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Etilometri in revisione, pochi controlli a Capodanno

I laboratori ministeriali che eseguono le verifiche periodiche obbligatorie sono in affanno e trattengono gli apparecchi anche per mesi

di Maurizio Caprino

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

Non sarà solo una notte a rischio di contagi Covid, quella di Capodanno. Al dilagare della pandemia si aggiunge il timore per gli incidenti stradali: le forze dell’ordine hanno molti etilometri inutilizzabili, quindi potranno fare meno controlli. Negli ultimi mesi, infatti, è tornato il problema dei tempi lunghi per effettuare le verifiche necessarie per renderli idonei all’uso. Così molti apparecchi restano per mesi nei laboratori del ministero delle Infrastrutture. L’unica città dove tornano in servizio rapidamente pare essere Roma.

Il (potenziale) paradosso

A questo punto, si spera che nella capitale non finisca come a Capodanno 2015, quando risultarono assenti 767 agenti. Vale a dire l’83% dei vigili che erano di turno quella notte.

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Fu un caso nazionale, con polemiche che contribuirono ad affossare il sindaco di allora, Ignazio Marino. Come spesso accade, tutto svanì in Tribunale. Lì furono riconosciute valide le giustificazioni delle assenze: malattie e permessi vari (compresi quelli per donazioni di sangue e assistenza a parenti disabili).

Sullo sfondo, mai dimostrato, rimase un legame con le tensioni sindacali dell’epoca, nel comparto della polizia locale. Oggi la situazione è più tranquilla, per cui è difficile che si ripeta una notte come quella.

I ritardi nelle verifiche

Resta il fatto che nel resto d’Italia gli etilometri mancano: gli apparecchi inviati al ministero delle Infrastrutture per le verifiche obbligatorie vengono restituiti dopo mesi. Alcuni sono fermi da settembre, mentre altri in uso a Roma e inviati a novembre sono già tornati a disposizione dei vigili.

Da quanto trapela, verrebbe data la priorità agli etilometri di Roma Capitale. A conferma indiretta, Il Sole 24 Ore ha verificato che a Roma non ci sono problemi, mentre in varie parti d’Italia ci si deve arrangiare.

L’accumularsi dei ritardi genera reazioni a catena: normalmente, i corpi di polizia contano sul fatto che, quando mandano un etilometro alle verifiche, ne restano idonei altri. Ora che quelli da controllare non vengono restituiti tempestivamente, si arriva alle date in cui scade anche l’idoneità degli altri, per cui si resta senza apparecchi utilizzabili.

Le procedure

Sono le conseguenze delle procedure rigorose da seguire, sia per le verifiche periodiche (test su banchi prova da effettuare entro un anno da quello precedente) sia per quelle primitive (necessarie per immettere in servizio per la prima volta un apparecchio nuovo di fabbrica e quindi più complete).

Il Regolamento di esecuzione del Codice della strada impone che tutto si faccia nei laboratori ministeriali del Csrpad (Centro superiore ricerche e prove autoveicoli e dispositivi, che fa parte della Motorizzazione). D’altra parte, data l’importanza degli etilometri e la durezza delle sanzioni previste per la guida in stato di ebbrezza, occorre dare il massimo delle garanzie. Compatibilmente con il fatto che la misurazione del tasso alcolemico con etilometro è intrinsecamente imprecisa.

I problemi

Le procedure danno problemi da una quindicina d’anni e solo in quelli più recenti la situazione è migliorata. Ora però pesano le difficoltà organizzative causate dalla pandemia, specie tra i ranghi della Motorizzazione, sempre più sguarniti. Ultimamente sono partite alcune nuove assunzioni, ma i numeri restano critici.

A vanificare il lavoro delle forze dell’ordine, varie sentenze accordano trattamenti molto favorevoli a chi viene trovato a guidare in stato di ebbrezza. Una situazione già vista vent’anni fa, che poi era parzialmente rientrata.

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