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Egm ai raggi X: gli ambiziosi piani di Innovatec per investimenti e assunzioni

L’azienda attiva nel settore delle energie rinnovabili ed economia circolare, investirà 77 milioni nel triennio 2024-2026. Previsti 137 nuovi dipendenti

di Valeria Novellini

(REUTERS)

5' di lettura

Hurenzoku ma anche Renzoku. Discontinuità nella continuità. Tranquilli, non siamo in Giappone ma all’Euronext Growth Milan; tuttavia l’utilizzo della lingua nipponica ha certamente senso tenendo conto del fatto che le sub-holding del gruppo Innovatec, che ha appena presentato il Piano di Sviluppo 2024 – 2026, si chiamano rispettivamente Genkinn Srl (che sta per Energia) e Haiki+ Srl (che sta per Rifiuti) in giapponese. A fine settembre sia Innovatec sia la partecipata Esi (anch’essa all'Euronext Growth Milan e operante nel comparto della costruzione di impianti rinnovabili) presenteranno i risultati del primo semestre 2023 ma, almeno per quanto riguarda Innovatec, non vi saranno particolari sorprese, dato che la società, come molte che hanno intrapreso attività nel settore dell’efficientamento energetico trainato dal Superbonus, ha risentito della brusca fine dell’incentivo.

I numeri

Infatti sono stati già indicati per l'intero esercizio ricavi, ebitda ed ebit rispettivamente pari a 252, 28 e 11 milioni (a fronte di 289,2, 32,4 e 18,7 milioni nel 2022). Maggiori incognite vi sono invece sui conti di Esi dato che la società non ha fornito alcun dato preliminare. E così ora si guarda al triennio 2024 – 2026 in un'ottica in parte discontinua (visto che il Superbonus non potrà più contribuire) ma anche in parte continua dato che il modello di business rimane comunque focalizzato sull'economia circolare e sulle energie rinnovabili.

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In tale prospettiva l'anno prossimo Innovatec dovrebbe raggiungere un giro d'affari di 332 milioni (di cui 224 nel comparto Ambiente ed Economia Circolare e 108 in quello dell'Efficienza Energetica e Rinnovabili), con un ebitda di 40 milioni (29 generati dal comparto Ambiente ed Economia Circolare e 11 in quello dell'Efficienza Energetica e Rinnovabili) e un ebit di 23,6 milioni.

Nel 2026 il fatturato dovrebbe salire a 479 milioni (con un apporto dell'Efficienza Energetica e Rinnovabili quasi raddoppiato rispetto al 2024 e pari a 201 milioni), l'ebitda a 66 milioni (anche qui l'Efficienza Energetica e Rinnovabili dovrebbe più che raddoppiare a 23 milioni) e un ebit di 46,1 milioni.

Piano di sviluppo 2024 – 2026 ambizioso

Per quanto riguarda la parte bassa del conto economico va tenuto conto del fatto che al 30/6/2023 il gruppo evidenziava un indebitamento finanziario netto adjusted (cioè al netto dei crediti fiscali ecobonus) pari a 44 milioni, dopo un capex nel semestre di 11,6 milioni e acquisizioni per 3,6 milioni.

Al 31/12/2022 l'indebitamento finanziario netto reported era di 49,7 milioni (su base adjusted di 42 milioni), e il patrimonio netto a 41,8 milioni. Ci si deve quindi attendere un livello di oneri finanziari piuttosto significativo almeno all'inizio del Piano anche perché, per implementare il Piano di Sviluppo 2024 – 2026, sono previsti investimenti complessivi per 77 milioni di cui 19 in M&A (una parte di questi sono stati già effettuati nel 2023).

E sono inoltre previste assunzioni di 137 dipendenti (già a fine 2023, peraltro, i dipendenti del gruppo saranno 492 contro i 423 al 31/12/2022).Questi investimenti saranno destinati in parte alla “continuità” (gestione consortile del trattamento rifiuti, impianti di trattamento e riciclo innovativi e nuove tecnologie avanzate di recupero dei materiali, anche acquisite da terzi) ed in parte alla “discontinuità” in particolare alla valorizzazione della pipeline di progetti fotovoltaici di grande taglia in sviluppo e in autorizzazione per complessivi 450 Mw, di cui alcuni saranno poi ceduti a terzi ed altri gestiti in proprio, distribuendo l'energia a imprese, famiglie e comunità energetiche anche tramite la start-up proprietaria Frisbi Srl; per la costruzione degli impianti ci si avvarrà invece fra l'altro della partecipata al 32,47% Esi, anche se va sottolineato che si tratta di una partecipazione di investimento sebbene Innovatec, tramite Genkinn Srl, sia l'azionista con la quota più elevata.

