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Bonomi (Confindustria): le risorse per le riforme ci sono, niente scuse. Pnrr va ricalibrato

La giornata conclusiva del Festival dell’Economia ha visto gli interventi del presidente di Confindustria Bonomi, dei i ministri Salvini e Tajani e dei premi Nobel per la Pace Walesa e Yunus

Salvini: Presidenzialismo anti ribaltone con indicazione premier e maggioranza
  • Festival Economia, 18ma edizione su chiude con record presenze, confermata edizione 2024

    Si è conclusa la XVIII edizione del Festival dell'Economia di Trento, la quattro giorni di eventi intitolata “Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo” e che, per il secondo anno, ha visto il Gruppo 24 Ore insieme a Trentino Marketing nel ruolo di organizzatori per conto della Provincia Autonoma di Trento e con il contributo del Comune di Trento e dell'Università di Trento.

    “Mi pare che in questa edizione la capacità organizzativa di Trentino Marketing e del Gruppo Sole 24 Ore si siano ben unite e abbiano fatto un lavoro di squadra importante e credo si sia vista la porta di questa unione”, ha detto Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento, sottolineando che i risultati si sono visti “nel numero di eventi, circa 300, la gran parte dei quali hanno avuto una grande partecipazione. Si è visto nel giorno in più di programmazione, che non ha visto decadere l'interesse e nella grande partecipazione di giovani. Questa intuizione di anticipare il periodo del festival di una settimana è stata giusta perché ha dato modo a molti giovani di partecipare e credo che questa sia la notizia positiva del Festival”, ha aggiunto Fugatti anticipando che il Festival 2024 si terrà nello stesso weekend di fine maggio.

    La kermesse, a cui hanno partecipato premi Nobel, ministri, oltre 90 relatori del mondo accademico, economisti internazionali e nazionali, rappresentanti delle più importanti istituzioni europee e nazionali, e manager e imprenditori di alcune delle maggiori imprese italiane e multinazionali, è stata un successo, come hanno raccontato gli organizzatori chiudendo i lavori della manifestazione. “Esercitando la virtù della sintesi e scegliendo un aggettivo, dico che il Festival dell'Economia 2023 è stato formidabile, anche in termini di partecipazione”, ha detto Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore, Radio 24 e Radiocor.

  • Fugatti, al Festival grande partecipazione dei giovani

    “In questa edizione la capacità organizzativa di Trentino marketing e del Sole 24 Ore si sono ben unite, e penso che si sia vista la portata di questa unione: lo abbiamo visto nel numero di eventi (quasi 300), nel giorno in più di programmazione (che non ha fatto decadere l’interesse nel festival) e nella grande partecipazione dei giovani, che hanno animato le strade della città e gli eventi. Questa intuizione di anticipare di una settimana il festival è stato giusto e ha datto la possibilità a tanti giovani di partecipare”. Lo ha detto in conclusione della 18/a edizione del Festival dell’economia, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

  • Silvestri, ”Festival è stato un grande successo”

    “È stato un grande successo e noi siamo molto contenti. Abbiamo lavorato un anno pensando a cosa potesse interessare. Vedere questo riscontro e il più bel premio”. Così, il direttore generale Media & business del Sole 24 Ore, Federico Silvestri, in conclusione del Festival dell’economia di Trento. “Quest’anno ho avuto la certezza che il Fuori festival fa parte a tutti gli effetti di questa bellissima manifestazione: abbiamo proposto tantissimi e diversissimi appuntamenti, rivolti ai più piccoli, ai ragazzi dell’università e agli adulti che gradiscono contenuti interessanti ma diversi, con altri linguaggi. È stato un successo di partecipazione, con grandi intellettuali che ci hanno aiutato a comprendere diversi aspetti, ma abbiamo avuto anche l’occasione di alleggerire un po’ e di divertirci con protagonisti della musica, dello spettacolo e del mondo della comicità. Alcune iniziative sono state straordinarie, come il monopoli in piazza, che ha visto come protagoniste le scolaresche, o la radio fatta dai bambini”, ha affermato.

  • Trentino Marketing, al Festival decine di migliaia di persone

    “Una bella edizione, sono state quattro giornate molto intense e molto interessanti per i contenuti. Abbiamo avuto dei relatori di grandissimo prestigio che hanno portato non solo tematiche ma anche argomentazioni che ci fanno riflettere. E con noi decine di migliaia di persone, trentini e non, che hanno voluto partecipare al Festival in un modo sempre più proattivo. Tutto questo è stato possibile grazie ad un impegno straordinario delle istituzioni, di tanti volontari, delle tante realtà economiche che hanno contribuito al programma e di tutti gli operatori della città che hanno colto con entusiasmo questa 18/a edizione e con la loro accoglienza hanno fatto sentire tutti speciali qui a Trento”. Così l’amministratore delegato di Trentino Marketing, Maurizio Rossini, al termine del Festival dell’Economia di Trento.

  • Tamburini, ”una edizione formidabile”

    “Se posso esercitare la virtù della sintesi e scegliere un aggettivo userei formidabile, per la partecipazione, la qualità dei relatori ma anche per due aspetti che mi fa piacere sottolineare con particolare determinazione. La presenza femminile, che quest’anno ha raggiunto tra i relatori dei panel principali il 35%, che non è poca cosa, e una presenza davvero straordinaria dei giovani. Giovani in platea ma anche sul palco in diverse occasioni e d’altra parte non poteva essere diversamente considerando che in questa edizione in Festival ha compiuto 18 anni quindi è diventato maggiorenne”. Lo ha detto Fabio Tamburini, presidente del Comitato scientifico del Festival dell’Economia e direttore del Sole 24 Ore, a conclusione dei quattro giorni di kermesse a Trento, organizzato per il secondo anno consecutivo dal Gruppo 24 Ore con Trentino Marketing.

  • D’Asero, ”orgoglio per manifesto educazione finanziaria a Trento”

    “Una delle iniziative di cui sono più orgogliosa che abbiamo portato alla 18/a edizione del Festival dell’Economia di Trento è quella della firma del Manifesto per l’educazione finanziaria. Un progetto che mi sta molto a cuore e che racchiude i dieci principi con cui ci proclamiamo promotori di questa meravigliosa iniziativa di diffusione dell’educazione finanziaria in tutti i livelli accademici, nelle scuole e nelle università. Abbiamo scelto Trento per l’enorme presenza del mondo accademico, istituzionali, ma anche di tanti ragazzi e le imprese, che sono esattamente gli stakeholder cui ci stiamo rivolgendo”. Lo ha detto l’amministratrice delegata de Il Sole 24 Ore spa, Mirja Cartia d’Asero , in conclusione della manifestazione a Trento.


