Donazioni, cresce la propensione ai lasciti testamentari
Secondo i dati diffusi dal Comitato Testamento Solidale gli ultra 50enni che hanno predisposto un lascito sono il 22% (contro il 12% del 2018)
di A.Mac.
I punti chiave
6' di lettura
Cresce il numero di quanti hanno già predisposto un lascito testamentario o sono orientati a farlo: tra gli ultracinquantenni sono il 22%, con una crescita di ben 10 punti in 3 anni (erano il 12% nel 2018). È quanto emerge dall'edizione 2021 della survey “Gli italiani e la solidarietà ai tempi del coronavirus”, promossa dal Comitato Testamento Solidale e condotta da Walden Lab. L’indagine rileva inoltre come la pandemia abbia accresciuto la fiducia verso il non profit con un picco tra i giovani: tra i 25 e i 34 anni, il 59% ha fatto almeno una donazione nella vita.
Dalla ricerca (condotta dal 17 al 21 giugno 2021, su un campione di 1015 persone di età compresa tra i 25 e i 75 anni, campione statisticamente rappresentativo di circa 40 milioni di italiani) emerge come il testamento solidale - quello nel quale la cosiddetta “quota disponibile” include anche un lascito in favore di una causa benefica - non sia più un oggetto misterioso per gli italiani. Il 73% sa di cosa si tratta e la percentuale aumenta di ben 10 punti (83%) tra chi ha più di 60 anni. Per contro, si riduce in generale la propensione a fare testamento. Il 17% dichiara di averlo già fatto o di averne intenzione (era il 21% nel 2020), ma la percentuale sale notevolmente (27%) tra gli over 70. Cresce però anche la percentuale di quanti escludono di farlo (42%, era il 34% nel 2020). La percentuale di chi lo ha fatto o ne ha intenzione raggiunge il 27% tra chi ha un titolo di studio medio-alto; il 24% tra chi ha fatto almeno una donazione per l'emergenza Covid-19, il 23% tra chi fa volontariato, il 22% tra chi si dice favorevole a fare un lascito solidale.
Non solo ereditieri e filantropi
Ma chi, nella percezione generale, potrebbe fare un lascito solidale? Qualche luogo comune, in questo senso, persiste: per il 47% degli intervistati, può fare un lascito chi non ha eredi; chi è ricco (40%) e chi è più sensibile alle cause umanitarie (27%). Solo un 13% ritiene che il lascito solidale sia un gesto alla portata di tutti, a prescindere dal patrimonio e dallo stato civile. Rispetto ai principali dubbi verso il lascito: il 44% è frenato dalla precarietà lavorativa dei figli (percentuale che sale al 57% tra gli over 70); il 33% preferisce privilegiare gli eredi (questa preoccupazione cresce di 10 punti tra chi ha più di 70 anni); il 32% ha scarsa fiducia su come saranno utilizzati i suoi fondi; il 22% non vuole donare per qualcosa che non potrà poi vedere concretizzata, anche se gli ultrasettantenni sentono meno questo timore (sono il 14%); l'11% teme infine che i familiari non reagirebbero bene.I familiari, dunque: tra chi farebbe un lascito solidale, il 66% coinvolgerebbe i congiunti nella scelta (erano il 71% nel 2020) mentre il 20% prenderebbe questa decisione in completa autonomia (era il 17% nel 2020), ma la percentuale sale fino al 33% fra i più anziani (over 70). Ma quale sarebbe il momento giusto per condividere una tale decisione? Il 48% lo farebbe sin dall'inizio, il 52% solo dopo aver già preso una propria decisione in merito. Il 31% chiederebbe il parere dei familiari sull'organizzazione da scegliere, il 28% sull'importo da destinare, il 22% sull'opportunità o meno di fare un lascito, il 19% su numero e tipologia di cause da sostenere.
Superare i luoghi comuni
«Siamo contenti, ma anche consapevoli della strada che ancora dobbiamo percorrere, per superare alcuni luoghi comuni e tabù. - ha spiegato Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d'Oro alla presentazione dei dati in occasione della Giornata Internazionale del Lascito Testamentario - Il testamento solidale è uno strumento straordinario per le organizzazioni del terzo settore, che con il loro operato garantiscono in trasparenza che le ultime volontà di un donatore si trasformino in progetti concreti in favore di chi ne ha bisogno. Soprattutto, è una scelta che può fare chiunque nel pieno rispetto degli eredi, senza ledere in alcun modo i diritti loro garantiti dalla legge. Non esistono patrimoni di serie A e di serie B: chiunque, anche con una piccola somma o con un bene, può predisporre un lascito solidale e donare un futuro migliore a chi resta». Nel Comitato Testamento solidale, istituiti otto anni fa, fanno parte le maggiori non profit, da Amnesty International a Action Aid, da Mission Bambini a Fondazione Veronesi (qui tutte le info pratiche per fare un testamento solidale).
