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Fino a 130 km all’ora per le auto con guida autonoma di livello 3

Gli Stati possono porre vincoli più restrittivi L’Italia sta valutando

di Maurizio Caprino

(AdobeStock)

2' di lettura

Si fa più concreta la possibilità di condurre una vettura o un mezzo commerciale leggero senza tenere le mani sempre sul volante: i sistemi di assistenza al conducente di livello 3, che stanno arrivando sul mercato del nuovo, potranno funzionare fino ai 130 km/h, contro i 60 km/h imposti sinora. Ma tutto può essere limitato da eventuali normative nazionali.

Sono passati sei mesi dall’approvazione dell’emendamento al Regolamento Unece n. 157, che entrerà in vigore a gennaio e ha portato il limite a 130 km/h, lasciando immutati gli altri vincoli (si vedano la scheda sopra e « Il Sole 24 Ore» dell’8 febbraio e del 5 luglio) all’attivazione piena del livello 3.

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Essa consiste sì nel demandare la guida ai sistemi di bordo senza che il conducente presti attenzione alla strada e al traffico, ma a condizione che egli rimanga sempre in grado di riprendere subito il controllo del veicolo quando è necessario (circostanze in cui normalmente saranno gli stessi sistemi ad allertarlo).

«Resta da chiedersi - dice Carla Piccitto, avvocato dello studio legale internazionale Dentons, tra le autrici della Global guide to autonomous vehicles redatta dallo stesso studio - se a questo avanzamento in sede Onu per uniformare le regole, fissando per il livello 3 requisiti che lo rendano ben fruibile all’utenza, corrisponderà presto un intervento da parte del legislatore nazionale per adeguare le infrastrutture stradali e viabilistiche del nostro Paese e far sì che si pongano le basi per consentire alla guida automatizzata di diffondersi in concreto».

Il ministero delle Infrastrutture, interpellato dal Sole 24 Ore, ha confermato che sta studiando il problema, come già dichiarato un anno fa. Ma ora appare chiaro che i tempi non saranno brevi: si parla di rivisitare il Codice della strada alla luce del progresso tecnologico. Ciò lascia capire che si tratterebbe di una miniriforma, cosa per la quale l’esperienza suggerisce che l’iter parlamentare non sarà snello.

Nel frattempo, il ministero precisa che il Regolamento 157 è applicabile anche in Italia: è stato firmato anche dalla Ue e non contrasta con l’articolo 46 del Codice della strada (quello che definisce i veicoli come macchine «guidate dall’uomo») perché il conducente resta sempre necessario e cambia solo il suo ruolo (deve non solo saper guidare ma anche interfacciarsi con i sistemi di guida automatica). Così l’Italia (come ogni altro Paese) potrebbe rifiutare immatricolazione e messa in circolazione di veicoli di livello 3 solo nell’improbabile ipotesi in cui ne dimostrasse la pericolosità.

A parte questa ipotesi, il Regolamento 157 prevede che, quando omologa un suo modello, la casa automobilistica deve dichiarare quali sono i Paesi dei quali il sistema di guida automatica rispetta le regole. Dato che per ora l’Italia non ha posto vincoli nazionali, i costruttori hanno la possibilità di immettere in vendita propri modelli con livello 3.

Qualcuno ipotizza che in Italia il loro uso possa essere limitato alle autostrade e a quelle superstrade che, essendo parte della rete europea Ten-T, nel prossimi anni diventeranno smart road (strade connesse coi veicoli in transito). Ma è ancora presto per fare simili ipotesi.

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