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Fleet manager, la sfida è stimare il valore residuo dell’elettrico a fine uso

di Vincenzo Conte

(Marco Santi Amantini - stock.adobe.com)

2' di lettura

La crescita dell’elettrico nelle flotte aziendali pone diverse questioni per i fleet manager. Chi ha ancora quote rilevanti di veicoli in proprietà deve essere attento all’andamento del mercato dell’usato di questi veicoli. «Secondo una nostra recente survey - dice Francesco Rocchi, Director Sales & Remarketing di Auto1 Group Italy – nel 2021 in Italia il 38% dei dealer ha venduto veicoli elettrici usati, contro il 60% dei Paesi nordici. Un’azienda italiana ha quindi grandi opportunità di rivendita tramite l’accesso a un network di commercianti internazionali. Questo vale non solo per la domanda, ma anche per i prezzi di rivendita, che sono molto più alti in paesi come Danimarca, Finlandia e Paesi Bassi».

Per le flotte che ricorrono all’Nlt (noleggio lungo termine) è fondamentale poter contare su una previsione attendibile in merito ai valori residui dei veicoli elettrici al termine del periodo d’uso.

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A questo proposito gli elementi da tenere in considerazione sono diversi: la capillarità e l’omogeneità sul territorio della rete di ricarica, l’elevato costo d’acquisto rispetto ai motori tradizionali, l’avanzamento tecnologico (che ha come rovescio della medaglia quello di portare a un invecchiamento più rapido dei modelli in commercio) e infine il piano d’incentivazione statale, che ha lo stesso effetto di uno sconto, causando pressione sul valore dell’usato e contribuendo a mettere in circolazione più veicoli rispetto alla reale richiesta.

«Parlando di numeri - sottolinea Marco Pasquetti, Head of Valuation Italy di Autovista Italia - attualmente i valori residui dei veicoli puramente elettrici crescono rispetto al 2021 del 17,7%, quelli dei full hybrid del 17,9% mentre quelli dei plug in hybrid del 4,6%».

Per il futuro l’incognita maggiore è costituita da come verrà gestito l’aumento dei costi dell’energia: a fronte di un elevato prezzo di listino ad oggi specialmente un veicolo elettrico ha dei costi di gestione piuttosto vantaggiosi che consentono competitività in termini di total cost of ownership, ma un aumento eccessivo del costo dell’elettricità potrebbe causare un calo della domanda. Per questi motivi da qui fino alla fine dell’anno è prevedibile un ridimensionamento della crescita dei valori residui rispetto alla situazione attuale, legato anche ad un confronto con le performance molto elevate dell'ultimo trimestre 2021.

«Per i veicoli Bev – continua Pasquetti – è prevedibile una chiusura a +13,2%, per i full hybrid al +11,5% e per i Phev una sostanziale stabilità al +0,2%. Per il 2023 il nostro outlook è di un’ulteriore crescita media intorno al 2%, mentre nel 2024 ci aspettiamo l’inizio di una progressiva normalizzazione del mercato dell'usato che ci farà lentamente tornare ai valori pre-crisi, con un calo prossimo al 2,5%».

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