“Rumore bianco”, su Netflix il film tratto dal capolavoro di Don DeLillo
Arriva in piattaforma il film che ha aperto l'ultima Mostra del Cinema di Venezia. Protagonisti Adam Driver e Greta Gerwig
di Andrea Chimento
3' di lettura
Uno degli adattamenti più attesi dell'anno: dal capolavoro letterario omonimo di Don DeLillo, Noah Baumbach ha tratto il suo “Rumore bianco”, film che ha inaugurato l'ultima Mostra del Cinema di Venezia ed è ora disponibile su Netflix.
Baumbach è rimasto profondamente fedele allo spirito del testo di partenza per raccontare la vita di Jack Gladney, vera e propria eminenza per quanto riguarda gli studi hitleriani, che, insieme alla sua famiglia, si trova ad affrontare problematiche grandi e piccole della vita di tutti i giorni. La sua esistenza e quella dei suoi cari cambia improvvisamente quando una nube nera si alza da terra verso il cielo: un tragico incidente chimico avvenuto a poca distanza dalla loro abitazione li costringe a scappare da casa in cerca di riparo.
Diviso in tre parti (“Onde e radiazioni”, “Evento tossico aereo” e “Dylarama”) che seguono la scansione del romanzo, “Rumore bianco” è un film in cui Baumbach torna a sviscerare tematiche che ha spesso affrontato nella sua carriera, inerenti alle relazioni genitori-figli e alle complesse dinamiche coniugali: attorno a questi argomenti si muovevano i suoi lungometraggi migliori, da “Il calamaro e la balena” a “Storia di un matrimonio”.In questo caso, però, le ambizioni sono decisamente più alte poiché adattare DeLillo è una scelta tutt'altro che semplice (tra le precedenti trasposizioni si ricorda “Cosmopolis” di David Cronenberg): Baumbach riesce nell'impresa pur smorzando in parte la profondità del romanzo, a causa di alcuni passaggi resi un po' troppo frettolosamente e di alcune dinamiche che rischiano una certa superficialità.
Mescolare i registri
Il grosso pregio di questo film è però quello di essere riuscito a mantenere il costante cambio di registro narrativo del testo di partenza, mescolando tragedia e satira, dramma e ironia in maniera mirabile.Inizialmente coinvolgente e brillante al punto giusto, “Rumore bianco” cala un po' alla distanza, seppur il disegno complessivo rimanga coerente e capace di dare adito a più di uno spunto di riflessione. Benché la vicenda sia profondamente legata agli anni Ottanta e all'America Reaganiana che racconta, sono numerosi gli echi che si collegano alla contemporaneità e a una società per molti versanti decisamente simile a quella descritta, seppur in chiave parossistica.Grande prova di Adam Driver che si conferma uno degli attori più significativi della sua generazione, dopo le ottime performance in “Annette” e nel già citato “Storia di un matrimonio”, ma anche il resto del cast (tra gli altri, sono presenti Greta Gerwig e Don Cheadle) fa bene il suo dovere.
Tre di troppo
Tra le novità al cinema, invece, c'è “Tre di troppo”, nuovo film di Fabio De Luigi.Il regista interpreta anche uno dei protagonisti di questa commedia incentrata su una coppia che ha scelto di non avere figli.A differenza di tanti loro amici, si godono le giornate in tranquillità e senza troppi pensieri, ma il destino ha in serbo per loro altri piani: senza alcun motivo, una mattina i due si svegliano con la casa invasa da tre bambini. Essere la mamma e il papà di tre figli sconvolgerà enormemente le loro esistenze e ogni certezza, salda fino ad allora, si sgretolerà in mille pezzi. Lo spunto alla base della pellicola è curioso e non mancano passaggi godibili e divertenti, ma – fatta eccezione per la parte iniziale – il film diventa poi la fotocopia di diversi altri lavori precedenti, tanto da risultare una sorta di variazione su tematiche decisamente simili.Per passare qualche ora spensierata durante le feste può comunque bastare, ma non chiedetegli più di questo.
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