  • Bonomi (Confindustria): «Fare riflessione seria sul nucleare, cambiare conviene a tutti»

    «Oggi vorrei vedere un dibattito nel merito sulle tecnologie nucleari di nuova generazione da parte di chi se ne intende» perché «cambiare conviene a tutti». Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in collegamento con il Festival dell’economia di Trento, sottolineando che «è un tema complesso su cui fare una riflessione seria».

  • Bonomi (Confindustria): «Fisco, lavoro e giustizia, mancano riforme auspicate»

    La strada delle riforme è «ancora lunga sulle riforme». Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in collegamento con il Festival dell’Economia di Trento. Servono le «riforme che il Paese attende da 35 anni. Oggi - afferma Bonomi - le risorse per farlo ci sono e non ci sono più scuse», afferma, sottolineando che ancora «non si stanno affrontando quelle riforme che tutti noi auspicavamo che venissero affrontate senza indugio: la riforma della giustizia, abbiamo la delega fiscale che è un primo passo ma non è quella riforma fiscale organica che speravamo, una riforma del lavoro a 360 gradi concentrata sulle politiche attive, di cui non vediamo ancora traccia anche nell’ultimo decreto lavoro».

  • Bonomi (Confindustria): servono riforme, le risorse ci sono, non ci sono più scuse

    Servono le «riforme che il Paese attende da 35 anni. Oggi le risorse per farlo ci sono, non ci sono più scuse», dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dal Festival dell’Economia di Trento. E sottolinea: «Non si stanno affrontando quelle riforme che tutti noi auspicavamo che venissero affrontate senza indugio: la riforma della giustizia; abbiamo la delega fiscale che è un primo passo ma non è quella riforma fiscale organica che speravamo; una riforma del lavoro a 360 gradi concentrata sulle politiche attive, di cui non vediamo ancora traccia anche nell’ultimo decreto lavoro. La strada è ancora lunga sulle riforme».

  • Bonomi (Confindustria): «Necessario rimettere mano al Pnrr»

    «Lo abbiamo sempre detto che era necessario rimettere mano al piano», ha aggiunto Bonomi, affermando che «bisogna avere il coraggio di dire cosa possiamo fare realmente nei tempi previsti stabiliti». Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in collegamento con il Festival dell’Economia di Trento.

  • Bonomi (Confindustria): su Governo non diamo voti, valutiamo provvedimenti

    «Non sta a Confindustria dare voti ai governi, non l’abbiamo mai fatto e non lo faremo. Noi valutiamo i provvedimenti, se ce ne sono che ci convincono lo diciamo e se no li critichiamo. Noi diamo valutazioni nel merito, non giudizi. I giudizi li danno gli italiani con il voto». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervistato durante il Festival dell'Economia di Trento e rispondendo a chi gli chiedeva di dare un voto ai primi sette mesi del Governo Meloni.

  • Bonomi (Confindustria): favorevoli a Ponte sullo stretto se inserito in grande piano infrastrutture

    «Favorevoli al ponte dello Stretto, ma non può essere una sola infrastruttura. Ben venga il ponte ma all’interno di un piano delle infrastrutture molto ampio. Sulle risorse spetta al governo trovarle». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, chiudendo la 18esima edizione del Festival dell’economia di Trento.

  • Bonomi (Confindustria): «All’Europa serve un Fondo sovrano»

    «Avremmo bisogno di un Fondo sovrano europeo. In Europa è ben chiaro, il problema è che abbiamo una serie di Stati che pensano di risolvere i problemi facendo una guerra interna». Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in collegamento con il Festival dell’Economia di Trento.

  • Bonomi (Confindustria), industria forte anche quando cambiano scenari politici

    «Come imprenditori siamo abituati a cambiare scenari politici. Prima Draghi e poi Meloni. Ma resta l’industria italiana che continua ad essere forte con i nostri competitor». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, chiudendo la 18esima edizione del Festival dell’economia di Trento. Ad intervistarlo, la giornalista del Financial Times Silvia Borelli Sciarelli

  • Bonomi (Confindustria): «in Europa ognuno è tornato a pensare a se stesso»

    «L’Europa ha fatto l’Europa solo con Next Generation Ue, cioè quando abbiamo avuto una crisi pandemica, una crisi simmetrica che colpiva tutti i paesi e gli Stati membri nella stessa misura. Dopo si è tornati ognuno a pensare a se stessi e di fronte alle sfide della competitività ognuno pensa per sé» ,Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, lo sottolinea, intervistato in videocollegamento, dal Festival dell’Economia di Trento curato dal gruppo 24 Ore e Trentino marketing.

  • Bonomi (Confindustria): abbiamo fatto i compiti a casa, ma abbiamo bisogno di piani di sviluppo nazionale

    La Germania è in forte rallentamento, attualmente si trova in recessione tecnica, anche se «è probabile un recupero per la fine dell'anno”, e «il loro modello è in crisi». Anche la Francia registra problemi e la sua economia «zoppica», ma «questo non ci deve fare stare tranquilli», perché «avere due partner europei in crisi» si riflette necessariamente anche sulla nostra economia. Ma l'Italia «ha fatto i compiti a casa», e siamo «in uno stato di grazia che però non ci sarà garantito per sempre». Per questo, abbiamo bisogno di «piani di sviluppo nazionale». Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nella giornata conclusiva del Festival dell'Economia a Trento.

  • Bonomi (Confindustria): “Industria in Italia resta forte rispetto a competitor”

    di Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

    “Come imprenditori siamo abituati a cambiare scenario. L'anno scorso avevamo il Governo Draghi, stavamo uscendo dalla crisi pandemica e ci stavamo riprendendo. E’ vero che eravamo in piena crisi energetica. Poi è cambiato ancora tutto, ma c'è una costante, che è l'industria italiana, che dimostra di essere più forte di quella dei competitor”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervistato durante la XVIII edizione del Festival dell'Economia di Trento, intitolata “Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo”, organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing.

