Eni, il welfare sale a 135 milioni, mentre i risultati trascinano il premio a 130 milioni
La società ha raggiunto con i sindacati una serie di accordi per migliorare beni, servizi e potere d’acquisto dei dipendenti: dalla casa alla baby sitter, misure a favore delle 4 generazioni presenti in azienda
di Cristina Casadei
5' di lettura
Se è vero che «il successo del welfare è direttamente proporzionale alla capacità dell’azienda di ascoltare i colleghi e di farlo in modo strutturato», come sostiene Luca De Santis, responsabile risorse umane e organizzazione di Eni, la via scelta dalla società per ridisegnare e arricchire un sistema dove già venivano investiti oltre 100 milioni di euro all’anno, non poteva che essere quella dell’ascolto. Nella community di Eni, in Italia ci sono circa 21mila dipendenti, con un’età media di 46 anni. Le generazioni sono 4, ognuna con la sua storia e i suoi bisogni. «Per noi è come se fosse un dovere sociale fare il possibile per incrementare la qualità della vita delle nostre persone, migliorando il loro well-being fin dove si può - continua il manager -. Tutto questo è collegato anche alla motivazione, perché più l’ambiente aziendale è positivo, più le persone si sentono coinvolte anche dal punto di vista emozionale e cognitivo. Ne beneficia il clima, che si fa più sereno, e il dipendente, che accresce la consapevolezza fino in fondo del mondo in cui lavora. Il fine è anche l’attrattività dell’azienda sul mercato del lavoro che generano queste iniziative. Eni si sta evolvendo ed è importante che cambi anche il modo in cui viene percepita e apprezzata dai giovani, che deve essere diverso da 10 o 15 anni fa. I più giovani, oggi, compiono le loro scelte anche in base agli obiettivi, alla mission, alla visione del futuro dell’azienda. Da questo punto di vista il welfare fa capire bene chi siamo: cosa ci aspettiamo dalle nostre persone, ma anche cosa possiamo fare per loro, per farli stare e lavorare meglio. Con un impatto anche lungo tutta la nostra filiera».
I workshop generazionali
Il nuovo welfare dell’Eni riesce ad includere le sue diverse generazioni anche grazie agli incontri e ai workshop in giro per l’Italia che hanno incrociato i bisogni dei diversi territori. «Abbiamo voluto abbracciare tutto il ciclo di vita del dipendente, cercando di non dimenticare che le esigenze cambiano a seconda del momento in cui il lavoratore si trova nel suo percorso professionale e personale, da quando viene assunto a quando va in pensione - racconta De Santis -. Le diverse visioni vanno ascoltate ed è con questo spirito che abbiamo fatto un grande lavoro di squadra per sentire le varie sfaccettature dei diversi stakeholder, attraverso un ciclo di workshop in cui abbiamo coinvolto 200 colleghi, per metà under 35 e per l’altra metà over 35. La suddivisione oltre che generazionale è stata anche territoriale: gli incontri sono infatti stati suddivisi in due macroaree geografiche, nord e centro sud». Per cercare di fare uscire fuori dalle persone il loro pensiero e le aspettative sul welfare, «i workshop sono stati organizzati con metodologia agile. Di incontro in incontro ci siamo accorti che non tutti conoscevano fino in fondo tutte le sfaccettature del nostro sistema su cui la priorità oggi è investire in una comunicazione sempre più efficace, in modo che sia più fruibile da parte di tutti», racconta De Santis.
L’accordo con i sindacati
La strada dei workshop e degli incontri ha preparato il terreno per costruire il rafforzamento del welfare condiviso con le organizzazioni sindacali con cui è stato siglato il protocollo “Noi: Iniziative e servizi per il well-being delle persone Eni”. Soffermandoci sull’aspetto economico, «la manovra che ci stiamo apprestando a fare genera investimenti per ulteriori 20 milioni di euro l’anno a cui si aggiungono ulteriori 15 milioni per i fringe benefit erogati entro il 2022 come previsto dall’attuale normativa - calcola De Santis -: stiamo rilasciando ai nostri lavoratori un credito welfare di 500 euro da poter spendere entro quest’anno attraverso la nostra piattaforma di beni e servizi. Non solo. Ci sarà anche un bonus carburante per un valore di 200 euro, secondo la soglia di detassazione della normativa 2022. Per quest’anno le due misure portano circa 700 euro netti in più a lavoratore. Poi nel 2023 vedremo come e se proseguire in questa operazione». Per aiutare i lavoratori ad affrontare il carovita e lo shock energetico, la società ha anche previsto uno sconto sulle utenze di gas e luce per chi è cliente di Eni Plenitude, con un risparmio economico di 140 euro all’anno.