Secondo le stime di Fondazione Cariplo, nei prossimi 15 anni, gli italiani potrebbero scegliere di destinare alle non profit con un lascito testamentario una cifra potenziale che si aggira sui 130 miliardi di euro. «Prevedere un lascito solidale nelle proprie disposizioni testamentarie è la massima espressione del donare e del donarsi agli altri al di là del tempo – sostiene il notaio Gianluca Abbate, Consigliere Nazionale del Notariato con delega al Terzo Settore e sociale - e permette non solo di disporre dei propri averi, ma di affidare anche i valori in cui si crede a solide organizzazioni non profit che operano, ogni giorno, con competenza, professionalità, trasparenza e possibilità di fare rete con gli attori locali, nazionali e internazionali impegnati negli stessi ambiti, allo scopo di realizzare progetti concreti, efficaci, socialmente rilevanti, sostenibili e misurabili nei risultati».
La fiducia verso il terzo settore
Sette italiani su 10 hanno donato almeno una volta nel corso della propria vita, e – nel corso degli ultimi due anni (2020-2021) - è del 30% la percentuale di chi ha supportato iniziative di contrasto all'emergenza sanitaria (erano 2 su 10 nel 2020). La pandemia ha aumentato la fiducia verso il terzo settore: nel corso di quest'anno il 13% degli italiani ha scelto una onlus per sostenere la lotta all'emergenza Covid-19, più del doppio rispetto al 2020, quando la percentuale era del 6%.
Del resto, il non profit si conferma l'attore sul quale gli italiani ripongono maggior fiducia per uscire dalla crisi post-pandemica e contribuire a creare una società migliore. Per il 63% del campione le onp hanno dato un contributo positivo per migliorare la società, seguite da piccole e medie imprese (45%), cittadini italiani in generale (43%), amministrazioni locali (41%) e dall'Europa che con il 41% delle citazioni è l'ente che cresce di più rispetto al 2020 (31%) nella valutazione generale.
Diminuisce la ricerca, aumenta il sostegno ai bisognosi
Tra le cause più sostenute negli ultimi 12 mesi, spicca ancora in vetta la ricerca medico-scientifica col 37% (ma in calo rispetto al 44% del 2020); seguono il sostegno alle persone in stato di bisogno (24% contro il 21% del 2020); il contributo contro fame e povertà nel mondo (20% vs 19%); la protezione animali (17%, stabile); l'assistenza ai malati (17%, stabile); le emergenze umanitarie (15% vs 20%); il sostegno alla disabilità (12% vs 16%) e le adozioni a distanza (10% vs 15%). La donazione media si attesta a 90 euro annuali, ma il 28% del campione dichiara donazioni superiori ai 100 euro. Dal presente al futuro: se si chiede quali cause gli italiani ritengono che sarà prioritario sostenere, crescono nelle intenzioni donatorie soprattutto la ricerca medico scientifica (+ 18 punti); il sostegno alle persone bisognose (+14); il contributo contro fame e povertà nel mondo (+19); la protezione animali (+12); l'assistenza ai malati (+6); le emergenze umanitarie (+8).
Aumentano gli under 35
Persone sempre più giovani si avvicinano al mondo delle donazioni. Focalizzandoci sugli ultimi 2 anni, in media dichiara di aver fatto almeno una donazione il 46% del campione, ma si nota un picco di crescita tra i 25 e i 39 anni, che rispetto al 2020 registra un aumento di ben 9 punti sopra la media. Stringendo ulteriormente il focus sulla fascia tra i 25 e i 34 anni, il 59% ha fatto almeno una donazione nella vita; il 42% lo ha fatto negli ultimi 2 anni e il 32% in particolare per l'emergenza Covid-19. In particolare nel 2021 ha donato il 25% degli under 35, ma i più giovani “donano” anche tempo e competenze: il 52% fa volontariato (vs 43% degli over 35). Inaspettatamente, il 60% degli under 35 conosce il lascito solidale: un dato inferiore rispetto al 76% degli over 35, ma certamente superiore alle aspettative.
L'altruismo contagia i più giovani, dunque, nonostante rispetto alla visione della società la loro prospettiva sia in linea con l'opinione media, non proprio rosea. Tuttavia il 34% del campione under 35 è fiducioso e positivo rispetto alla prospettiva personale (vs il 25% degli over 35). In generale i giovani sono più positivi rispetto a tutti gli aspetti indagati: impegno nel proprio lavoro (44% dei giovani vs 34% di over 35); fiducia negli altri (25% dei giovani vs 14% over 35); aspettativa di benessere economico (21% dei giovani vs 11% over 35). Tra i valori, oltre a salute e famiglia, acquistano rilevanza maggiore i risparmi 61% (vs 42%); le amicizie 45% (vs 37%); il lavoro 44% (vs 32%).
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