Dentalpro, ricavi saliti a 250 milioni e raddoppio delle sedi in cinque anni
Il gruppo fondato da Michel Cohen punta a mezzo miliardo di ricavi: riusciamo a dare performance con apparecchi molto innovativi mediamente con prezzi più contenuti del 15%
di S.Mo.
2' di lettura
Dentalpro punta a raddoppiare le sue sedi nel giro di un quinquennio, e si prepara a chiudere il 2023 superando i 250 milioni. È questo il piano del gruppo che, in poco più di un decennio, è diventato il primo in Italia nel settore odontoiatrico e il settimo nel più ampio campo della sanità privata. Come spiega l’ad Michel Cohen è ancora l’Italia a offrire per il futuro le migliori prospettive di consolidamento, perché «il nostro Paese è ancora indietro in questo ambito, mentre all’estero grandi gruppi odontoiatrici già ci sono, non rappresentano una novità».
E infatti Dentalpro segue un po’ i cambi di tendenza in campo sanitario e, in particolare, nel settore odontoiatrico. L’Italia ha sempre visto la prevalenza di piccoli studi di professionisti, conosciuti personalmente dai pazienti e meno visibili nei centri cittadini. Dentalpro, sulla scia di quanto già avviene all’estero, ha cominciato ad aprire sedi con marchi evidenti, riconoscibili, anche nei centri commerciali, rendendo visibile l’attività per i cittadini e, «grazie alle economie di scala - aggiunge Cohen - riusciamo a dare performance con apparecchi molto innovativi mediamente con prezzi più contenuti del 15%». Nato nel 2010, adesso conta così un milione di pazienti in tutta Italia.
Nell’aprile 2015 il fondo statunitense Summit Partners ha rilevato il 60% delle quote; nel 2016 il gruppo si è rafforzato quindi con due acquisizioni, il gruppo Giovanni Bona e Dentadent, raggiungendo i primi 100 milioni di fatturato. Poi nel 2017 Bc Partners, fondo inglese di private equity, ne ha rilevato la maggioranza, portando DentalPro a 112 sedi. Infine nel 2021 le sedi diventano 260, in 16 regioni, e i ricavi superano i 200 milioni
Una crescita esponenziale che in parte deriva proprio dalla novità nel panorama italiano. Qui infatti il mercato dentale vale 9 miliardi ma è ancora molto frammentato, pertanto i gruppi organizzati possono ancora avere un potenziale di crescita perché rappresentano solo il 2,4% in termini di numero di strutture (928 centri contro 38.400 studi tradizionali) e circa l’8% del fatturato.
La spesa delle famiglie per prestazioni odontoiatriche, secondo Key-Stone, arriva ad oggi 9,1 miliardi. In Europa invece l’incidenza dei centri organizzati sale fino al 20-30%, ed è a questa percentuale che Dentalpro guarda anche per l’Italia. Dopo piccoli tentativi di espansione in Polonia e in Germania, la società ha rivisto il suo piano dopo il Covid confermando che l’Italia sarà ancora il centro degli investimenti.
Proprio questi ultimi sono stati 40 milioni nel 2021 (con 6 nuovi centri aperti) e 20 milioni nel 2022. Lo scorso anno il bilancio è stato chiuso con 227 milioni di ricavi e un Ebitda superiore ai 56 milioni.
I dipendenti sono più di duemila e 1.200 gli odontoiatri professionisti che collaborano con gli studi di proprietà. Nel 2019 è stata intanto fondata un’accademia interna, cioè una scuola di formazione nei tre segmenti: odontoiatri, igienisti, assistenti alla poltrona.
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