L'investimento in impianti rinnovabili sarà effettuato, per evitare un eccessivo appesantimento del debito, anche impiegando gli strumenti della cartolarizzazione e facendo ricorso a società veicolo (Spv), situazione quest'ultima comune anche da parte di altre aziende dell'Euronext Growth Milan come Renergetica che però cede sempre a terzi i progetti realizzati.

La generazione di cassa di queste attività (sia nuove sia più tradizionali), prevista pari a complessivi 125 milioni, dovrebbe consentire a Innovatec di veder scendere l'indebitamento finanziario netto a soli 4 milioni a fine 2026, consentendo anche la distribuzione di un monte dividendi di 10 milioni (massimi 0,1 euro per azione).

Per il momento, però, entro fine anno dovrebbero essere distribuiti agli azionisti warrant gratuiti in ragione di 1 warrant ogni 32 azioni, con un aumento di capitale massimo inferiore a 8 milioni (per un controvalore di tale ammontare non vi è bisogno di predisporre un oneroso prospetto informativo).

I warrant saranno esercitabili negli ultimi trimestri 2024, 2025 e 2026 con strike price rispettivamente pari a 1,9, 2,1 e 2,6 euro per azione. Dato che attualmente le quotazioni del titolo Innovatec si situano intorno a 1,3 euro i warrant sono per il momento ben lontani dall'essere “in the money”; tuttavia, se le indicazioni del Piano di Sviluppo saranno rispettate, gli strike price dovrebbero riflettere la progressiva creazione di valore da parte di Innovatec, rendendo possibile l'introito di nuovi mezzi finanziari.

Stipulate partnership per rafforzare riciclo e rinnovabili

Il gruppo si avvale inoltre di partnership e, solo nel 2023, ne è stata siglata una con Osai Automation System (anch'essa Euronext Growth Milan) per lo sviluppo di impianti innovativi di recupero di materiali (ancora da individuare) da destinare al riciclo; quindi è stata siglata un'alleanza con B.f. (gruppo Bonifiche Ferraresi) che renderà disponibile a Innovatec una piccola parte degli 11.000 ettari di terreni di proprietà in Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna per lo sviluppo di progetti agrivoltaici.

Per questo accordo Innovatec è entrata nel capitale di Arum, azionista di riferimento di B.f., con un investimento di 2,5 milioni che fa parte del controvalore indicato nel Piano. Infine è stato siglato un accordo con Senec Italia Srl (controllata dal colosso tedesco EnBw) per la creazione di una Spv di cui Senec deterrà il 49% ed EliosPower, controllata di Innovatec, il 51%, allo scopo di costruire una pipeline di impianti fotovoltaici da 100 Mwp da cedere a terzi, la cui costruzione e cessione è prevista entro il 2024.

Il prossimo anno sarà dunque cruciale per l'implementazione del Piano 2024 - 2026, anche perché dovrebbero partire il trattamento rifiuti da Haiki+ Recycling (una delle quattro attività insieme ad Haiki+ Cobat, consorzi di smaltimento, Haiki+ Electrics per il riciclo dei Raee ed Haiki+ Mines per la cessione a terzi dei rifiuti non riciclabili), il trattamento del cartongesso per ricavare gesso da parte di Ecological Wall e l'avvio dell'impianto di recupero di litio e cobalto dalle batterie elettriche esauste di Cobat Ecofactory.

Molta carne al fuoco, quindi: e sempre con le incognite, che non possono mancare in Italia, della burocrazia e degli eventuali ostacoli per la costruzione di impianti a volte osteggiati dalla popolazione. Ma se la strada della transizione ecologica è ormai tracciata, si tratta comunque di attività imprescindibili.

L'unico “rimpianto” rispetto al precedente Piano di Sviluppo 2022 – 2024 è rappresentato dal fatto che Innovatec aveva l'ambizione di effettuare il translisting allo Star nel periodo di Piano. E in quello attuale non se ne fa più cenno. Innovatec è il titolo più trattato all'Euronext Growth Milan per volume di scambi ed ha un flottante molto elevato (quasi il 55% del capitale sociale). Probabilmente il passaggio allo Star (peraltro costoso) in un periodo di transizione come l'attuale non sarebbe opportuno, ma quando inizieranno a vedersi i primi risultati del Piano appena annunciato sarebbe una buona mossa per catalizzare l'attenzione degli investitori soprattutto istituzionali.

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