Il welfare moltiplicatore
Le misure del protocollo, si aggiungono al ritocco all’i nsù del premio. Quest’anno, a novembre, l’azienda ha infatti integrato il premio di risultato con un ulteriore 30% rispetto all’importo stimato, con il suo valore che è passato conseguentemente dai circa 80 milioni del 2022 (relativi al 2021), agli oltre 130 stimati per il premio di competenza 2022. All’aumento si aggiunge l’effetto moltiplicatore della conversione in beni e servizi di welfare. «Questa possibilità è stata portata dall’attuale 50% al 70% del premio, con un vantaggio fiscale per i lavoratori visto che percepiscono il lordo come netto - dice De Santis -. Inoltre è stata anche aumentata la percentuale della quota aggiuntiva offerta da Eni in base al credito welfare fruito, che passerà dal 20 al 25%».
La sanità digitale
Il protocollo traccia la via di un welfare che sfrutta il digitale e la tecnologia, non solo perché il punto di riferimento sono le piattaforme sulla intranet aziendale, ma anche perché valorizza quel digitale che con la pandemia è stato sdoganato in molti servizi, tra cui quelli sanitari che sono tra i più utilizzati dai lavoratori dell’Eni, molto sensibili sia alla sanità che alla previdenza integrative come mostra la loro pressoché totale iscrizione ai fondi complementari di settore. È anche per questo che d’intesa con i sindacati è stata lanciata l’assistenza sanitaria digitale “più salute”. È un nuovo servizio che prevede tele/video visite illimitate con medici generici, disponibili 24 ore su 24, anche di notte e nei week end. Ci sono poi ulteriori servizi, dalle tele/video visite specialistiche, alle visite domiciliari e ai servizi logistici ad hoc, come per esempio la consegna di farmaci. L’assistenza sanitaria digitale e domiciliare al momento coinvolge circa 4mila persone, ma l’obiettivo è di estenderla a tutta la popolazione aziendale. «È un servizio che consente di avere un primo consulto sia generico che specialistico in via digitale e di dirottare le nostre persone verso la migliore struttura possibile, anche convenzionata, per potere fare analisi, visite mediche e curare al meglio le patologie, oltre che ricevere servizi ad hoc. L’azienda è fatta di tante diverse sfaccettature e il nostro intento è di rendere più facilmente accessibile a tutti e allo stesso modo le prestazioni mediche». Se la sensibilità sulla sanità integrativa è forte, lo è anche quella sulla previdenza integrativa, come mostra l’iscrizione pressoché totalitaria dei lavoratori ai fondi. A questo proposito è stata incrementata la quota aziendale al Fondenergia ed è stato deciso di consentire ai dipendenti di destinare integralmente il Tfr maturato prima di gennaio del 2007, attualmente disponibile in azienda, al fondo previdenziale.
Casa per i giovani e baby sitting
Tra i più giovani, uno dei temi emersi durante i workshop è stato quello abitativo e del credito. È così che è nato il supporto ai neoassunti per la ricerca della casa in affitto o in vendita: tutti coloro che lo chiederanno potranno ricevere un servizio di scouting dedicato ed un supporto economico per pagare l’agenzia. A questo servizio è stato aggiunto il potenziamento dei prestiti a tasso agevolato per l’acquisto della prima casa, ma anche generici. Per aiutare nella gestione familiare arriva un supporto economico per l’iscrizione al nido dei figli, ma anche un nuovo servizio per la ricerca di baby sitter qualificate, anche in emergenza, per il quale l’azienda si farà carico del pagamento di una parte delle ore. «Eni sta facendo un percorso di profonda trasformazione verso la decarbonizzazione energetica: è un cammino strategico in cui il ruolo delle nostre persone, le loro competenze, la passione che mettono nel fare le cose è sostanziale e fondamentale - afferma De Santis -. Per noi anche il welfare è un modo per riconoscere a tutte le generazioni presenti in azienda lo straordinario contributo che stanno dando e daranno ai risultati in un contesto particolarmente complesso come questo».
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