ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl graffio del lunedì

Frena il Milan, si schianta l’Inter: big in testacoda (aspettando il Napoli)

Un Campionato atipico, ma forse per questo ancora più bello. E le ragazze irresistibili delle Olimpiadi; peccato solo per i litigi e la magra figura dei maschi

di Dario Ceccarelli

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5' di lettura

Facciamo una modesta proposta che vale per tutti coloro che, ultimamente, parlano e scrivono di calcio. Non dateci più retta, non stateci a sentire. Soprattutto se si insiste troppo sugli schemi e sulle linee di gioco. Sulla profondità o sul collettivo. Sugli allunghi e sulle fughe.
Soprattutto diffidate da chi vi dirà che il gioco è fatto, che ormai la strada è in discesa, che lo scudetto è dietro l'angolo. Vade retro, toccate ferro. Non è più così. Come non ci sono più le mezze stagioni, non ci sono più gli squadroni di una volta, che strapazzavano le piccole e vincevano o pareggiavano con altre big. Ora è tutto liquido, tutto un caos, come le decisioni arbitrali. Qualcuno le capisce? Noi no, da tempo abbiamo smesso: troppo complicate. Come la riforma della giustizia o la legge elettorale. Non sappiamo, non capiamo, scusate tanto.

Una maionese impazzita

Qualcuno per esempio sa spiegare perchè è stato annullato all'Atalanta il gol del possibile pareggio con la Fiorentina? Pare per un fuorigioco di “spalla” di un giocatore (Hateboer) che non è neppure quello che ha segnato (Malinovskyi). Un fuorigioco di “spalla”? Di uno che neppure ha fatto gol? Boh. Non siamo intelligenti come Einstein, d'accordo. Ma anche lui, sarebbe molto perplesso.

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Che il calcio sia una maionese impazzita, lo si è visto in questo week end. Il primo colpo di scena è la frenata del Milan con la Salernitana. Un 2-2 acciuffato in extremis contro l'ultima del campionato. Con il portiere rossonero Maignan, osannato come il nuovo Donnarumma, che a va farfalle come fosse nel bosco. Tutti a scartamento ridotto i Pioli boys. Errori a ripetizione, gol sbagliati, una pallida controfigura della squadra al comando del campionato.

E tutti a dire: ecco il Milan si è giocato il jolly. Troppo supponente. È con le piccole che si mettono in tasca gli scudetti. «L’Inter mette la freccia» scrive la Gazzetta dello Sport. «Il calendario è il grande alleato dell'Inter», ribadisce il Corriere della Sera.

E invece...

E Invece nuovo ribaltone. Altro che controsorpasso. Se il Milan va in testa coda, l'Inter si schianta. Senza Bastoni e Brozovic, i nerazzurri a San Siro si fanno asfaltare dal Sassuolo Un bel 2-0 firmato da Raspadori e Scamacca (più traversa di Berardi) che manda a gambe all'aria il progetto di rilancio della squadra di Inzaghi, fino a un mese fa considerata già avviata al suo secondo titolo consecutivo. Ora è in caduta libera con quattro sconfitte nelle ultime sei partite.

Bravissimo il Sassuolo, veloce e micidiale in contropiede, ma in piena crisi fisica e di identità l'Inter, sciupona e imprecisa con i suoi attaccanti (Lautaro e Dzeko) e con un portiere, Handanovic, sempre più vulnerabile (madornale il suo errore sul tiro di Raspadori).

Che cosa succede all'Inter? Mistero. Fino a un mese fa Inzaghi veniva celebrato come l’ allenatore che ha fatto dimenticare Conte. Ora invece è sulla graticola. E tutti fanno impietosamente notare che, con lui, l'Inter ha sei punti in meno dell'anno scorso. Qualcuno parla di stanchezza. Altri dicono che la panchina è corta, che il mercato è stato deludente. Può darsi, ma senza quei tre minuti di pazzia nel derby col Milan, l'Inter sarebbe ancora in testa. Ora invece è a meno due dai cugini e rischia di essere superata anche dal Napoli impegnato questo lunedì col Cagliari.