    “L’Italia ha fatto i compiti a casa. Siamo in uno stato di grazia che però non ci sarà garantito per sempre ecco perché abbiamo bisogno di piani di sviluppo nazionale”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in collegamento con il Festival dell’Economia di Trento. Bonomi si è soffermato sull’andamento della crescita da parte delle maggiori economie Ue. Sulla Germania “anche gli ultimi dati dicono che è in forte rallentamento, in recessione tecnica. Questo non vuol dire che non ci sarà un recupero verso la fine dell’anno ma è chiaro che il loro modello è in crisi e quindi stanno cercando una nuova dimensione”, afferma, osservando che “si erano sbilanciati fortemente sul mercato cinese e tutto ciò sta iniziando a mancare” accanto al “cambiamento di governo. Tutto questo è andato in crisi e questo non ci deve però far star tranquilli perché sappiamo benissimo quanto l’industria italiana è inserita nelle catene del valore aggiunto”.

    Quanto alla Francia “non sta andando molto bene ma anche qua dobbiamo dire che non è che mal comune fa mezzo gaudio, anzi ci preoccupa perché se guardiamo i dati commerciali verso la Francia stanno migliorando tantissimo a favore degli italiani negli ultimi anni”. Quindi, prosegue, “avere due partner europei che in questo momento stanno zoppicando, non ci aiuta”.

  • Ucraina, Nobel Pace Yunus: si parla di pace, ma soldi sono destinati a guerra

    di Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

    L'attuale sistema economico “è orientato ai conflitti, parliamo di pace, ma il sistema va in un altro senso. Vogliamo la pace, ma non vogliamo spendere un centesimo per questo. Diciamo che non vogliamo i conflitti, ma destiniamo i nostri soldi alle armi e alla guerra”. Lo ha detto Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006 e fondatore di Grameen Bank, a margine del panel a cui ha partecipato nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento.

    “Andrebbero creati strumenti di pace, non di guerra. Abbiamo eserciti per combattere le guerre, ma non ci sono ‘eserciti di pace', nel sistema bellico finiscono miliardi di dollari. La nostra mente non pensa alla pace, ma alla guerra e quindi abbiamo i conflitti”, ha detto, sottolineando che “il modo di pensare è squilibrato, non si parla di tecnologie per la pace, ma di tecnologie per la guerra”.

  • Clima, Nobel Pace Yunus: cambiamento è reale ma abbiamo preso una via suicida

    ”Stiamo percorrendo una via suicida: presto finiremo estinti come i dinosauri se andremo avanti su questa strada. Il cambiamento climatico è una realtà. Sì, se ne parla molto ma le parole non risolvono il problema, solo le azioni possono cambiare le cose. C’è la necessità non più rimandabile di avere nuove idee e sperimentare altrettanto nuove strade. C’è bisogno di creare una nuova civilizzazione. Vale a dire: portare con noi quello che funziona e lasciare indietro quello che non funziona. E in questa strada i giovani giocano un ruolo cruciale”. Lo ha detto Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006 e fondatore di Grameen Bank, intervenendo all’ultima giornata del Festival dell’economia di Trento.

    Yunus: I giovani hanno in mano il potere di cambiare il mondo
  • Nobel pace Yunus ai giovani: “Cambiate il mondo cercando il vostro scopo nella vita”

    Lunghe file, sala piena e ovazioni per il Premio Nobel Muhammad Yunus al Festival dell’economia di Trento. Appello ai giovani: “Cambiate il mondo cercando il vostro scopo nella vita e perseguendo non l’obiettivo della ricchezza ma della felicità e della risoluzione concreta dei problemi del mondo”.

    Dal Festival dell’economia di Trento, dove ha parlato, firmato autografi e libri e tenuto un’affollata conferenzs stampa, il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus è partito per Milano, per discutere una possibile collaborazione con le Olimpiadi invernali 2026 di Milano Cortina. Yunus è advisor delle Olimpiadi di Parigi 2024, per le quali ha elaborato un progetto di social business, incentrato soprattutto sul riutilizzo del villaggio olimpico a fini di edilizia sociale, in particolare per gli homeless.

  • Masciandaro (Bocconi): Bce sia più trasparente nella lotta contro l'inflazione

    La Banca Centrale Europea ha rialzato drasticamente i tassi di interesse per frenare l'inflazione e riportarla a quel 2% che è il livello che la Bce deve cercare di mantenere per mandato. Non tutti concordano tuttavia sull'efficacia della politica messa in campo dall’Eurotower, in particolare per quanto riguarda una completa comunicazione del percorso intrapreso, come sottolineato da Donato Masciandaro, docente di Economics and Financial Regulator presso l'Università Bocconi di Milano. L'intervista - uno degli appuntamenti del Festival dell’Economia in corso a Trento - è di Isabella Bufacchi.

    Masciandaro: Bce sia più trasparente nella lotta contro l’inflazione
  • Buti: alti i costi della guerra all'inflazione della Bce

    Un rialzo poderoso dei tassi di interesse quello messo in campo nell'ultimo anno dalla Banca Centrale Europea allo scopo di fermare la risalita dei prezzi e riportare l'inflazione vicina al 2%, livello indicato nel suo mandato. Marco Buti, docente presso l’Istituto Universitario Europeo e fino al recente passato consigliere del Commissario europeo agli Affari economici e monetari, sottolinea in questa intervista di Isabella Bufacchi gli effetti collaterali di questa politica restrittiva dei tassi di interesse.

    Buti: Costi alti dalla guerra della Bce all’inflazione
  • Tremonti: timore per folle massa monetaria creata in questi 10 anni

    di Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

    «I rischi sull’Europa non sono italiani ma che mondo sarà finita la guerra. Temo la massa sconfinata di liquidità creata negli ultimi 10 anni, siamo sicuri che non genera rischi sull'economia dell'Occidente?». Così Giulio Tremonti, presidente Commissione Esteri della Camera, ex ministro dell'Economia, durante l'incontro “Il destino dell'Europa” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento.

    «Per me è stata una follia creare quella massa monetaria. Spero di no ma se c'è un rischio viene da quelle dimensioni», ha continuato Tremonti, spiegando che «quando è stato salvato l'euro con il “whatever it takes” dalla crisi, la crisi l'avevano creata due dementi - Merkel e Sarkozy - che hanno detto che gli Stati potevano fallire. Dopo 10 anni di errori, parliamo di whatever mistakes». In questo quadro, ha concluso Tremonti, «non ho paura della non realizzazione completa del Pnrr ma di quello che può succedere da quella roba lì (la liquidità molto elevata, ndr)».

