Dolce&Gabbana, dalle sfilate all’arredo il mantra è l’artigianalità
A Milano apriranno due negozi dedicati a mobili e complementi d’arredo. Altra novità del 2022 è la decisione di portare all’interno dell’azienda il business della cosmetica, in crescita ovunque nel mondo
di Giulia Crivelli
3' di lettura
Un altro anno, il 2021, costellato di progetti ambiziosi e annunci a sorpresa per Domenico Dolce e Stefano Gabbana e un 2022 che si annuncia altrettanto impegnativo, per i due stilisti-imprenditori e per chi li segue o lavora con loro e l’azienda fieramente indipendente che guidano e di cui Alfonso Dolce, fratello di Domenico, è amministratore delegato. Ma forse è questa la forza dei protagonisti delle storie di successo della moda italiana: avere energie e passione per reinventarsi a ogni stagione. «Gli stilisti devono stupire prima di tutto sé stessi, svegliarsi la mattina con il desiderio di scoprire cose nuove o di sviluppare uno sguardo più fresco sul mondo – spiegano Domenico Dolce e Stefano Gabbana –. Il nostro mondo è per definizione in costante evoluzione e lo siamo anche noi. Siamo affascinati, da sempre, dalle novità e dai giovani ed è bello vedere come negli ultimi tempi la fascinazione sia ricambiata: notiamo un grande interesse per la moda intesa come mezzo per esprimersi e comunicare con gli altri».
L’attrazione di Dolce&Gabbana per i giovani prende molte forme: non si tratta solo di frequentare i social o di creare collezioni con un occhio ai clienti più giovani, di oggi o potenziali. «L’osmosi tra generazioni è auspicabile sempre, ma nella moda è indispensabile. Come lo è la trasmissione del know how artigianale e l’emergere di talenti e marchi – spiegano Domenico Dolce e Stefano Gabbana –. Per questo abbiamo scuole interne di formazione e, da questa stagione, offriamo a una giovane designer l’opportunità di mostrare le sue creazioni durante la settimana della moda di Milano, che secondo noi resta la più importante al mondo». Il riferimento è alla decisione di ospitare all’interno degli spazi Dolce&Gabbana la prima presentazione di Miss Sohee , giovane designer sudcoreana, che arriverà da Londra fresca di diploma alla Central Saint Martins. Altra novità del 2022 è la decisione di portare all’interno dell’azienda il business della cosmetica, in crescita ovunque nel mondo.
L’artigianalità e la valorizzazione del fatto a mano in Italia sono diventati un vero e proprio mantra per i due stilisti. O forse è sempre stato così, ma solo con il passare degli anni e l’affermazione a livello globale la componente autenticamente artigianale si è rafforzata in ogni prodotto. «Nell’alta moda, alta sartoria, alta gioielleria e orologeria non solo è tutto fatto a mano: si tratta di pezzi unici – spiegano –. Nel pret-à-porter o nelle collezioni per bambino non può essere così, per via dei volumi di produzione e del posizionamento prezzo. Ma a partire dal 2012, quando allestimmo la prima sfilata di alta moda, l’artigianalità ha contaminato sempre di più il pret-à-porter». Un percorso confermato dalla collezione uomo che ha sfilato a Milano il 15 gennaio: i capi in pelliccia sembravano fatti di materiale naturale, ma non lo erano. L’aspetto sontuoso e, appunto, naturale, era legato alla lavorazione, affidata, come sempre in passato, a maestri pellicciai, ai quali Dolce&Gabbana ha chiesto di lavorare le fibre ecosostenibili come fossero state naturali. Si è trattato di un’anticipazione della scelta annunciata il 31 gennaio di diventare fur free.
Alla fine di agosto i clienti dell’alta moda e sartoria arrivati da tutto il mondo a Venezia hanno visto in anteprima le collezioni casa Dolce&Gabbana (si veda Il Sole 24 Ore del 5 settembre 2021), quest’anno potranno farlo tutti: a Milano apriranno due negozi dedicati a mobili e complementi d’arredo. Uno in via Durini, la strada a pochi metri da piazza San Babila diventata negli anni vetrina dell’eccellenza italiana nel design. Il secondo sarà in corso Venezia, grazie alla ristrutturazione del grande spazio Dolce&Gabbana che fino a pochi mesi fa aveva ospitato parte delle collezioni donna e bambino. I negozi sono un altro tratto distintivo della storia del marchio: a differenza di molti altri nomi della moda italiana e non solo, Dolce&Gabbana non ha mai usato un unico format per ogni città. Ma nell’era della multicanalità Domenico Dolce e Stefano Gabbana stanno ripensando i negozi su strada: «Torniamo al tema del cambiamento e della necessità di non esserne mai spaventati – concludono –. Per molti anni ci siamo divertiti moltissimo a creare vetrine originali ed evocative, che iniziassero a raccontare una storia. Forse è il momento di renderle più essenziali, perché molti usano il web per entrare in contatto con un brand. Le vetrine devono essere un punto di contatto, di passaggio tra virtuale e reale: la storia continua all’interno».
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