Il fascino di non avere padroni

Un campionato senza padrone, insomma. Ma forse proprio per questo più affascinante. Anche l'Atalanta vuol fare l'americana. Come ormai è noto, l'Atalanta è diventata la settima società di Serie A con soci americani, avendo la famiglia Percassi ceduto il 55% delle proprie quote a un gruppo di investitori internazionali guidato da Stephen Pagliuca, presidente di un fondo di investimenti, Bain Capital, da 155 miliardi di dollari, azionista del Boston Celtics e candidato al Senato Usa con il Partito democratico.

Insomma, un notizia clamorosa, soprattutto per la velocità dell'operazione e per il forte legame che Antonio e Luca Percassi (comunque ancora ai vertici della società) hanno da sempre con la Dea. A Bergamo però tre quarti dei tifosi sono sotto choc. E adesso? Cosa sarà del nostro gioiellino? Con tante amenità sul glorioso “calcio romantico” spazzato via dagli imperialisti americani che faranno di Bergamo una filiale del Boston Celtics.

La secolare incoerenza italica

In Italia siamo proprio strani: da anni ci lamentiamo per quanto sia diventato periferico e indebitato il nostro calcio, sbaviamo per la Premier League, la Bundesliga e la Liga Spagnola, piangiamo perché in Champions ci martellano sempre, poi quando arriva qualcuno che ha soldi e volontà per investire, facciamo il diavolo a quattro.

L'Atalanta in questi anni è stata ben amministrata e cresciuta a livelli inimmaginabili, però diciamo la verità: quando arriva al dunque gli manca sempre trenta per fare trentuno. Essere piccoli è bello, ma anche provare a fare il grande salto, lo è altrettanto. Un po’ di sano ottimismo non guasta. E se poi si perde con la Fiorentina, come ha argutamente scritto il collega Ildo Serantoni, si potrà sempre dire che i viola hanno battuto una squadra di Boston...

Le ragazze irresistibili di Pechino (sull'orlo di una crisi di nervi)

Si chiudono i Giochi di Pechino con 17 medaglie in 8 discipline diverse e la domanda è: ma alla fine siamo stati bravi? No che non siamo stati bravi. Sono state brave le ragazze italiane, loro sì, davvero protagoniste con 9 medaglie e una fortissima capacità di stare al centro della scena.

Molto meno bravi gli atleti azzurri, i maschi, questa volta davvero deludenti sia come quantità (solo 7 in gara) sia come risultati, visto che gli uomini hanno conquistato solo 5 medaglie mentre le altre tre vengono dalle prove miste. Un flop quello dei maschi, in particolare nello sci alpino dove ormai non facciamo più paura a nessuno.

Se l'uomo (azzurro) delle nevi è in crisi, bisogna invece dare atto alle nostre ragazze che sono state quasi irresistibili anche se una osservazione fa fatta anche a loro: l'unico oro individuale individuale è quello di Arianna Fontana nei 500 metri dello short track.

Strepitosa questa ragazza: in cinque edizioni olimpiche ha conquistato 11 medaglie. L'unico neo è che Arianna non è più una ragazzina (31 anni) e che ben difficilmente sarà protagonista ai prossimi giochi in casa di Milano e Cortina.

Tutti pronti a litigare

Oltre al pesante flop degli uomini, torniamo da Pechino con un codazzo di polemiche vetriolo più o meno incrociate davvero sorprendenti. Mai visti tanti litigi e commenti velenosi come a Pechino. Un tutti contro tutti, con l'intervento perfino delle mamme (quella della Brignone che attacca Sofia Goggia) come capitava una volta ai concorsi di Miss Italia. Un bell'ambientino, insomma, molto in sintonia con questi tempi così litigiosi e permalosi. Colpa della pandemia? Dei social? Dei genitori invasivi? Chi lo sa. L'unica cosa certo è che nello sport, a questi livelli, si è sempre litigato e discusso, ma almeno una volta le mamme stavano zitte e si facevano i fatti loro.


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