Dirigenti scolastici, quel vincolo triennale sul territorio che rischia di non scadere mai
La testimonianza di una preside che vive a Roma e si ritrova ad affrontare per il quinto anno consecutivo la permanenza in una scuola di Livorno. Le contraddizioni del reclutamento. La proposta per uscire dal groviglio
di Marianna Miranda*
3' di lettura
Il nuovo anno scolastico è appena iniziato e come sempre sarà pieno di nuovi e vecchi problemi. Tra questi emerge quello delle numerose scuole in reggenza in tutta Italia. E'quasi inutile ormai dilungarsi sulle difficoltà che un istituto così governato può incontrare con un preside che, avendo già il suo bel da fare con il proprio istituto, potrà a malapena espletare l'ordinario. È un dato di fatto che le regioni del Nord sono per così dire “coperte” da docenti del Sud e con l'ultimo concorso 2017 anche dai dirigenti. Il problema però, è che se per i docenti esistono varie possibilità dopo qualche anno, di potersi ricongiungere alle proprie famiglie e ai luoghi ai quali appartengono, questa possibilità sembra negata per i dirigenti scolastici.
Vorrei portare la mia personale esperienza. Sono la dirigente scolastica dell'istituto comprensivo “Benedetto Brin” di Livorno, che si ritrova per il quinto anno consecutivo a rivestire questo ruolo. E proprio questi cinque anni di incarico rappresentano l'anomalia, non solo mia, ma di quanti sono stati chiamati a ricoprire questo ruolo in quanto vincitori del concorso del 2017. Il punto è il mancato riavvicinamento al luogo di provenienza. E mi spiego: per uno strano meccanismo, un concorso nazionale è stato gestito come regionale e i dirigenti immessi in ruolo sono “intrappolati” in altre regioni spesso a più di 600 Km da casa senza poter tornare. Coloro che per merito sono stati assunti nella prima tranche, come nel mio caso, ormai si apprestano a iniziare il loro quinto anno lontano da casa. Quale colpa abbiamo commesso? I contratti di assunzione stipulati sono triennali e li abbiamo rispettati gestendo scuole spesso abbandonate al loro destino da anni e in un periodo di emergenza sanitaria presidiandole sempre. Perché, se nelle regioni di provenienza ci sono scuole in reggenza non possiamo legittimamente rientrare a casa?
Solo per dare qualche dato, nel Lazio sono circa 111 le scuole in reggenza, in Campania 126, in Veneto 107. E qui emerge l'annoso divario Nord-Sud. Purtroppo la maggior parte dei dirigenti è del Centro o del Sud. Questo giustifica la nostra permanenza forzata? La conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare per noi non va considerata?
Le responsabilità sono enormi e la stessa differenza di retribuzione con i docenti viene del tutto vanificata, se si considera che vanno sostenute le spese per affitto, utenze e viaggi.
Se il problema del reclutamento dei capi d'istituto è cercare di mantenere un equilibrio di quote tra le regioni, va detto che attualmente con sanatorie e concorsi riservati si apprestano a diventare dirigenti circa 1000 o più candidati e con tali immissioni si potrebbe attivare un meccanismo virtuoso di turn-over.
Nello scenario di stallo attuale, va sottolineato che nelle regioni del Centro Sud (soprattutto Lazio, Campania e Sicilia) si rientra nelle aree di provenienza solo se è possibile usufruire di leggi speciali (legge 104, legge 100): dunque a colpi di malattie e situazioni familiari molto gravi. Questo accade anche perché spesso, i posti che potrebbero essere disponibili sono coperti solo sulla carta da dirigenti che, invece, si ritrovano distaccati (anche per molti anni) presso il ministero dell'Istruzione o altre amministrazioni pubbliche. È il caso soprattutto del Lazio regione alla quale appartengo.
La proposta per affrontare in modo concreto questo blocco, è stata individuata anche con l'ausilio dei sindacati e riguarda la possibilità di un'assegnazione di incarico temporaneo triennale sulle sedi in reggenza. Si tratterebbe di un'azione a invarianza di spesa. Il ministero conosce bene la condizione di disagio nella quale lavoriamo e questo sarebbe un motivo in più per accelerare e rendere operativa la proposta. Nell'attesa della procedura che porterà al nuovo concorso per dirigenti sarebbe fondamentale garantire inoltre la disponibilità, almeno per i prossimi due anni, del 100 per cento dei posti vacanti così come è accaduto quest'anno.
*Dirigente scolastico
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