Roma

Deserta l’asta per il Casino dell’Aurora

Alla gara non è giunta nessuna offerta, il prezzo base era fissato in 471 milioni. L’acquisto è soggetto alla prelazione dello Stato, ora torna sul mercato il 7 aprile con base d’asta a 377 milioni di euro

di Marilena Pirrelli

(Photo by Laurent EMMANUEL / AFP)

4' di lettura

Deserta e rinviata. La ridda di voci che chiamava in campo Bill Gates e l’emiro del Qatar non ha avuto riscontri. E neanche le 20mila mail inviate a ricchi facoltosi di tutto il mondo hanno portato a un’offerta. Possibile? Il Casino dell’Aurora è andato all’asta e al primo giro di martello la gara è andata deserta. Il primo tentativo di vendita dell’unica struttura superstite di villa Ludovisi, tra le residenze private più belle della Roma pre-unitaria, che tra i suoi tesori conta l’unico affresco di Caravaggio esistente al mondo (”Camerino di Giove Nettuno e Plutone o Gabinetto alchemico”), si è chiusa nel pomeriggio senza aggiudicazione. Il prezzo di base era fissato in 471 milioni di euro, il cui 66% era rappresentato dai 310 milioni della stima del Caravaggio, chi avrebbe partecipato all’asta doveva versare una cauzione pari al 10% del prezzo offerto e, comunque, presentare un’offerta minima di 353.250.000 euro con rilanci non inferiori al milione. L’asta ora torna sul mercato il 7 aprile con prezzo ribassato fino al 20%, la nuova base è stata fissata dal Tribunale a 377 milioni di euro, che si traduce in un’offerta minima di 282 milioni di euro, a fronte dii quella minima iniziale, pari a 325,25 milioni.

La villa dei tesori

All’origine della vicenda il mancato accordo tra gli eredi del principe don Nicolò Boncompagni Ludovisi, proprietario della dimora, morto nel 2018. In passato, come ha raccontato la principessa Rita Boncompagni Ludovisi sia Bill Gates, sia un emiro del Qatar, avevano manifestato interesse per quello che è un vero e proprio scrigno di tesori. Nel Casino dell’Aurora, circa 2800 mq di superficie, infatti, ci sono anche le cinque sale affrescate dal Guercino e poi sculture, stucchi, statue, colonne e lo splendido giardino. Insomma, un patrimonio tale da rendere di fatto l’abitazione un polo museale. La Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha richiesto, tra le altre cose, il restauro dei beni architettonici ed artistici. Opere che rimarranno a carico del futuro acquirente, il cui costo è stato valutato in circa 11 milioni di euro e detratto dal valore.

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Il ruolo del MiC

La prossima asta potrebbe andare diversamente. Resta il fatto che “l’acquisto è soggetto alla condizione sospensiva del mancato esercizio della prelazione da parte dello Stato”. In pratica il ministero dei Beni Culturali potrà dichiarare entro 60 giorni la propria intenzione di acquistare l’immobile allo stesso prezzo dell’offerta e così aggiudicarselo, evitando che l’unico affresco di Caravaggio finisca nelle mani di un privato. Ed è proprio facendo leva su questa ’clausola’ che già da tempo è stata lanciata una petizione su Change.org rivolta direttamente al ministro della Cultura Dario Franceschini per far sì che lo Stato italiano eserciti il diritto di prelazione in tempo utile e blocchi la vendita a privati della bellissima dimora. “Usiamo i fondi europei per salvaguardare qualcosa che è nostro. Usiamo i fondi del Pnrr per rilevare Villa Aurora!” si scrivera nella petizione. Anche la politica scende in campo:

Nei giorni scorsi il ministro della Cultura Dario Franceschini ha scritto al premier Mario Draghi e al ministro dell'Economia e delle Finanze Daniele Franco per capire se e come il governo intenda muoversi sul Casino dell'Aurora. Le offerte si potevano presentare sino alle 24 del 17 gennaio in forma telematica Fallco Aste, portale di vendite giudiziarie che si occupa della vendita di beni giudiziari, su mandato del Tribunale di Roma per risolvere il contenzioso ereditario tra Rita Janrette, terza moglie del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi e i figli nati dal primo matrimonio. Anche la politica scende in campo: “Lo Stato, coadiuvato dalla Cassa Depositi e Prestiti, può fare un'operazione di investimento di altissimo valore: Cdp, dopo un'adeguata perizia, può garantire la proprietà italiana dell'opera e un polo di attrazione turistica e artistica da mettere a sistema con le Scuderie del Quirinale che, a lungo termine, porterà un saldo positivo. Franceschini, Draghi e Franco intervengano a tutela del patrimonio artistico nazionale: perché nessuno fa niente?” domanda il responsabile Cultura e deputato di Fratelli d'Italia, Federico Mollicone.

La residenza Ludovisi (Photo by Laurent EMMANUEL / AFP)

Nella magnifica residenza Ludovisi di 2.800 metri quadrati con sei piani e un sontuoso giardino vi è l'unico affresco di Caravaggio. ll Casino dell’Aurora Pallavicini Rospigliosi è un gioiello del barocco, sorge nell’area dove un tempo c’erano le Terme di Costantino, sul colle del Quirinale. Ad erigerlo l’architetto Giovanni Vesanzio tra il 1612 e il 1613 su richiesta del cardinale Scipione Borghese. Sulla facciata una decorazione fatta di lastre di sarcofagi romani che risalgono al II e III secolo d.C., e dentro l’affresco de ‘L'Aurora’ realizzato da Guido Reni (1614), accanto al quale compaiono quelli di Antonio Tempesta, Cherubino Alberti, Paul Bril e busti marmorei del 1600 e sculture di epoca romana fra cui ‘Artemide Rospigliosi’ e la Collezione Pallavicini.

L’affresco del Caravaggio, un pezzo unico al mondo, raffigura i tre fratelli della mitologia classica, le divinità pagane Poseidone, Zeus e Ade, per i romani Nettuno, Giove e Plutone. Un olio su soffitto intonacato delle dimensioni 300 × 180 centimetri datato intorno al 1597 su commissione del protettore di Caravaggio, Francesco Maria del Monte, vescovo, cardinale e diplomatico italiano, tra i più importanti committenti del pittore milanese. Ora si dovrà ancora attendere per sapere quale sarà il destino di tanta bellezza.

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