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Europarlamento approva dazio ambientale e riforma mercato emissioni inquinanti

Il dazio ambientale entrerà in vigore nel 2026 e andrà a colpire i settori dell'acciaio, del cemento, dell'alluminio, dell'elettricità, dell'idrogeno così come i fertilizzanti

di Beda Romano

Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo (Epa)

2' di lettura

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Il Parlamento europeo ha approvato oggi, martedì 18 aprile, un nuovo pacchetto di misure ambientali, che include tra le altre cose un dazio ambientale per i beni importati in Europa e la cui produzione fuori dai confini comunitari è particolarmente inquinante. Si tratta di una prima mondiale. Nel contempo, l'assemblea parlamentare ha anche dato il suo benestare a una ambiziosa riforma del mercato di scambio delle emissioni nocive (noto con l'acronimo inglese ETS).

Metsola: voto storico

«Il voto di oggi è davvero storico – ha detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola a Strasburgo, dove si sta riunendo l'assemblea -. Possiamo dire che l’Unione europea guida la rivoluzione verde». Nei fatti, l'assemblea ha approvato un pacchetto di cinque provvedimenti legislativi, tutti tesi a consentire una riduzione delle emissioni nocive a livello europeo del 55% entro il 2030, dai livelli del 1990. I testi legislativi dovranno ora essere approvati in via definitiva dal Consiglio.

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Il dazio ambientale entrerà in vigore nel 2026 e andrà a colpire i settori dell'acciaio, del cemento, dell'alluminio, dell'elettricità, dell'idrogeno così come i fertilizzanti. L'obiettivo è doppio: prima di tutto difendere la competitività delle imprese europee, chiamate a fare particolari sforzi sul fronte ambientale; e poi disincentivare la delocalizzazione della produzione industriale fuori dai confini europei (il cosiddetto carbon leakage in inglese).

Entro il 2034 stop a certificati gratuiti di emissione

Come detto, il pacchetto prevede anche una ampia riforma del mercato ETS. Due gli aspetti principali: prima di tutto verranno eliminati entro il 2034 i certificati di emissione distribuiti gratuitamente alle imprese; in secondo luogo nel sistema verrà incluso anche il settore marittimo, finora escluso. L'obiettivo è di ridurre le emissioni dei settori presi in conto dal mercato ETS del 62% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005 (il target precedente prevedeva un -43%).

Nato nel 2005, il mercato ETS prevede che per poter continuare ad inquinare le imprese industriali debbano acquistare certificati verdi. Mettendo un prezzo alle emissioni nocive, il meccanismo ha indotto le aziende a produrre in modo più rispettoso dell'ambiente. Le votazioni in Parlamento hanno mostrato forti maggioranze a favore dei provvedimenti, nonostante i dubbi crescenti di alcuni settori sui costi della politica ambientale europea.

Nuovo mercato Ets per trasporti e costruzioni

Nel contempo, verrà creato un nuovo mercato ETS II dedicato al trasporto su strada e agli edifici, in modo da determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori. La nascita avverrà nel 2027 (o nel 2028 se i prezzi dell'energia saranno eccezionalmente elevati). In attesa dell'entrata in vigore della riforma, oggetto di accordo tra Parlamento e Consiglio in dicembre, il prezzo del carbonio è già aumentato moltissimo (di quattro volte dal 2020 ad oggi). Oggi oscilla poco sotto i 100 euro.Infine, il Parlamento europeo ha anche approvato la nascita di un Fondo sociale per il clima in modo da aiutare sia le persone che le imprese a gestire i costi più elevati della transizione climatica. Non appena sarà pienamente operativo, il nuovo strumento finanziario sarà finanziato dai ricavi della messa all'asta delle quote di ETS II fino a un importo di 65 miliardi di euro, con un ulteriore 25% coperto da risorse nazionali (pari a un totale stimato di 86,7 miliardi di euro).


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