Firmata l’intesa con le imprese algerine. Bonomi: creato un ponte tra le due economie
Siglato un memorandum di intesa con CREA-Consiglio di Rinnovamento Economico Algerino (una nuova organizzazione imprenditoriale algerina, riunisce imprese private e pubbliche) che prevede una partnership strategica per favorire la cooperazione industriale tra le aziende italiane e algerine
di Nicoletta Picchio
2' di lettura
Una collaborazione strategica, che va oltre l'energia e si apre a molti alti settori innovativi, dalla farmaceutica all'agroalimentare, alla cosmetica, al turismo e alla meccanica, oltre che edilizia e infrastrutture, con l'obiettivo di creare un ponte tra il nostro paese e l'Algeria, in chiave economica, sociale e geopolitica. Le imprese sono protagoniste di questa nuova centralità del Mediterraneo, come dimostra la presenza ad Algeri del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in occasione della prima visita ufficiale del presidente del Consilio, Giorgia Meloni, in Algeria.
Il memorandum
Bonomi ha firmato un Memorandum di intesa con CREA-Consiglio di Rinnovamento Economico Algerino (una nuova organizzazione imprenditoriale algerina, riunisce imprese private e pubbliche) che prevede una partnership strategica per favorire la cooperazione industriale tra le aziende italiane e algerine. «Questo accordo rappresenta un ponte per favorire le relazioni economiche e sociali tra i due paesi e supportare le nostre imprese nell'espansione della propria rete in Algeria», è stato il commento di Bonomi dopo la firma dell'intesa. Ma la firma va anche oltre: «la sinergia tra le due comunità imprenditoriali può dare un contributo decisivo per lo sviluppo di relazioni economiche tra Europa, Italia, Algeria, le sponde del Mediterraneo e la più vasta area dell'Africa subsahariana». Si tratta di mercati, ha sottolineato Bonomi, che «da sempre Confindustria ritiene prioritari».
Dall’agroalimentare al farmaceutico
L'intesa con CREA e con gli altri partner locali apre «nuove opportunità di collaborazione in diversi settori che spaziano dall'agroalimentare al farmaceutico, dalla cosmetica al turismo, dall'edilizia alla meccanica, dalle infrastrutture alle costruzioni, con attenzione anche alla ricerca e sviluppo ed alla formazione tecnica di capitale umano». Una collaborazione quindi ad ampio raggio e Bonomi lo mette in evidenza: «la nostra strategia mira a promuovere partnership in cui il sistema industriale italiano può esprimere tutte le sue potenzialità nel contesto della diversificazione economica algerina, che prevede ampi margini per una penetrazione più radicata dal nostro made in Italy e delle sue filiere produttive». Il governo di Algeri, come è emerso in questi giorni durante la visita italiana, vuole imprimere un cambiamento alla propria economia, finora legata in modo prioritario all'energia.
Italia modello di riferimento per lo sviluppo delle Pmi
In questo cambiamento il nostro paese e il suo sistema imprenditoriale hanno grandi opportunità: «l'Algeria vede nell'Italia anche un modello di riferimento per lo sviluppo delle piccole e medie imprese». E «non solo per quanto riguarda le aziende attive nei settori tradizionali, ma anche di realtà più innovative, alla ricerca di potenziali partnership e opportunità condivise nell'ambito di due sistemi produttivi complementari, con molte affinità».
Interscambio commerciale Italia-Algeria cresciuto del 160%
I numeri testimoniano le ampie potenzialità di collaborazione: nei primi dieci mesi del 2022, spiega una nota di Confindustria, l'interscambio commerciale Italia-Algeria è cresciuto di circa il 160%, grazie anche al significativo aumento delle importazioni italiane di gas. Grazie proprio alle risorse che l'Algeria ottiene dall'export di idrocarburi il governo riuscirà a finanziare, come è nelle sue intenzioni, una serie di ambizioni progetti di diversificazione economica, che renderanno accessibili nuovi settori per esportatori e investitori italiani. Per andare in questa direzione il parlamento algerino ha già varato un nuovo Codice sugli investimenti esteri.
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