    Tremonti: Follia aver creato enorme massa monetaria: “Whatever mistakes”
  • Freni (Economia): “Soldi Pnrr sui progetti che riteniamo strategici”

    “L’obiettivo di questa revisione del Pnrr è capire cosa non si può fare cosa si può fare. Stiamo mettendo i soldi su quei progetti che riteniamo strategici per la crescita del Paese, nuovi progetti o progetti vecchi che hanno subito aumenti di costo”. Così Federico Freni, sottosegretario per l’Economia e le Finanze, al Festival dell’Economia di Trento. Per quanto riguarda le residenze universitarie, Freni ha precisato che “l’unico modo è una partnership tra pubblico privato, perché richiede un soggetto gestore ex post”. “Noi cerchiamo di mettere insieme soggetto gestore e soggetto attuatore”, ha concluso, rilevando come ci sia un progetto di conversione del villaggio olimpico a residenza universitaria una volta finite le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

    Freni: Pnrr da riorganizzare per riallocare la spesa
  • Tremonti, più che salario minimo vanno creati nuovi posti

    di Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

    Alla domanda «se sono favorevole o meno al salario minimo, rispondo che dipende da cosa si intende. Secondo me dovresti dare posti di lavoro, che li creano le imprese. Non tanto conteggiare quanto dai ma creare posti di lavoro». Lo ha detto Giulio Tremonti, presidente Commissione Esteri della Camera, ex ministro dell'Economia, durante l'incontro “Il destino dell'Europa” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento.

  • Pnrr, Tremonti: complesso ma Italia farà di tutto per realizzarlo

    di Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

    Il Pnrr è molto complesso ma l’Italia farà di tutto per realizzarlo, anche se per le aree più sviluppati d’Italia non inciderà sulla crescita. Così Giulio Tremonti, presidente Commissione Esteri della Camera, ex ministro dell'Economia, durante l'incontro “Il destino dell'Europa” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento, aggiungendo di ritenere che il Pnrr «deriva dagli eurobond ma, visto che le idee giuste camminano in salita, dopo 20 anni abbiamo gli eurobond che finanziano Pnrr».

    Il Pnrr è di «enorme complessità per come è strutturato. Fin troppo strutturato, dentro c'è anche una nuova specie umana. La richiesta su strutture politiche, burocratiche e giuridiche è di enorme complessità», ha detto Tremonti, sottolineando che «va fatto il massimo possibile, sono sicuro che sarà così ma è veramente in salita». In questo quadro, economicamente, «l’Italia va abbastanza bene, se si guarda la mappa notturna dell'Italia, dove c'è luce, c'è Pil e il triangolo Milano-Torino-Genova è stato sostituito da Milano-Bologna-Venezia. L’economia italiana strutturata così va avanti anche senza Pnrr, perché ha la sua forza, il Pnrr serve per tutto il resto».

    Messori: Rischi nel breve termine da lotta Bce contro inflazione
  • Ue, Tremonti: strada giusta è politica estera ed esercito comuni

    Nel futuro dell’Europa ci sono «politica estera ed esercito comuni». Lo ha detto Giulio Tremonti, presidente Commissione Esteri della Camera, ex ministro dell'Economia, durante l'incontro “Il destino dell'Europa” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. «Andiamo verso quella direzione e dobbiamo andare verso quella direzione», ha continuato Tremonti, spiegando che il futuro dell’Europa deve essere una «combinazione tra Nazioni e spiriti comune».

  • Dl ponte, Salvini: primi fondi in prossima manovra, costo può calare

    I primi fondi per finanziare la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina arriveranno «nella legge di bilancio del prossimo inverno». Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, intervistato al Festival dell'Economia di Trento. Quanto al costo complessivo dell’opera, «i 13,5 miliardi di euro sono la cifra ipotizzata massima di spesa, conto che si possa arrivare con un minore costo».

  • Pil, Scarpetta (Ocse): incertezza su futuro, in Italia servirebbe più coerenza politiche

    di Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

    “C'è molta incertezza sul futuro, ma credo che il futuro sia anche nelle nostre mani. Credo che l'importante sia avere delle politiche che permettono a tutti di affrontare le sfide e le opportunità del futuro”. Lo ha detto Stefano Scarpetta, economista e director for Employment, Labour and Social Affairs dell'Ocse, a margine di uno dei panel a cui ha partecipato nell’ambito della XVIII edizione del Festival dell'Economia di Trento, intitolata “Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo”, organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing.

    Scarpetta ha sottolineato che “c'è molto da fare in termini di politiche del lavoro, della formazione, sociali e strutturali perché molto di quello che succederà nel futuro dipende anche dalle politiche che mettiamo in campo”. Rispondendo a chi chiedeva se l’Italia stia facendo abbastanza per costruire questo futuro, Scarpetta ha risposto che “bisognerebbe pensare di più al futuro che vogliamo nel nostro Paese. E ci vorrebbe soprattutto anche un po' più di coerenza delle politiche, nel senso che sono delle politiche che qualche volta inseguono il presente, ma che dovrebbero avere una visione più di medio periodo”.

  • Riforme, Salvini: non toccherei il ruolo del Presidente della Repubblica

    di Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

    «Non toccherei il ruolo del Presidente della Repubblica e darei ai cittadini la possibilità di indicare direttamente una maggioranza e chi la guiderà, prevedendo che non possano esserci ribaltoni politici nell'ambito della stessa legislatura». Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, intervistato al Festival dell'Economia di Trento, a chi gli chiedeva quale fosse la sua idea di riforma costituzionale.

  • Migranti, Salvini: «Sbagliato non ampliare flussi per manodopera»

    «Sarebbe sbagliato non ampliare i decreti flussi che possono permettere di avere manodopera qualificata. Altro paio di maniche è l’immigrazione malgestita dall’Europa che non ha ancora preso impegni su condivisione, ridistribuzione e controllo. L’Europa non ha ancora capito che Lampedusa è un confine europeo». Lo ha detto il vice premier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini.

  • Auto, Salvini: elettrica non è tutto per transizione climatica

    «Questo è un governo politico, non tecnico. Politicamente rispondiamo a chi ci ha dato il mandato. L’auto green significa che dobbiamo inquinare meno, accompagnando la transizione che non è un fulmine a ciel sereno. L’auto elettrica non è tutto. Ci sono euro diesel che impattano meno delle batterie di certe macchine elettriche. Ogni Stato deve essere libero di arrivarci come meglio crede». Lo ha detto il vice premier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini al Festival dell’Economia di Trento.

