“Saint Omer”, impegnato dramma giudiziario per riflettere
Nelle sale una delle grandi sorprese dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia: l'esordio nel cinema di finzione di Alice Diop
di Andrea Chimento
I punti chiave
2' di lettura
Uno degli esordi più importanti dell'anno: stiamo parlando di “Saint Omer”, opera prima nel cinema di finzione di Alice Diop, regista francese di origine senegalese che aveva già dimostrato buona mano con diversi documentari, a partire dall'intenso “Nous” del 2020.
Protagonista è la giovane scrittrice Rama, che assiste al processo a Laurence Coly, una donna accusata di aver ucciso la figlia di quindici mesi, abbandonata all’arrivo dell’alta marea su una spiaggia nel nord della Francia. Mentre il processo prosegue, le parole dell’imputata e le deposizioni dei testimoni arriveranno a sconvolgere le certezze della ragazza.
Esperta di “cinema del reale”, Alice Diop sceglie la finzione per realizzare una pellicola direttamente ispirata a una sua esperienza: la regista aveva infatti assistito a un processo inerente alla stessa, terribile tematica proposta in questo drammatico lungometraggio. Attraverso uno stile rigorosissimo, l'autrice ci trasporta nel processo in maniera coinvolgente, arrivando a scuotere lo spettatore con riflessioni sulla colpa e su una serie di dilemmi morali che si dipanano lungo la narrazione: il pubblico diventa così parte attiva, come se fossimo spettatori in tribunale che seguono tutta la complessa vicenda e le differenti testimonianze.
Ottima scrittura
Per come il film è realizzato, si può sentire una certa ridondanza, ma la scrittura è talmente precisa e coinvolgente da riuscire a sopperire perfettamente a ogni possibile limite.La messinscena si avvicina sempre di più ai volti degli imputati e dei testimoni nel corso della pellicola, come se volesse farci entrare lentamente nei loro pensieri e nelle motivazioni che hanno portato a un gesto tanto estremo.Nonostante la rigidità dell'impianto registico, il film riesce sempre ad appassionare e il merito va anche al buon lavoro di tutto il cast.
Tra le sorprese di questa stagione, “Saint Omer” è stato presentato in concorso all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove ha ottenuto due riconoscimenti molto importanti: il Gran Premio della Giuria e il titolo di miglior opera prima.
Il Gatto con gli stivali 2
Tra le novità in sala c'è anche l'atteso “Il Gatto con gli stivali 2”, seguito del film del 2011 incentrato su uno dei personaggi più amati della saga di “Shrek”.In questo secondo capitolo il protagonista si accorge che ha quasi consumato tutte le vite a disposizione: gliene rimane soltanto una e, mentre la morte lo insegue, si ritroverà coinvolto in una nuova avventura che lo porterà in un viaggio epico alla ricerca della leggendaria Stella dei Desideri nella Foresta Nera.Godibile e divertente, è un film ancora più riuscito del precedente capitolo: la narrazione è più profonda e l'intrattenimento è efficace al punto giusto, oltreché sempre supportato da una serie di spunti capaci di far riflettere grandi e piccini.Tra i titoli più validi degli ultimi anni tra quelli prodotti dalla DreamWorks Animation, “Il Gatto con gli stivali 2” funziona anche per la caratterizzazione dei tanti personaggi che il protagonista incontrerà lungo il suo cammino.
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