Gerusalemme, attentatore 13enne ferisce due israeliani. 42 arresti per l’assalto alla sinagoga
Oggi altri due israeliani feriti in un nuovo episodio terroristico. Hezbollah loda l’attacco sferrato venerdì dall’attentatore palestinese Alkam Khairi nel quartiere di Neve Yaakov che ha provocato sette vittime
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Non si ferma la spirale di violenza terroristica iniziata la sera di venerdì a Gerusalemme con un attentato vicino ad una sinagoga che ha provocato - ma il bilancio è provvisorio - la morte di sette civili israeliani. Oggi, altri due israeliani, padre e figlio, sono stati feriti in modo grave nel corso di un nuovo attacco con colpi di arma da fuoco all'ingresso del sito archeologico della Città di Davide a Gerusalemme Est. L’autore dell’attentato, secondo quanto riferisce la Radio Militare, è un palestinese di 13 anni: l’adolescente è stato ferito in modo grave dopo l’attacco.
La polizia e le forze dello Shin Bet sono arrivate sul posto in pochi minuti dopo l’allerta delle forze dell’ordine. La polizia sta attualmente indagando sull’identità dell’aggressore che è stato “neutralizzato”, come hanno spiegato gli agenti senza fornire ulteriori dettagli sulle sue condizioni. Maariv afferma che sono in corso ricerche nell’area per valutare se l’uomo avesse complici.
L’attentatore della sinagoga ucciso dalla polizia
Per l’attentato più sanguinoso, almeno 42 persone sono state arrestate dalla polizia. Tra queste anche i membri della famiglia dell’attentatore. I fermati sono tutti residenti del quartiere di a-Tur, a Gerusalemme est. L’esercito e la polizia hanno intanto elevato lo stato di allerta in tutto il Paese, con ulteriori spiegamenti di forze in Cisgiordania ed il presidio di luoghi pubblici in Israele.
La sparatoria della sera del 27 gennaio, la più mortale dal 2008, è avvenuta nel quartiere di Neve Yaakov a Gerusalemme, vicino ad una sinagoga, nel giorno di preghiera dello shabbat, il sabato ebraico. Almeno altre 5 persone sono invece rimaste ferite, di cui alcune in modo grave. L’assalitore - riportano fonti di sicurezza - “è stato ucciso”. Il premier israeliano Benyamin Natanyahu, che si è recato sul luogo dell’attentato definendolo “uno dei più gravi degli ultimi anni”, ha assicurato che il governo, valutata la situazione, e agirà “con decisione”, e ha invitato i cittadini a “non farsi giustizia da soli”.
Il movimento islamico libanese di Hezbollah ha lodato l’attacco sferrato dall’attentatore palestinese: “Hezbollah elogia l’eroica operazione di martirio portata avanti dal combattente martire Khairy Alqami nella Gerusalemme occupata”, si legge in una nota. In conseguenza della sparatoria le autorità israeliane hanno aumentato la presenza delle forze della sicurezza in Cisgiordania, inviando un ulteriore battaglione, mentre il numero delle persone arrestate in relazione all’attentato è arrivato a 42. “La polizia ha arrestato 42 sospetti per interrogarli, alcuni dei quali appartenenti alla famiglia del terrorista”, ma anche residenti del suo quartiere a Gerusalemme est, si legge in una nota della polizia.
Attacco in due fasi nel rione ortodosso
L’attacco a colpi d’arma da fuoco nella serata del 27 gennaio avvenuto a Neve Yaakov, rione ortodosso di Gerusalemme che si trova circa 7 chilometri a nord della città vecchia, si sarebbe svolto in due fasi: prima davanti alla sinagoga poi in un punto poco più avanti. Fonti della polizia hanno detto che le forze di sicurezza sono a caccia di possibili fiancheggiatori dell’attentatore.
l terrorista è stato identificato come Alkam Khairi, originario di Gerusalemme est, e si è appreso che non aveva legami noti con il terrorismo prima dell’attacco, diversamente da quanto ipotizzato inizialmente. Il giovane ha aperto il fuoco contro i fedeli che uscivano dalla sinagoga Ateret Avraham dopo la preghiera del venerdì sera. Dopo essere entrato e aver attaccato le persone nella sinagoga, l’attentatore avrebbe iniziato a inseguire quelle che cercavano di fuggire.