  • Codice appalti, Salvini: «Dal 1° luglio cambierà vita a enti locali e imprese»

    «Per il Codice degli appalti abbiamo rispettato i tempi previsti dall’Europa: entrerà in vigore come richiesto il 1° luglio. Il Codice degli appalti è norma, è legge grazie anche al Consiglio di Stato e cambierà la vita a sindaci, amministrazioni, imprese e cittadini. Da domani inizieremo a spiegarlo a tutti. È improntato sul principio della fiducia e sul raggiungimento dei risultati. L’appalto e il cantiere è digitalizzato e dunque trasparente. Poi sì, certo, abbiamo accorciato i tempi burocratici. Se i tempi vengono compressi ne guadagnano tutti e chi ha intenzione di corrompere ha meno possibilità di insinuarsi». Lo ha detto il vice premier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini in videocollegamento all’ultima giornata del Festival dell’Economia di Trento.

  • Pnrr, Salvini: «In pochi giorni risposta ministri a Fitto su timing progetti»

    «Il ministro Fitto sta chiedendo a ciascun ministero» le tempistiche dei progetti del Pnrr e «penso che nell'arco di pochi giorni ci sarà la risposta». Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, intervistato al Festival dell'Economia di Trento. «So che il ministro Fitto e il presidente Meloni stanno lavorando alacremente, facendo la spola tra Roma e Bruxelles. L'obiettivo è di spendere bene e tutti i denari assegnati. Se qualche progetto per tempi tecnici non potrà finire entro giugno 2026, mi sembra di buon senso trasferire quelle risorse a un altro progetto, che finirà in tempo».
    Dal ministero delle Infrastrutture, sottolinea, «passeranno 40 miliardi più 20 miliardi tra Pnrr e fondi complementari. Sono fiducioso e ottimista. Stiamo solo verificando punto per punto, e sindaco per sindaco, che tutti stiano mantenendo la tabella di marcia prevista» e «a oggi non ho segnalate criticità evidenti».

  • Natalità: Blangiardo, per rilanciarla valorizzare l’immigrazione

    «La denatalità? Non si tratta certo di un problema nuovo. Adesso l’Italia rischia di non essere più un grande Paese. È ormai necessaria una sorta di ’chiamata alle armi’ per gestire le dinamiche legate alla denatalità e invertire la rotta. Una delle strade da percorrere, anche se non è l’unica, per rilanciare la natalità, è quella di valorizzare l’immigrazione». Lo ha detto l’ex presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia all’università Bicocca di Milano, intervenendo al Festival dell’economia di Trento per commentare le previsioni dell’Istituto di statistica che per il prossimo futuro rilevano che in Italia potrebbero perdersi 11 milioni di residenti.

  • Salvini: «L’ente provincia deve tornare a esistere»

    «L’ente provincia deve tornare a esistere, con tutti gli onori e oneri, con rappresentanti eletti da tutti i cittadini. Le province allo stato attuale non sono in grado di poter far fronte alle esigenze di scuole e territori». Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, nel corso di un incontro nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma.

  • Miriam Leone, intervista su “L’intelligenza del cuore”

    “Intelligenza del cuore: la gestione del successo”, questo il tema dell’intervento dell’attrice e conduttrice Miriam Leone, intervistata dalla giornalista Nicoletta Polla Mattiot, direttore How to Spend It, al festival dell’Economia in corso a Trento presso la Filarmonica.

  • Tajani: coalizione tra popolari, liberali e conservatori per una svolta all’economia europea

    «Dopo le elezioni europee del 2024 penso a una alleanza tra popolari, conservatori e liberali. Un percorso che si può ripetere. Una trattativa sul simbolo è fuori dal reale. Nessuno ha chiesto nulla a nessuno, posso smentire assolutamente». Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Festival dell’Economia a Trento, commentando le indiscrezioni sulla richiesta a Fdi di togliere la Fiamma dal simbolo per entrare nell’alleanza europea.

  • Tajani: posizioni di Timmermans sull’ambiente legate alla politica

    «Non condivido molte delle posizioni di Frans Timmermans (il vice presidente della Commissione europea, ndr), l’ambiente è parte della natura ma al centro della natura c’è l’uomo. Alcune sue scelte mi pare siano legate più a vicende politiche che alla lotta al cambiamento climatico, c’è anche un interesse elettorale perché mi pare che Timmermans voglia essere il candidato presidente della Commissione dei socialisti». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Festival dell’Economia a Trento”. «Siamo impegnati fortemente nella lotta contro il cambiamento climatico, vogliamo ridurre le emissioni di Co2, puntare su una economia verde. L’importante è avere una visione pragmatica e non ideologica, dobbiamo dare obiettivi all’agricoltura e alle imprese che possano essere raggiungibili». Sul fronte del cambiamento climatico «si deve lavorare con prudenza e saggezza ma senza posizioni ideologiche quasi religiose».

  • Vino, Tajani: decisione Ue su etichettatura Irlanda è illiberale

    «Sono liberale, credo nel libero mercato e a volte ci sono decisioni che contrastano con i fondamenti dell’Ue. Per esempio, bloccare il vino italiano, vuol dire bloccare lo sviluppo del mercato, sbaglia la Commissione Ue a fare una valutazione positiva della decisione presa dall’Irlanda» sull’etichettatura del vino come per le sigarette. «È decisione che va contro il libero mercato». Lo ha detto Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e vice premier, durante l'incontro “L’export dell’Italia, il motore del Paese” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. In Europa, «a volte c’è una posizione oltranzista contro la dieta mediterranea: il nutriscore è un tentativo di colpirla e credo ci siano anche degli interessi economici dietro», ha continuato Tajani, aggiungendo che «vogliamo essere liberi di mangiare ciò che ci piace senza essere invasi da altri prodotti. Saremo fermi, continueremo a combattere per difendere la dieta mediterranea che dal punto di vista della salute fa bene. Siamo strenui difensori della dieta mediterranea, non la vogliamo imporre a nessuno ma non possono dirci che il vino fa male».

