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Electrolux, nel riassetto spuntano 300 esuberi in Italia e 102 milioni di investimenti a Solaro

Metà delle eccedenze saranno tra gli operai, l’altra metà tra i dirigenti e gli impiegati. Nel sito lombardo la multinazionale investirà in una nuova piattaforma per lavastoviglie che cambierà la produzione e aumenterà notevolmente il numero di pezzi prodotti

di Cristina Casadei

2' di lettura

Il riassetto globale che il gruppo Electrolux ha annunciato nei giorni scorsi prevede 4mila esuberi, una situazione che risente del contesto caratterizzato sia dalla crescita dell’inflazione che dal calo dei consumi che investe anche gli elettrodomestici. La direzione italiana della società ha incontrato i sindacati per declinare l’impatto nel nostro paese dove, secondo quanto riferisce una nota di Fim, Fiom e Uilm, gli esuberi saranno 300. Metà tra gli operai, metà tra il personale impiegatizio e i dirigenti.

La riduzione dei costi andrà però di pari passo con gli investimenti e la riorganizzazione della produzione che riguarderà in particolare il sito di Solaro, dove dovrebbe essere realizzata una innovativa piattaforma di lavastoviglie. Proprio questo elettrodomestico viene considerato sempre più strategico, poiché «non ancora relegato a un mercato di mera sostituzione e dunque potenzialmente in crescita», ha spiegato l’azienda ai sindacati. L’intenzione è dunque di produrre nella fabbrica italiana un nuovo prodotto, che punterà su bassi consumi e alte performance e che chiederà un investimento molto importante. Il sito ha infatti bisogno di una intensa riorganizzazione nel reparto tecnologico ormai obsoleto, nell’impianto di imballaggio e delle linee di montaggio, con una mole di investimenti nel periodo 2023-2026 di 102 milioni di euro. La nuova piattaforma produttiva dovrebbe consentire di arrivare dagli attuali 780mila pezzi a 960 mila nel 2024, a 1.140 mila nel 2025 e a 1.329 nel 2026.

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Il piano di investimenti di Electrolux è però legato al raggiungimento di un accordo con i sindacati sia sugli esuberi che sull’aumento della produttività. In particolare l’azienda chiede di passare dall’attuale gettito produttivo, pari a 90 pezzi all’ora, fra due anni ad un gettito di 118 pezzi all’ora, per una produzione giornaliera di 5.970 pezzi. I maggiori pezzi sarebbero legati a un miglioramento ergonomico delle postazioni e al potenziamento dell’organico, che comunque ancora non è stato quantificato. Per i sindacati è «un progetto estremamente ambizioso, non scontato nel suo esito,che incide molto sulla organizzazione del lavoro. Parte ora un confronto che dovrà provare a coniugare le esigenze di sostenibilità degli investimenti con quelle irrinunciabili di salute e sicurezza sul lavoro, nonché con l’esigenza di stabilizzare i lavoratori precari e di poter operare un ricambio generazionale».

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