ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’indagine di BCG

Gestione dei costi, talenti e innovazione per superare l’incertezza: tre Ceo europei su quattro sono ottimisti

La maggior parte degli amministratori delegati e dei top executive continua a perseguire l'obiettivo di rafforzare la competitività delle proprie imprese, consapevole della portata delle sfide da fronteggiare ma fiducioso nelle prospettive di ulteriore crescita per i mesi a venire

di Gianni Rusconi

3' di lettura

Lo scenario è chiaro a tutti: tassi di interesse in aumento, generalizzata instabilità dei mercati finanziari, tensioni geopolitiche e una recessione che rimane probabile concorrono a rendere difficile il compito di chi è al timone di aziende e organizzazioni. Eppure, la maggior parte degli amministratori delegati e dei top executive continua a perseguire l'obiettivo di rafforzare la competitività delle proprie imprese, consapevole della portata delle sfide da fronteggiare ma fiducioso nelle prospettive di ulteriore crescita per i mesi a venire.

Il quadro sopra descritto emerge da una recente indagine realizzata da The Boston Consulting Group (CEO Outlook 2023: Caution, Optimism, and Navigating the Road Ahead), che ha raccolto e analizzato prospettive, preoccupazioni e priorità strategiche di oltre 750 massimi dirigenti su scala globale e dalla quale emergono importanti evidenze.

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La prima e forse più importante vede il 72% dei Ceo europei intervistati dichiararsi ottimista e convinto della strada da percorrere nonostante l’attuale situazione di incertezza economica. Ancora più alte le percentuali relative al Nord America e all'Asia, rispettivamente dell'83% e del 79%.

Uno dei temi più importanti nell'agenda del top management, si legge nell'abstract del rapporto, è sicuramente la gestione dei processi: il 58% dei leader europei, nello specifico, prevede di riprogettare i modelli operativi della propria organizzazione mentre tale propensione si abbassa al 51% nelle altre due aree del mondo prese a riferimento.

Lo studio mette inoltre in evidenza una sostanziale diversità di vedute per quanto riguarda le priorità (e le opportunità di sviluppare new business) legate agli investimenti: mentre in Europa le voci principali del budget sono (nel 55% dei casi) clima e sostenibilità, la prima scelta dei vertici delle aziende nordamericane ed asiatiche sono invece digitale, tecnologia e intelligenza artificiale.

Una chiave di lettura di questi dati prova a darla Giuseppe Farinacci, Partner and Director di BCG, secondo cui «molti leader restano concentrati sulla salute e sulla crescita della propria azienda, puntando a investimenti in aree chiave come l'AI, la sostenibilità e i talenti per rimanere competitivi, innovativi ed essere pronti ad affrontare altri shock sistemici che potrebbero verificarsi in futuro. La strategia per garantire resilienza e crescita a lungo termine – aggiunge ancora il manager - guarda al lavoro sul breve termine, senza però perdere di vista le ambizioni di più ampio periodo».

I Ceo del Vecchio Continente, in tal senso, sono il cluster che investe meno per il processo di trasformazione ed evoluzione dell’azienda. