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Formula 1, Verstappen primo in Canada. Sainz gli resta vicino, Hamilton sul podio

Il podio del Gran Premio di Montreal non era imprevedibile, ma guardando alla gara irrita. Grande rimonta di Leclerc. L’olandese intanto allunga in classifica

di Alex D'Agosta

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4' di lettura

Dopo un sabato umido, i settanta giri sotto al sole del Gran Premio del Canada 2022 hanno reso la domenica d’oltreoceano sicura ma anche meno movimentata di quanti avrebbero voluto più azione. Il risultato finale sancisce un podio non certo imprevedibile, ma decisamente irritante, pensando agli accadimenti in gara. Insomma, Verstappen ha resistito a una pressione incredibile durante tutta la gara e riesce a mettere dietro Sainz e Hamilton. Memorabile però la tenacia del giovane spagnolo in rosso, ancora a zero vittorie in carriera: ha cercato disperatamente sino all’ultimo di rosicchiare decimi fino alla bandiera a scacchi.

La variabile safety car

Anche se per il gioco dei cambi gomme si era già visto in prima posizione e anche se la Ferrari non gli ha fatto proprio ricordare un pit stop veloce, è stata proprio la «finestra» in cui ha fatto l’ultima sosta, in quel momento apparentemente fortunata che sembrava potergli assegnare il primo successo. Ma nonostante la sua gara più veloce, dove è stato anche più a lungo in «zona Drs» è andata: non solo per la sorte, perché le gare, in fondo, non si perdono solo agli ultimi giri. Il gran premio infatti era stato interrotto due volte da «attivazioni virtuali e reali» della safety car, che hanno messo Verstappen e Sainz su strategie diverse a due soste contro una probabile strategia a una sola sosta per la Ferrari, almeno prima delle fasi finali, cioè fino a che la safety car causata da un’uscita di Tsunoda chiudesse tutte le ipotesi e desse vita a una lotta diretta per la vittoria sugli stessi pneumatici dalla mescola dura, anche se con lo spagnolo su una gomma più giovane. Amara anche la domenica per l’idolo ispiratore di Sainz che partiva addirittura secondo: lo start in prima fila di Fernando Alonso si è trasformato infatti in un settimo posto per l’Alpine, dietro ai piloti Mercedes Hamilton e George Russell, mentre il recupero di Charles Leclerc dal fondo della griglia si è concluso con il quinto posto.

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Il ritiro di Perez

Sainz con un pochino di riverenza, forse, ha seguito Alonso nelle curve iniziali, mentre pochi metri più indietro l’anteriore sinistra di Hamilton ha sfiorato la piastra dell’ala anteriore destra di Kevin Magnussen proprio mentre la Haas ha attaccato coraggiosamente all’esterno della curva 3, rompendo la parte e lasciandola penzolare. Da lì in poi pochi eventi da segnalare, eccetto il ritiro eclatante di Perez. Di questa nona prova del mondiale sicuramente rimarrà impressa la prestazione maiuscola del leader, che ha portato a casa la sesta vittoria in nove gare di questa annata; la settima per il team contando il successo di Perez a Monaco. Anche se oggi i rumori «sinistri» del messicano hanno subito fatto pensare a gravi problemi idraulici, in media per il team Red Bull sembrano ormai dimenticati i tempi di inizio anno, con i due ritiri motore per il campione in carica.

Verstappen allunga in classifica

Anche questa gara mostra che i contendenti al titolo con la nuova generazione di monoposto possono e devono essere più di uno o due. A dirla tutta, si sarebbero sperate almeno tre o quattro squadre sullo stesso livello. Hamilton, nonostante il mal di schiena dei giorni scorsi, si è presentato a Montreal e ha dato tutto quello che aveva, portando comunque a casa il secondo podio stagionale. Uno in meno del team mate George Russell, ma sempre punti importanti per attendersi almeno un terzo posto fra i costruttori, considerando che il team Mercedes Amg esce da otto anni consecutivi di vittoria nella ranking delle squadre. La classifica piloti vede allungare in vetta alla graduatoria Verstappen, ora a quota 175 punti, con 46 lunghezze di vantaggio su Sergio Perez (129) e 49 su Charles Leclerc (126).

Per l’olandese si tratta del ventiseiesimo gran premio in carriera: ha fiducia nel suo talento, non ha mai mollato e ha vinto senza mai smettere di «crederci». Al di là della generale costanza e della sua sempre più matura capacità di «non sbagliare» come i piloti più maturi, c’è da dire che Verstappen aveva già iniziato ad accumulare vantaggio in partenza: era di 1,0s alla fine del primo giro su 70, ma d’altra parte Sainz ha impiegato fino alla fine del terzo giro per passare Alonso, utilizzando il Drs, per passarlo in prossimità delle ultime curve. Da lì in poi Verstappen ha continuato a guadagnare qualche decimo al giro su Sainz durante le prime fasi, in cui il pilota della Ferrari ha lottato con il graining degli pneumatici, ma lo spagnolo stava iniziando a invertire la tendenza quando il primo stint è stato interrotto dalla prima attivazione della virtual safety car. Distacchi neutralizzati al giro 9 per via di Perez, ma anche al 20esimo per Schumacher al 50mo per Tsunoda.

Per poco, insomma, Sainz ha sfiorato la sua prima vittoria in carriera. Sarebbe stato il giorno perfetto, in quanto nessuno avrebbe storto la bocca né si sarebbero create gelosie all’interno del garage: Leclerc partiva in fondo e, con grande fatica e resilienza, è risalito fino alla quinta posizione. Ma oggettivamente non poteva ambire a qualcosa in più.


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