    PER APPROFONDIRE : Etichette allarmistiche irlandesi sul vino, aumentano i Paesi contrari

  • Mes, Tajani: «Favorevole ma qualche riserva su regolamento c’è»

    «Ci sono sensibilità diverse tra i partiti: io non sarei contrario al Mes, ma se il regolamento non è sufficientemente europeista alcune riserve le abbiamo anche noi di Forza Italia che siamo favorevoli in teoria al Mes». Lo ha detto Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e vice premier, durante l'incontro “L’export dell’Italia, il motore del Paese” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. «Bisogna capire qual è la visione che abbiamo e come utilizzare gli strumenti finanziari per favorire la crescita. Quale è la visione strategica per gli interventi macro economici che sono strumentali al micro economico: è la finanza che deve aiutare l’impresa, non viceversa», ha aggiunto Tajani.

  • Inflazione: Tajani: alzare tassi in maniera eccessiva è un danno

    «Se alziamo i tassi in maniera eccessiva, facciamo un danno e rischiamo di spingere il paese verso la recessione come sta succedendo in Germania». Lo ha detto Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e vice premier, durante l'incontro “L’export dell’Italia, il motore del Paese” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. «Il costo eccessivo del denaro non fa bene a un Paese», ha continuato Tajani, dicendosi «preoccupato e la mia preoccupazione è la stessa di Visco (governatore della Banca d'Italia) e Patuelli (presidente Abi)». In particolare, ha spiegato Tajani, «l’inflazione che c'è in Italia e in Europa non è provocata da fattori interni come negli Stati Uniti e lì bene fa la Federal Reserve ad alzare i tassi. Da noi, in Italia e in Europa è provocata dal costo dell’energia e dalla guerra. Le origini sono altre rispetto agli Usa». E, visto che «noi siamo una realtà industriale», per Tajani, «se vogliamo favorire la crescita dobbiamo facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese», concludendo che «andrebbe bene alzare i tassi se l’inflazione fosse provocata da fattori interni ma in Europa non è così».

  • Masciandaro: «Bce e Federal Reserve hanno sbagliato le previsioni sull’inflazione»

    Marco Buti (Istituto universitario europeo) e Marcello Messori (Università Luiss Guido Carli) propongono politiche fiscali più europee con più investimenti e risorse nei beni pubblici europei per accompagnare la politica monetaria. «La Bce tra il 2011 e il 2018 con il whatever it takes di Mario Draghi e poi il QE e l'espansione del bilancio ha svolto un ruolo di supplenza, con più potere che non aveva chiesto, unico strumento di politica economica: senza togliere sovranità fiscale agli Stati», ha ricordato Messori.

    Donato Masciandaro ha, invece, ricordato che «la Bce e la Federal Reserve hanno sbagliato la previsione sull'inflazione per un anno e mezzo, dicendoci che l'inflazione era temporanea e noi lo abbiamo creduto».

  • Pnrr: Tajani, utilizzeremo tutti i fondi discutendo con l’Ue le giuste modifiche

    «Non credo che si debba rinunciare a parte dei fondi, è chiaro che si possono utilizzare tutti i fondi, discutendo con Bruxelles e trovando le giuste modifiche affinchè servano per affrontare i problemi provocati dalla crisi». Lo ha detto il ministro degli esteri, Antonio Tajani a “Il caffè della domenica” a Radio 24.«Tutti i Paesi hanno delle contestazioni per alcune questioni da parte della Commissione Ue, è ovvio che si deve trattare con grande flessibilità, anche da parte della Commissione», ha aggiunto. «Sono convinto che è questione di poco per quanto riguarda la terza tranche. Se poi ci dovesse essere l’esclusione di una piccola parte, l’Italia farà le sue osservazione. Il Pnrr è stato scritto e deciso quando c’era ancora la crisi del coronavirus, ora le cose sono cambiate. La flessibilità è indispensabile».

    Capasso: «Sono un artigiano digitale»
  • Nobel Yunus: «Sul clima mondo è suicida, bisogna creare nuova civiltà»

    Il cambiamento climatico è un problema pressante e crescente a livello globale e, senza un’azione rapida, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche. «Stiamo percorrendo una via suicida, saremo presto estinti come i dinosauri se andremo avanti su questa strada. È un fatto scientifico, la temperatura globale diventa sempre più alta e il cambiamento climatico è una realtà. Se ne parla molto, ma le parole non risolvono il problema, solo le azioni possono cambiare le cose». Lo ha detto Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006 e fondatore di Grameen Bank, intervistato durante il Festival dell’Economia di Trento, sottolineando che «bisogna sperimentare nuove strade, avere nuove idee, perché percorrendo le vie vecchie non si raggiungono nuove destinazioni». Secondo Yunus, «dobbiamo creare una nuova civilizzazione, portare con noi quello che funziona e lasciare indietro quello che non funziona, trasformando il mondo in cui viviamo e cercando di rendere il mondo un posto migliore». Per fare questo, le nuove generazioni potranno giocare un ruolo cruciale: «Hanno le idee più creative, sanno trovare vie nuove, possono essere gli artefici di questa nuova civilizzazione», ha detto.


  • Tamborini (Università di Trento): in area euro sono complessi i meccanismi di trasmissione delle politiche monetarie

    Roberto Tamborini (Università di Trento): «La banca centrale ha un'unica leva che è quella di manovrare i tassi. Ma in un'area dell’euro fortemente eterogenea, con 20 economie molto diverse, i meccanismi di trasmissione delle politiche monetarie sono molto complessi. A questo si è aggiunta l’eterogeneità dell'impatto della crisi energetica e aumento dei prezzi del gas». Lo ha ricordato Roberto Tamborini dell’università degli Studi di Trento. «La casa comune dell'euro ha un difetto costruttivo, è costruita su tre pilastri non quattro: 1 irreversibilità dell'euro; 2 ortodossia monetaria, una banca centrale con un unico scopo di stabilità dei prezzi; 3 ortodossia fiscale con sovranità fiscale degli Stati membri. Quando arriva uno shock, un movimento tellurico, o il secondo o il terzo pilastro devono essere sacrificati. E così è stato con la crisi del debito o la pandemia». (I.B.)

