Frau Merkel, quanto ci manchi
Abbiamo un po' di nostalgia per quella che era stata la nostra inflessibile guardiana: non ci resta altro, a questo punto, che chiedere venia per averla, a suo tempo, criticata troppo spesso
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
Pochi avrebbero immaginato che un giorno qualche italiano avrebbe rimpianto Angela Merkel. Sembrerà forse strano, ma è proprio così: in tutti questi anni molti di noi hanno considerato la Frau di ferro come la nemico uno dell'Italia, ma oggi, quasi paradossalmente, la cancelliera ci manca davvero.
Mai come in queste settimane avremmo, in effetti, bisogno di un partner europeo «sturm und drang» che, pur sgridandoci e mettendoci in riga, ci potesse comunque indicare la strada giusta per andare avanti (soprattutto con la crisi del governo Draghi in corso) e per superare l'emergenza economica.
Sarà che il successore di Angela a Berlino, Olaf Scholz, appare piuttosto incolore; sarà che la stessa locomotiva Ue - tra sanzioni a Putin, gas alle stelle ed inflazione galoppante -, sta cominciando a deragliare; sarà che ora non abbiamo più tanti punti di riferimento, con un autunno nero, nerissimo, alle porte ma siamo giunti al paradosso di sentire la mancanza di quella che era, un tempo, la nostra inflessibile guardiana europea.
Eppure, per anni abbiamo criticato la Merkel in tutte le salse perché la consideravamo “colpevole” per averci, spesso e volentieri, sbarrato la strada dello sviluppo. Almeno così credevamo. Qualche esempio. Chi non ricorda quando, sul palco assieme al francese Sarkozy, la signora teutonica prendeva elegantemente in giro il nostro premier d'allora, Silvio Berlusconi? O anche, poco più di dieci anni fa, quando fu accusata per una sua presunta ingerenza negli affari interni italiani dopo una telefonata all'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in cui avrebbe chiesto la testa dello stesso Berlusconi? O quando, esattamente dieci anni fa, si oppose alla politica economica portata avanti da alcuni Paesi dell'Unione, Italia e Grecia in primis? Un braccio di ferro. Ciò che convinse l'allora governatore della Bce Draghi ad intervenire massicciamente con il suo famoso «whatever it takes». Insomma, sembrava quasi che Frau Angela si divertisse a metterci i bastoni tra le ruote qualsiasi cosa l'Italia facesse. Lei, però, era pronta a sgridarci ma, al tempo stesso, era anche sempre disposta ad indicarci la retta via.
Ecco perché oggi ci manca tanto. Anche per un altro motivo: adesso la situazione è cambiata pure in Germania perché i tedeschi, pur rappresentando ancora la prima economia europea, non sembrano più in grado di essere il punto di riferimento di una volta. I dati parlano chiaro: la crescita economica di Berlino si è attenuata restando inferiore ai livelli pre-Covid mentre l'inflazione tedesca rischia di toccare nel 2022 il tetto del 7%. Certo, come è successo in tutto il mondo, ci sono stati ultimamente tanti e tali avvenimenti che prescindono comunque dal cambio della guardia in Germania e la stessa Merkel, se fosse stata ancora in carica, non avrebbe di certo potuto evitare i nuovi terremoti. Resta il fatto che il suo pensionamento si fa sentire e noi abbiamo un po' di nostalgia per quella che era stata la nostra inflessibile guardiana: non ci resta altro, a questo punto, che chiedere venia per averla, a suo tempo, criticata troppo spesso.
loading...