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Finanza sostenibile, Ispra aiuterà ministeri e authority contro il greenwashing

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale a capo della task force per contrastare il fenomeno. Al vertice della struttura la dg di Ispra, Maria Siclari

di Davide Madeddu

(REUTERS)

2' di lettura

Una task force contro il greenwashing a supporto di operatori finanziari, autorità vigilanti e imprese. A istituirla è l’Ispra, l'istituto Superiore per la protezione e ricerca ambientale che ora si trova ad affrontare la nuova sfida sulla finanza sostenibile. Perché la lotta ai cambiamenti climatici e gli obiettivi del Green deal passano anche per gli investimenti sostenibili. Proprio qui nasce la nuova sfida per l’istituto pubblico di ricerca, e il primo a livello europeo a svolgere questo ruolo oltre a essere «la prima pubblica amministrazione, a livello nazionale» a fornire supporto al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica al tavolo Mef per la finanza sostenibile.

Una task force a supporto di authority e ministeri

Punto di partenza per l’istituzione della task force, il «ruolo istituzionale che Ispra ricopre nell’ambito della finanza sostenibile, con l’applicazione del marchio Ecolabel Ue ai prodotti finanziari».

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E poi le richieste «pervenute da parte delle autorità di vigilanza e degli operatori finanziari che necessitano di dati e informazioni ambientali per dare supporto all’applicazione della tassonomia Ue agli investimenti sostenibili nel nostro Paese».

Nel percorso di Ispra c’è poi il “paper” realizzato nell’ambito della collaborazione tra l’Istituto e il Forum per la Finanza Sostenibile. C’è infine anche il ruolo di Ispra legato all’importanza dell’informazione ambientale scientificamente validata, prodotta da enti terzi attendibili e indipendenti che operano sulla base di dati pubblici.

Un ruolo di facilitatore

«Un investimento sostenibile – argomentano in Ispra – mira a creare valore per l'investitore e per la società nel suo complesso attraverso una strategia orientata al medio-lungo periodo che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra l'analisi finanziaria con quella ambientale e sociale, riducendo notevolmente il greenwashing».

A presiedere la task force sarà il direttore generale dell’Ispra, Maria Siclari, e l’organismo avrà il ruolo di “facilitatore” «per garantire il necessario supporto agli operatori finanziari, alle autorità vigilanti e di controllo, alle imprese». Ossia, svolgerà, senza costi giacché si tratta di un ente pubblico di ricerca, e come evidenziano dall'Istituto, un ruolo di «supporto ad autorità vigilanti ed operatori finanziari nella comprensione dei dati ambientali che produciamo, fondamentali in un’ottica di finanza sostenibile che debba quindi tener conto ed includere, nelle sue analisi e valutazioni, anche quella dell’impatto ambientale».

La normativa Sfdr

Una scelta importante che si inserisce un un contesto nazionale ed europeo che segna una crescita. «Tutto il quadro normativo europeo che si sta delineando su questa materia, dal Piano d’Azione dell’Ue per il finanziamento della crescita sostenibile del 2018, alla Sustainable Finance Disclosure Regulation (Sfdr), in vigore dal marzo 2021 - argomentano dall'Ispra - interesserà gradualmente dal 2024 oltre 50.000 società in tutta Europa, rispetto alle attuali 12.000 circa».

La crescita riguarderà a cascata, anche l'Italia, dove si dovrebbe passare dalle attuali 210 a circa 5.000 aziende. «Tale quadro - rimarcano ancora -intende recuperare ulteriori indispensabili risorse a servizio degli obiettivi della transizione ecologica e dell'autonomia energetica».


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