Da registrare anche la morte in ospedale del sedicenne palestinese Wadee’ Abu Rumouz, che era rimasto ferito al petto nei giorni scorsi nel corso di scontri con le forze di difesa israeliane nella città di Silwan a sud di Gerusalemme est. Lo ha reso noto il Wadi al-Hilweh Information Center. La Società dei Prigionieri Palestinesi denuncia che il ragazzo era stato incatenato al letto nonostante le gravi ferite riportate e alla sua famiglia è stato impedito di vederlo mentre si trovava sotto stretta sorveglianza in ospedale.
Festeggiamenti a Jenin
Mentre a Gerusalemme si contano i morti dell’attentato alla sinagoga del quartiere di Neve Yakoov, a Jenin, in Cisgiordania, la notizia dell’attacco è stata celebrata con “fuochi d’artificio e spari in aria”. Lo riferisce il sito del Jerusalem Post. Il 26 gennaio, il campo profughi di Jenin è stato teatro di un blitz delle forze israeliane costato la vita a nove palestinesi.«Una operazione eroica»: così la Jihad islamica ha definito l’attacco, mentre Hamas ha affermato che si è trattato di una “vendetta per i morti di Jenin”.
“Una operazione eroica”: così la Jihad islamica ha definito l’attacco mentre Hamas ha affermato che si è trattato di una “vendetta per i morti di Jenin”. Riferendosi ai 9 palestinesi rimasti uccisi a Jenin in scontri con l’esercito e al successivo lancio notturno di razzi verso Israele il portavoce della Jihad islamica, citato dai media, ha aggiunto che l’attentato odierno “dimostra che si è saldato un fronte unico che include Gerusalemme, la Cisgiordania e Gaza”.
Un palestinese l’attentatore
L’autore dell’attentato è un palestinese della parte est della città. Lo ha detto il capo della polizia di Gerusalemme secondo cui l’uomo - che sarebbe stato residente nel campo profughi di Shuafat - ha sparato davanti alla sinagoga del quartiere di Neve Yaaco e poi è scappato a bordo di una vettura verso una zona vicina a prevalenza araba della città. Raggiunto dagli agenti - secondo la stessa fonte - ha sparato ai poliziotti prima di essere colpito a sua volta.
Confermato il viaggio di Blinken
Gli Usa condannano l’ “orribile” attacco terroristico a Gerusalemme est: lo ha detto il portavoce del dipartimento di stato americano Vedant Patel, precisando che per il momento non sono previsti cambiamenti nel viaggio del segretario di stato Antony Blinken in Israele.
Blitz israeliano nel campo profughi di Shuafat
È subito scattato un blitz delle forze israeliane all’interno del campo profughi di Shuafat, a nord-est di Gerusalemme, dove viveva il sospetto principale dell’attentato di stasera. Lo riferiscono i media palestinesi.
La condanna del Governo italiano
“Il Governo italiano condanna con forza il vile attentato terroristico di Gerusalemme ed esprime il suo cordoglio e la sua vicinanza allo Stato d’Israele e a tutto il suo popolo”. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi.
“Sono sconvolto dalla notizia dell’attacco alla sinagoga di #Gerusalemme, durante lo Shabbat”, ha affermato in un tweet il ministro degli esteri Antonio Tajani, aggiungendo che quanto è avvenuto è “un atto di terrore, ancora più orrendo nel giorno in cui commemoriamo la Shoah. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle vittime e ai loro cari.
Netanyahu in visita sul luogo dell’attentato
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha visitato il luogo dell’attentato terroristico avvenuto nel rione ortodosso di Neve’ Yaakov. Era accompagnato dai comandanti della polizia di Gerusalemme e dal ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir.
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