Arte

Emilio Vedova, Londra omaggia l’artista solitario e unico

Alla Ely House fino al 26 marzo la prima mostra personale dell'artista veneziano nella capitale britannica

di Nicol Degli Innocenti

2' di lettura

Londra scopre la forza dell'espressionismo astratto di Emilio Vedova. La prima mostra personale dell'artista veneziano nella capitale britannica si concentra sulle opere degli anni Ottanta, considerate l'apice dell'iter artistico di Vedova.

Tre anni dopo le celebrazioni del centenario della nascita dell'artista, tra cui la retrospettiva al Palazzo Reale di Milano, la mostra londinese ricorda invece un altro anniversario: i quarant'anni dalla cruciale mostra “documenta 7” del 1982 a Kassel. Per la prima volta da allora si possono rivedere insieme le cinque monumentali tele dipinte da Vedova per la mostra, che secondo le intenzioni del curator Rudi Fuchs intendeva “rendere giustizia alla dignità dell'arte” e riportare l'attenzione dall'arte americana all'arte contemporanea europea.

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Fondazione Emilio e Annabianca Vedova

I quadri sono stati riuniti da collezioni private all'estero e dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, che ha collaborato con la galleria Thaddaeus Ropac per organizzare la mostra, che comprende anche opere presentate alla Biennale di Venezia del 1982.

Il colpo d'occhio nella grande sala della galleria toglie il fiato per la forza espressiva dell'esplosione cromatica dei cinque quadri, amplificata dalle loro dimensioni. Vedova voleva liberare l'arte da ogni limitazione, distaccandosi dall'approccio futurista e strutturato degli inizi per sviluppare un suo stile unico, dinamico e rapido e fatto di gestualità istintive.Sulle tele si possono vedere i segni delle dita, delle mani e dell'arcata del braccio di Vedova che dipingeva con tutto il suo corpo e la sua energia, una pittura viscerale, fisica e violenta, utilizzando anche elementi esterni come spugne, corde, reti e soprattutto la sabbia della sua amata laguna veneziana, che mischiata al pigmento coglie la luce e dona un effetto materico.

Londra scopre la ferocia espressiva di Emilio Vedova

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L'energia non filtrata

“Vedova ha dipinto questi quadri di grande formato con impulso febbrile e ferocia espressiva -, spiega Silvia Davoli, director della galleria Thaddaeus Ropac e responsabile dell'organizzazione della mostra -. C'è una tensione di forze che sembrano volere uscire dal quadro, tutta l'energia non filtrata e l'approccio istintivo dell'uomo. La sua personalità è nei suoi quadri”. Nel corso della sua lunga carriera l'artista autodidatta ha sempre navigato tra la tradizione e l'avanguardia. E' rimasto ancorato al passato della sua città e in particolare a Tintoretto, sua grande ispirazione fino al punto da farsi crescere la barba per assomigliargli, ma è anche stato radicato nel presente con il suo impegno politico di ex partigiano e proiettato nel futuro con la sua capacità di innovare e scoprire nuovi percorsi espressivi.

Peggy Guggenheim lo aveva definito una stella nascente dell'avanguardia e lui ha conquistato l'ammirazione di altri artisti, primo tra tutti Georg Baselitz, che nel 1961 aveva comprato un quadro di Vedova senza averlo mai incontrato e che, dopo averlo conosciuto, è stato suo amico fino alla morte dell'artista italiano e ancora oggi continua a rendergli omaggio. Vedova però era troppo radicale, individualista e idiosincratico per appartenere a lungo a un gruppo o a un movimento. E' rimasto sempre un artista solitario e unico.

Emilio Vedova, fino al 26 marzo 2022, Thaddaeus Ropac, Ely House, Londra


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