Economia circolare: adottata dal 57% delle imprese italiane nel 2022
Secondo il Circular Economy Report a cura del Politecnico di Milano, cresce il numero di imprese che hanno implementato questa pratica: nel 2021 erano il 44%
I punti chiave
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Cresce il numero di aziende in Italia che investono in pratiche di economia circolare. Secondo il Circular Economy Report a cura dell’osservatorio Energy&Strategy della School of management del Politecnico di Milano, che da tre anni monitora gli investimenti delle imprese in Italia, nel 2022 il 57% delle aziende ha adottato almeno una pratica di economia circolare, mentre nel 2021 erano il 44%. Tuttavia il 65% di chi non ha ancora implementato pratiche circolari non ha dimostrato interesse nell'adottarle in futuro.
È il tessile il settore più virtuoso
Tra i 7 macrosettori analizzati dal Circular Economy Report, il comparto tessile è quello con il più alto numero di aziende che ha già implementato almeno una pratica manageriale di economia circolare (82%), seguito dal food & beverage (80%). Si classifica in ultima posizione il settore elettronica di consumo (15%).
È il riciclo la pratica più diffusa
La pratica di economia circolare più diffusa in Italia è il riciclo di prodotti e di componenti, adottata dal 61% del campione.Il 32% invece ha implementato azioni di design per il disassemblamento, per una facile riparazione e per la progettazione senza rifiuti, minimizzando la quantità di materie utilizzate. La rigenerazione è stata adottata nel 29% dei casi, il riutilizzo dal 24%, il “design for upgradability” dal 19%. Infine, sistemi di reso sono stati scelti dal 15% delle aziende e di “product service system” dall’8%.
Entità degli investimenti
La maggior parte degli interventi è supportata da investimenti tra i 50 e i 100mila euro, con una propensione verso i 50mila. I tempi di ritorno in più della metà dei casi sono compresi in 24 mesi.
Solto il 18% del campione intervistato dal Circular Economy Report partecipa a ecosistemi di simbiosi industriale, dove avviene l’interazione tra diversi stabilimenti industriali, anche appartenenti a diverse filiere tecnologico-produttive, con l'obiettivo di massimizzare il riutilizzo di risorse normalmente considerate scarti e ottimizzando la conoscenza e le competenze tra aziende.
Incertezza governativa: un ostacolo
La principale barriera all'adozione di pratiche manageriali per l’economia circolare è l’incertezza governativa. Era il maggiore ostacolo anche nel report dello scorso, ma ora il dato è in aumento: nel 2021 le aziende avevano assegnato un punteggio di 3,9 punti che ora è salito a 4,1.
«Il bicchiere è mezzo pieno, certo», commenta Davide Chiaroni, cofondatore dell'Energy&Strategy e coordinatore dell'indagine, interpellato da Gea – Green Economy Agency: «Ma attenzione: le prime pratiche ad essere adottate sono sempre anche le più semplici, e con un ritorno di investimento più breve. Per una transizione completa, invece, avremo bisogno di interventi di portata decisamente maggiore».
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