Di Maio: un patto tra istituzioni e mondo produttivo
Il ministro degli Esteri al Forum di Sole 24 Ore e Ft: «Lavorare insieme per non disperdere i fondi del Recovery Fund»
di Gerardo Pelosi
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Un patto tra istituzioni e mondo produttivo per declinare insieme il futuro della crescita italiana. Un’attenzione alle nuove generazioni, alla transizione verde e digitale in vista dell’assunzione, a dicembre, della presidenza del G20 all’insegna di tre P: Persone, Pianeta, Prosperità. Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, guarda già all’era post Covid (quando un vaccino sarà accessibile a tutti) e, a conclusione del convegno di ieri Sole 24 Ore-Financial Times su “Made in Italy: The Restart”, elenca le sue priorità.
Innanzi tutto spendere bene e presto i fondi che, dal prossimo anno, verranno messi a disposizione con Next generation Ue, 209 miliardi di euro per il nostro Paese. Tra questi le risorse per investimenti che, secondo il capo della nostra diplomazia , «vanno costruiti insieme tra mondo produttivo e quello istituzionale per i vari progetti del Recovery Fund». Per riuscirci, secondo il ministro, «bisogna lavorare insieme, fin da subito». L’obiettivo è spendere i fondi «in maniera efficiente e veloce, ma la grande preoccupazione è la messa a terra di questi progetti».
Più nel dettaglio, Di Maio ha spiegato che nel discorso del presidente di Confindustria Bonomi durante l’assemblea ha visto tutti «gli ingredienti e la road map per evitare tensioni tra mondo produttivo e mondo istituzionale». Per aggiungere poi: «Se cominciamo a sancire che esistono dei diritti, esiste uno statuto di chi fa impresa, noi riusciamo anche ad evitare delle questioni tutte domestiche che poi ci creano dei grandi vulnus a livello internazionale quando il Made in Italy va sul mercato».
Dopo aver sottolineato l’importanza di una riforma del fisco, Di Maio ha detto di aver «molto apprezzato» le parole del collega e ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che durante l’ultima assemblea di Confindustria «ha parlato dei diritti degli imprenditori».
Tra le sfide dell’Italia c’è , secondo il ministro, quella di «rilanciare la ripresa economica tramite la crescita e l’export, guardando oltre l’emergenza e concentrare i nostri sforzi su una crescita inclusiva, sostenibile e resistente agli shock esterni». Sull’export, ha chiarito sempre il ministro, «il sostegno delle imprese è fondamentale. Per metterci in condizioni di reciprocità e alla pari quando lavoriamo sui mercati, dobbiamo preoccuparci di abbattere alcune resistenze e concorrenze sleali di altri Paesi, ma dobbiamo anche evitare di farci da soli concorrenza sleale». Il responsabile della Farnesina ha fatto poi il punto sullo stato di avanzamento del Patto per l’export che vede impegnate strutture ad hoc del ministero e dell’Ice ora rientrato a pieno titolo sotto il controllo della Farnesina.
La riforma fiscale è un modo, ha aggiunto Di Maio, «per rendere più competitivo il prodotto Made in Italy nel mondo». Quanto alle strategie per l’export «occorre rafforzarsi sui mercati maturi come Francia e Germania, Usa e America Latina e contestualmente guardare ai mercati asiatici. A novembre ci sarà la terza fiera dell’import di Shanghai, noi lavoriamo per firmare nuovi accordi per abbattere quelle barriere non tariffarie». Tra le priorità c’è sempre il dialogo aperto con la Russia. Il 14 ottobre il ministro sarà a Mosca per co-presiedere il Consiglio italo-russo di cooperazione economica, industriale e finanziaria e incontrare il proprio omologo, Sergej Lavrov.
Ma occorre fare di più e «rendere le risorse pubbliche, dedicate all’export, strutturalmente adeguate alle richieste delle imprese. E questo - ha assicurato il ministro- è un obiettivo che intendo perseguire fin dalle prossime settimane».
Più in generale, secondo Di Maio, «non possiamo sprecare l’opportunità che questa crisi ci offre: l’innovazione e la digitalizzazione saranno le leve del successo della fase post-pandemica sia in Italia che nel mondo». Il Governo «lavora al piano nazionale di ripresa e resilienza avendo bene a mente la grande responsabilità che ha nei confronti dei cittadini, specie i più giovani».
Quattro le sfide del futuro: la ripresa nazionale dopo la crisi e la resilienza, la transizione verde e digitale, l’aumento della crescita e la creazione di occupazione. «Vogliamo assicurare - ha insistito Di Maio- una fetta importante delle risorse mobilitate con il piano nazionale secondo i target che stiamo fissando a livello europeo e dovrebbero prevedere almeno in 20% in spesa digitale e il 37% di spesa verde».
E poi, le sfide globali a cominciare dalla presidenza del G20 dal prossimo dicembre, « vero banco di prova del multilateralismo e di rilancio dell’economia globale con la nostra agenda che ruoterà attorno a tre assi: persone, pianeta e prosperità». Un rilancio economico «che è anche un rilancio morale». E non può esserci rilancio, ha precisato il ministro, « senza ripensare radicalmente il modo di fare impresa, amplificando le potenzialità insite nell’innovazione e nella modernizzazione dei processi produttivi che devono diventare sempre più digitali e sostenibili».
L’Italia, su questo fronte, ha «promosso iniziative concrete in tutti gli ambiti di cooperazione» E, come presidente del G20 nel 2021, si impegnerà a promuovere una «leadership multilaterale su temi globali, perché solo una visione comune, non ideologica, un coordinamento stretto tra nazioni può risolvere le prossime sfide».
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