    Tamborini: La Bce non sia lasciata sola contro l’inflazione
  • Formazione digitale, fortissima crescita anche nel post pandemia

    di Cristina Casadei

    Fabio Vaccarono, Presidente e Ceo di Multiversity, al Festival dell'Economia di Trento ha spiegato che «istruzione e formazione superiore sono in piena trasformazione, grazie a tecnologie e innovazioni nei modelli di apprendimento, leve fondamentali per colmare il significativo ritardo educativo in Italia, penultimo Paese in Ue per numero di laureati. Negli ultimi anni, le modalità di apprendimento hanno subito una spinta importante verso forme di didattica digitale e interattiva. Nel 2020 oltre uno studente su cinque ha usato materiale didattico online, con ulteriore crescita nel 2021. In Spagna il 20% dei laureati proviene da università digitali. E tutto è ormai acquisito, senza inversioni di rotta, nel post pandemia. Multiversity è il primo gruppo in Italia e il secondo in Europa nel settore Education. Ne fanno parte Pegaso, l'Universita' digitale leader in Italia, Mercatorum, l'Universita' delle Camere di Commercio e l'Università San Raffaele. Conta oltre 220mila studenti, 66 percorsi di laurea e 300 tra master e corsi post laurea e post diploma. Dall’unione tra Multiversity e il Il Sole 24 Ore, è nata Sole 24 Ore Formazione, la Scuola di eccellenza per l'executive education nel nostro Paese.

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  • Masciandaro (Bocconi): la Bce dovrebbe essere una bussola, non un galleggiante

    «La Bce nel dire che decide volta per volta alla luce dei dati non ci sta dicendo nulla, non dice nulla a imprese e famiglie che a loro volta decidono sulla base di aspettative e fiducia. La Bce dovrebbe essere una bussola non un galleggiante». Lo ha detto Donato Masciandaro (università Bocconi, editorialista del Sole24ore). «Una banca centrale che non comunica sull'andamento futuro dei tassi con più trasparenza rischia di essere meno efficace di quello che potrebbe essere», ha sottolineato Masciandaro. (Isabella Bufacchi)

  • Sistema elettrico, nel 2022 in Italia installata capacità per 3 GWh

    Cambia la forma dell’infrastruttura di rete che supporta il nostro sistema elettrico: da pochi impianti di produzione a una generazione distribuita spinta dallo sviluppo delle rinnovabili. La transizione verde e digitale passa di qui. In Italia nel 2022 sono stati installati 3 GWh di capacità, di cui 2,3 di fotovoltaico: 206mila impianti, di cui 188mila sotto i 10 KWh. I numeri sono di Althesys, li ha citati il ceo Alessandro Marangoni al Festival dell’Economia di Trento, nell’incontro “Reti digitali delle fonti di energia rinnovabile e rete unica delle telecomunicazioni”. C’è molto da fare, per centrare gli obiettivi europei del 42,5% del consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030. L’avvocata Catia Tommasetti dello studio BonelliErede ha approfondito il tema delle comunità energetiche rinnovabili, che in Italia sono 35 (quelle operative) contro le quasi 5mila tedesche. La professoressa Valeria Termini, già commissario Arera, ha ricordato il geotermico come fonte rinnovabile su cui l’Italia potrebbe puntare di più. Francesco Caio, advisor del Politecnico di Milano e già commissario per l’Agenda digitale, ha sottolineato come energia e digitalizzazione siano due facce di una stessa medaglia: la tecnologia è matura. Bisogna agire adesso. (Sara Deganello)

  • Qualità della vita: Siena in testa per i bambini, Ravenna per i giovani e Trento per gli anziani

    Presentate in anteprima nella sala Depero del Palazzo della provincia le nuove classifiche della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani. Siena in testa per i bambini, Ravenna per i giovani e Trento per gli anziani. Domani sul Sole 24 Ore, in edicola e online, tutti gli indicatori che compongono le classifiche e i risultati di un inedito questionario sulle aspettative dei giovani realizzato da Noto Sondaggi. Stamattina, dopo la presentazione dei risultati, hanno preso parte al dibattito il demografo Alessandro Rosina, il presidente del Forum delle Associazioni familiari Adriano Bordignon e Luciano Malfer dell'Agenzia trentina per la coesione sociale. Il confronto si è concentrato sul ruolo cruciale, in un paese in piena crisi demografica, del rinnovo generazionale. Mettere al centro delle politiche nazionali e locali i giovani diventa strategico per avere ricadute positive sia sulla natalità che sulla sostenibilità del sistema nazionale di welfare. (Michela Finizio)

  • Inflazione, Messori (Luiss): «Bce non poteva fare altrimenti»

    Marco Buti (Istituto universitario europeo): l'inflazione ci rende tutti più poveri. serve un'allocazione equa di questo costo anche con la politica economica. Lo ha detto in occasione dell’incontro “Bce tra inflazione e recessione”, organizzato in occasione del Festival dell’Economia di Trento. All’incontro partecipano anche Donato Masciandaro (professore ordinario di Economics of Financial Regulation, Università Bocconi), Marcello Messori (Università Luiss Guido Carli) e Roberto Tamborini (Università degli Studi di Trento).

    Marcello Messori ha poi detto che «la Bce non avrebbe potuto fare diversamente da quello che ha fatto, una risposta dura e rapida all'eccesso di inflazione: l'incremento di tassi più rapido nella storia dell'euro». Per lui la causa scatenante dell'eccesso di inflazione (è arrivata al 10%) proviene dal lato dell'offerta ma la banca centrale ho solo lo strumento di riduzione della liquidità e rialzo dei tassi agendo sulla domanda e rischiando così la stagflazione, rischio che è sempre più concreto. (Isabella Bufacchi)

  • Idrogeno verde: avanti tutta con lo sviluppo, ma senza tralasciare soluzioni alternative

    di Celestina Dominelli

    L'idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili rappresenta e potrà rappresentare un cruciale alleato nella decarbonizzazione del sistema economico, a partire dall'industria energivora e dai trasporti, ma, nel breve e medio periodo, non bisognerà trascurare soluzioni alternative come l'idrogeno grigio (sviluppato, cioè, da fonti fossili) in associazione alla cattura e allo stoccaggio del carbonio per tagliare le emissioni. E sarà necessario intensificare gli sforzi per rendere questo vettore energetico più competitivo, magari sfruttando la proposta di riforma del mercato elettrico al vaglio dell'Europa, in modo da introdurre strumenti di contrattazione di lungo termine che ne garantiscano la maggiore competitività economica.

