 90 minuti è «rimasta complessivamente costante nel biennio», passando da un valore medio di 49,9% nel 2020 a 50,6% nel 2021, comunque al di sotto dello standard ospedaliero (60%). Considerando le strutture con almeno 100 infarti che necessitano di Ptca tempestiva, 60 strutture su 148 raggiungono la soglia del 60%. Tra le 10 strutture che hanno proporzioni più elevate di angioplastica primaria garantita entro 90' ben sette sono al Sud. Ecco la top ten: presidio ospedaliero “Ospedale del Mare” di Napoli; azienda ospedaliera universitaria Policlinico Tor Vergata di Roma; ospedale “Fabrizio Spaziani” di Frosinone; polo ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Sciacca; ospedale “Maria Vittoria” di Torino: S. Antonio Abate di Erice; ospedale centrale di Bolzano; Aou Mater Domini di Catanzaro; Maria Santissima Addolorata di Eboli; ospedale «Infermi di Rimini».
Poche le strutture sopra lo standard per i bypass
Nel 2021il report evidenzia «un parziale recupero degli interventi» di bypass aorto coronarico rispetto al 2020; anche se resta uno scostamento dal trend pari a -14% (circa 1.900 ricoveri in meno). Gli standard ospedalieri prevedono una soglia di 200 interventi l’anno e sono poche le strutture che lo fanno. Eccole: Policlinico universitario “Agostino Gemelli” di Roma; Policlinico universitario Campus Biomedico di Roma; Villa Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ra); Aoor “San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona” di Salerno; ospedale «Del Cuore G. Pasquinucci» di Pisa; presidio ospedaliero SS. Annunziata di Chieti; ospedale di Treviso; ospedale di Vicenza; ospedale Civile di Legnano; casa di cura Montevergine di Mercogliano (Av); stabilimento “Umberto I - G. M. Lancisi” di Ancona; Hesperia Hospital SRL di Modena; Aou Mater Domini di Catanzaro; Aou Careggi di Firenze; Santa Maria della Misericordia sede di Udine; Ao San Camillo Forlanini di Roma.
Non migliorano le performance sulle fratture del femore
Per quanto riguarda le fratture del femore la proporzione di pazienti over 65 operati entro 48 ore è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi due anni, passando dal 50,3 del 2020 al 48,6 del 2021, ben al di sotto della soglia dello standard ospedaliero del 60%. Le strutture che in Italia nel 2021 hanno trattato più di 100 casi di frattura del collo del femore nell'anziano sono 327, di queste, 106 hanno garantito un intervento tempestivo in più del 60% dei casi. Le 10 strutture con proporzioni più elevate sono: l’ “Umberto I” di Siracusa; ospedale “Sandro Pertini” di Roma; Policlinico Universitario “Campus Biomedico” di Roma; Presidio ospedaliero “S. Giovanni di Dio” di Agrigento; ospedale di San Donà di Piave (Ve), Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Mi); ospedale “Guzzardi” di Vittoria (Rg); Ao “San Camillo Forlanini” di Roma; stabilimento di Jesi e Istituto Ortopedico “Villa Salus I. Galatioto” di Melilli (Sr).
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