«Economia circolare futuro dell’industria»
«Mi dedicherò allo studio e alla ricerca di soluzioni green senza discariche»
di Da.Ma.
2' di lettura
Prima, per 52 anni, la metallurgia. Ora l’economia circolare. Perché è il futuro dell’industria «non può fermarsi ma sarà senza discariche». È la strada che Carlo Lolliri, storico manager della Portovesme srl-Glencore, ha deciso di percorrere dal 1 gennaio del 2020. Dopo aver trascorso più di mezzo secolo nel settore metallurgico e aver guidato dalla nascita sino al 31 dicembre 2019 l’azienda che nel polo industriale del Sulcis produce piombo, zinco, oro, argento, rame e acido solforico, con un fatturato di oltre mezzo miliardo di euro e 1.200 dipendenti tra diretti e indotto. «Il mio viaggio alla Portovesme finisce qui dopo 52 anni – dice – ora però non appenderò, come dicono i calciatori, le scarpette al chiodo, ma mi dedicherò all’economia circolare con un impegno importante in un gruppo internazionale».
Figlio di un minatore e una casalinga, Lolliri, 77 anni, studi in seminario da Don Orione «partito da casa poco più che bambino con valigia di cartone – ricorda – legata con lo spago» ha scalato i vertici del settore metallurgico passando per l’Ammi, l’Ammi Sarda, la “nuova Samim” e l’Enirisorse da cui nacque poi la Portovesme srl-Glencore. «Quando l’Ammi, proprietaria delle miniere, decise di costruire gli impianti per il trattamento dei materiali a Portovesme andai io a prendere gli assegni e pagare i proprietari delle terre dove oggi sorge il polo industriale». Quindi i cantieri e la messa in marcia degli impianti. Poi le vertenze e la privatizzazione: «Nel 98 l’Enirisorse decise di lasciare Portovesme e gli impianti – prosegue Lolliri – da subito ho sostenuto la scelta di un ingresso del gruppo Glencore. La storia ci ha dato ragione e quella sfida per la privatizzazione è stata vinta abbondantemtente e l’azienda garantisce occupazione a 1.200 persone». Ora, con l’uscita dall’azienda controllata dal gruppo internazionale, il nuovo corso professionale in cui il passato si lega al futuro.
«È chiaro che le discariche andranno a esaurimento – conclude Lolliri – per questo motivo è necessario che si trovino soluzioni al semplice conferimento dei rifiuti in un sito. L’obiettivo sarà quello di riutilizzare al massimo ciò che viene scartato anche attraverso lavorazioni in sito». Nessuna pensione quindi, ma un nuovo corso: «Nel mio futuro ci sarà lo studio e la ricerca di soluzioni perché il settore industriale possa continuare ad andare avanti e riesca ad avere un futuro».
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