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Il panorama demografico nazionale potrebbe cambiare completamente volto nei prossimi 50 anni a causa di fenomeni di spopolamento, invecchiamento e spostamento verso il Nord del baricentro demografico, come messo in luce nelle ultime previsioni demografiche dell'Istat. Bastano due soli numeri per sottolineare alcuni di questi aspetti, quello degli abitanti e quello dell’invecchiamento della popolazione. Se oggi la popolazione residente nel Mezzogiorno sfiora i 20 milioni di abitanti, nel 2070 scenderà intorno ai 13,5 milioni di persone. Il che significa che nel Sud risiederà solo il 28,4% della popolazione (a fronte dell’attuale 33,7%) e che il 55% della perdita di popolazione del paese fra 2021 e 2070 sarà attribuibile al Sud. Come si colloca la Lombardia in questo contesto? Anche la regione subirà uno spopolamento, ma piuttosto contenuto. Lo scenario mediano mette in evidenza una contrazione di popolazione residente di quasi il 20% a livello nazionale, mentre in Lombardia ci si limita ad una flessione dell’8%. Si connota così come una delle regioni maggiormente performanti del paese, preceduta solo dalle due province autonome di Bolzano e Trento e dall’Emilia-Romagna con un valore stimato di popolazione residente che sfiorerà i 9,2 milioni di abitanti a fine 2070. La contrazione del numero degli abitanti lombardi è tutta attribuibile ai flussi naturali rispetto a quelli migratori. Il saldo migratorio si manterrà, infatti, in territorio positivo per tutto l’arco temporale 2021-2070 con un ridimensionamento nell’ultimo decennio dovuto a un calo sensibile dei flussi interni mentre quelli esteri saranno grosso modo costanti nel tempo. La componente naturale vedrà invece una mortalità in crescita fino al 2060, a cui farà seguito un periodo di contrazione con un rapporto decessi e nati sempre favorevole ai primi con un valore compreso fra 50% e 100%. Questo elevato rapporto sembra il maggiore responsabile dell’invecchiamento della popolazione lombarda che, però, sarà più lento rispetto a quello medio nazionale. Se oggi l’età media della regione e quella del paese sono sostanzialmente identiche (45,6 anni contro 45,9), a fine 2070 questo differenziale si spingerà fino a superare quota 1,5 anni con la Lombardia (49,1 anni) che sarà la terza regione più giovane del paese dopo le due province autonome, a fronte dell’attuale settimo posto. Se si limita l’orizzonte temporale al 2030 è possibile tracciare anche alcune caratteristiche dell’evoluzione demografica a livello provinciale. Da queste informazioni (sempre di fonte Istat) emerge che nel decennio in corso la regione non sarà interessata dal calo demografico, ma vedrà un aumento dell’attrattività dell’area vasta composta dalla città metropolitana e dalla provincia di Monza e della Brianza rispetto al resto della regione. Vale a dire che se oggi in questo territorio vive il 41,2% dei lombardi, tale aliquota da qui al 2030 salirà al 41,8%. Ed in particolare la città metropolitana salirà dal 32,5% al 33,0%.
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