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È già boom di richieste per diventare società benefit

di Massimiliano Carbonaro

2' di lettura

Nelle più importanti law firm non c’è operazione in ambito corporate che non tocchi anche aspetti Esg (environmental, social, governance). È un tema quello della sostenibilità a 360 gradi in fortissima evoluzione per le aziende.

«Stiamo rincorrendo un cambiamento culturale – conferma Francesco Lombardo, managing partner di Freshfields in Italia – Ora in quasi tutte le operazioni emergono domande su questo tema: chi risponde meglio ai requisiti Esg è più appetibile». «Anche i giovani nelle loro scelte sono influenzati dai valori Esg - continua - attrarre dei talenti in una realtà arretrata è ormai impossibile».

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Alcune problematiche sono già ben chiare e affrontate dal Corporate: avere nel board un migliore equilibrio di genere, l’attenzione a diversity e inclusione. Spesso, però, ci si deve confrontare con la spinta delle aziende a fare qualcosa di immediatamente visibile senza attendere ricadute in là nel tempo. Per Licia Garotti, partner Gattai, Minoli, Partners «l’Esg non è una consulenza Corporate specifica, è più una chiave di lettura in un ambito prospettico, ma in uno studio legale oggi ha un ruolo determinante».

«Ci chiedono assistenza nell’immediato - aggiunge - ma in questo campo bisogna essere anche precursori perché mancano riferimenti normativi completi. Penso ai profili di governance e al fatto che manchino indicazioni sulla concorrenza sleale, mentre per chi opera nel risparmio gestito, ormai è necessario conformarsi a standard etici».

La sostenibilità, insomma, è una materia talmente ampia che da Legance hanno sviluppato una industry specifica. «Come team Esg non siamo puramente avvocati Corporate, ma entriamo trasversalmente nelle sue dinamiche – spiega Roberto Randazzo, responsabile ESG e Impact dello studio – noi dialoghiamo sulle strategie di Esg e sostenibilità».

Dopo l’attenzione alle ricadute ambientali, ora il focus delle delle aziende si è spostato sull’impatto sociale dell’attività; si prende in considerazione, ad esempio, la possibile trasformazione in società benefit, ovvero una realtà che oltre al profitto guarda all’impatto sociale della propria attività. Secondo Randazzo «l’interesse verso le società benefit è tanto; almeno un paio di volte alla settimana c’è un cliente che ci chiede maggiori informazioni». Ma non mancano i rischi: «Cerchiamo di spiegare che non è solo un problema di modificare lo statuto; occorre un sistema di governance fatto di tanti elementi trasversali, dal labour alla parte tax». «L’approccio superficiale – continua – con cui certe aziende sono entrate nel magico mondo della sostenibilità le espone al rischio di contestazioni o risarcimenti. Ricordiamo che la comunicazione benefit e la misurazione dell’impatto devono sottostare al Codice del consumo». Su questo fronte è atteso un incremento del contenzioso già a breve.

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