    È questo il messaggio che arriva dal panel “La rivoluzione attesa dell'idrogeno”, di scena nella mattinata di domenica al Festival dell'Economia, che ha riunito sullo stesso palco le aziende, rappresentate da Dina Lanzi, head of hydrogen technical development di Snam, e da Diego Cattoni, amministratore delegato di Autostrada del Brennero, e il mondo accademico con tre economisti del calibro di Lucia Visconti Parisio (Università di Milano Bicocca), Luigi De Paoli (Università Bocconi di Milano) e Luigi Paganetto (Università di Roma Tor Vergata).

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  • Walesa: «Manca coordinamento unitario a capo dell’Europa»

    «Manca una coordinazione unitaria a capo dell’Europa unita. Da soli non ce la si fa e ci vuole qualcuno che ispiri e faccia da guida. È molto importante avere influenza come elettorato sulle forze politiche perché le tendenze nazional popolari stanno prendendo la mano un po’ dappertutto. Né Francia né Italia hanno possibilità di prendere le redini nelle loro mani. Tutti in Europa prendano in mano il loro destino e costruiscano una forte leadership che la possa portare avanti». Lo ha detto Lech Wałesa.

  • Walesa: «Comunismo ha fallito ma capitalismo vince con dei trucchi»

    Dopo il dualismo comunismo-capitalismo che ha contraddistinto una parte del XX secolo, oggi è il momento di tracciare una nuova strada del capitalismo che deve correggere le sue storture. È il messaggio arrivato da Lech Walesa, premio Nobel per la Pace 1983, durante l'incontro “Solidarietà e valori nel XXI secolo” nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento. «Il comunismo sulla carta è migliore, e per questo tanti giovani si fanno affascinare da questo ma devono stare attenti. Il comunismo in ogni tentativo fatto ha fallito, quindi eliminate il comunismo», ha detto Walesa, aggiungendo che il capitalismo, il sistema che è risultato vincente, ha comunque delle criticità: «Vince con dei trucchi, è stato descritto come una corsa di topi». Per questo, ha continuato Walesa, «il nuovo capitalismo dovrebbe lasciare il mercato libero e correggere tutto il resto», spiegando che «tutti devono vivere, anche chi è disoccupato».

    In questo quadro, per Walesa la soluzione si rintraccia nell’allargare la visione: «Se capiamo che il nostro interesse è continentale o addirittura globale la nostra visione cambia», e bisogna partire da dare una risposta a tre domande: «Quale fondamento deve essere il collante tra noi in Europa? Quale sistema economico? Come affrontare il populismo?». E in questo quadro serve chiarezza anche da parte dei partiti, perché oggi abbiamo «partiti di sinistra che hanno programmi di destra e viceversa. Chi se la cava sempre sono i partiti di ispirazione cristiana ma dentro questi partiti non c'è neanche un cristiano», ha concluso Walesa.


  • Walesa: senza Nato e Ue la guerra sarebbe in Polonia

    «I polacchi si sono rifugiati nella Nato e nella Ue, se non fossimo lì la guerra sarebbe anche in Polonia. L’Ucraina affronta questa guerra al posto nostro e noi la sosteniamo al massimo e vogliamo una volta per tutte mettere a posto la Russia», ha detto Lech Walesa, premio Nobel per la Pace 1983. Per l’ex presidente polacco, però, serve «riorganizzare l'Europa, tutto quello che è negativo è dovuto al fatto che manca una coordinazione unitaria in Europa». «Nulla si fa da solo, ci vuole uno che ispiri e guidi e quindi è importante avere un’influenza come corpo elettorale sulla politica perché le tendenze nazionali stanno prendendo la mano», in molti paesi, ha aggiunto.

  • Ucraina: Walesa, unica possibilità di pace è che la Russia cambi il sistema politico

    Applauso in sala quando Walesa ha criticato i populismi, dicendo di non prendere esempio dalla Polonia. Poi ha aggiunto: pensate bene prima di mettere il voto sulla scheda. Sulla camicia del fondatore di Solidarnosc è visibile anche una bandiera ucraina, che, dice,«noi sosteniamo al massimo». Poi aggiunge che «la Russia ha un sistema politico sbagliato: se ci fosse il limite dei due mandati non ci sarebbero stati nè Putin ne Stalin, non ci sarebbe questa banda di malfattori». In ogni caso, sostiene, è necessario cercare «di convincere i russi non con le armi, ma con la persuasione». «L’unica possibilità di pace è che i russi cambino il loro sistema politico e questo non si ottiene con le armi. Ma anche la resa dell’Ucraina non sarebbe una soluzione».

  • Sala piena di giovani per Walesa

    Auditorium Santa Chiara pieno di giovani per l’appuntamento su “Solidarietà e valori nel XXI secolo” con l’ex presidente polacco e premio Nobel per la Pace, Lech Walesa. Sulla sua camicia i simboli della Costituzione polacca, la parola Costituzione in polacco, un’immagine della Madonna e la parola Solidarnosc.

  • Tajani: «Mani del centrodestra sulla Rai? Direttori sono giornalisti»

    «Non mi pare che sulla Rai ci sia tutta questa presa di potere del centrodestra. Ci sono dei direttori che sono dei giornalisti. Sono scelte di qualità. Poi se si vogliono fare polemiche va bene, ma mi sembra che ci sia una situazione equilibrata, corretta, con giornalisti di alto livello», ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani rispondendo a una domanda di Maria Latella a Il caffè della domenica su Radio 24 in diretta dal festival dell’economia di Trento.

  • Ultima giornata del Festival Economia di Trento, chiude Bonomi

    Giornata conclusiva del Festival dell’Economia di Trento, la rassegna organizzata dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma, giunto alla diciottesima edizione. A chiudere i lavori sarà il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Sono attesi gli interventi del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Prevista anche la partecipazione del Premio Nobel per la pace Lech Walesa.

    Quest’anno i lavori delle quattro giornata del Festival sono stati dedicati ad una riflessione sul futuro per analizzare le linee guida del cambiamento e le sfide del nuovo mondo di fronte alle guerre e ai cambiamenti della geopolitica, al rischio pandemie, all’emergenza energetica e climatica.

    Significativi i numeri della rassegna con la partecipazione di sei premi Nobel, 19 ministri e la premier Giorgia Meloni, oltre 90 relatori provenienti dal mondo accademico, 40 tra i più importanti economisti internazionali e nazionali, 60 rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, 35 relatori internazionali, ed oltre 40 tra manager e imprenditori di alcune delle maggiori imprese italiane e multinazionali.

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