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Esg e aziende non quotate, Ebitda in crescita e dipendenti più soddisfatti

È quanto emerge dallo studio Bain-Ecovadis: monitorate 100mila aziende in gran parte (80%) non scambiate sui listini.

di Vitaliano D'Angerio

(REUTERS)

3' di lettura

Analisti finanziari, gestori di fondi e docenti universitari hanno scandagliato per anni il mondo delle aziende quotate per capire se veramente chi applica i criteri Esg ottiene risultati migliori. E le conferme sono arrivate copiose. Lo stesso ora sta avvenendo per il grande pianeta delle non quotate e le conferme sono arrivate puntuali. È quanto emerge dallo studio realizzato dalle società di consulenza Bain ed Ecovads dal titolo «L’impegno in ambito Esg crea valore?»: sono stati analizzati i risultati Esg di 100 mila aziende, l’80% delle quali non quotate.

«I nuovi dati dimostrano che risultati Esg positivi sono una caratteristica delle aziende di successo – ha dichiarato Axel Seemann, advisory partner di Bain & Company –. Ciò dovrebbe incoraggiare le società non quotate e gli investitori a raddoppiare con fiducia l’impegno in ambito Esg. Ci aspettiamo solo che questa correlazione si rafforzi man mano che i dati Esg diventeranno più ricchi e variegati».

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Le quatto correlazioni chiave

Ecco dunque le quattro correlazioni più importanti emerse dallo studio.

1) Le aziende con maggiore presenza femminile nel team esecutivo ottengono risultati finanziari migliori. Le società con un ranking molto alto per diversità di genere (top 25%) nei team dirigenziali, registrano una crescita annua del fatturato di circa 2 punti percentuali superiore a quella delle aziende del quartile più basso.

2) L’utilizzo di energia rinnovabile è correlato a margini Ebitda più elevati nei settori ad alta intensità di carbonio. Nei settori delle risorse naturali, dei trasporti e dei beni industriali, le aziende che utilizzano più energia rinnovabile hanno margini Ebitda più elevati.

3) Le aziende che si concentrano su pratiche etiche, ambientali e lavorative all’interno delle loro catene di fornitura sono più redditizie. Queste aziende hanno margini da 3 a 4 punti percentuali superiori a quelle che non si preoccupano delle credenziali Esg dei propri fornitori.

4) I leader in ambito Esg hanno dipendenti più soddisfatti; le aziende con i dipendenti più soddisfatti crescono più velocemente e sono più redditizie. In tre anni registrano una crescita di fatturato fino a 5 punti percentuali in più rispetto a quelle con dipendenti meno soddisfatti. Oltre ai principi fondamentali di una retribuzione equa e alla garanzia di un ambiente di lavoro sicuro, i benefici possono includere la formazione professionale, la salute mentale e fisica, l’assistenza all’infanzia e le opportunità di istruzione, tutti fattori che aumentano la soddisfazione dei dipendenti e, di conseguenza, la produttività e la fidelizzazione.

Ancora tanta strada da fare

Questi risultati sottolineano i vantaggi che le aziende non quotate possono ottenere intensificando i propri sforzi in ambito Esg, visto che attualmente sono in ritardo rispetto alle società quotate, viene specificato nello studio. Da segnalare, secondo la ricerca, che soltanto solo il 35% delle grandi aziende non quotate ottiene il massimo punteggio per la gestione delle emissioni di carbonio, rispetto al 53% delle omologhe trattate sui listini.

«Tali risultati dovrebbero motivare le aziende indipendentemente dal livello di maturità Esg a raddoppiare i propri investimenti per accelerare il percorso verso la sostenibilità – ha dichiarato Sylvain Guyoton, chief rating officer di EcoVadis –. Per le aziende ancora agli inizi, ciò significa sviluppare sistemi di gestione della sostenibilità con politiche, piani d’azione e reporting. L’inserimento a cascata di queste pratiche nelle rispettive catene del valore può supportare, ad esempio, le iniziative di decarbonizzazione e circolarità di Scope 3 e mettere i partner commerciali sullo stesso percorso verso la creazione di valore».


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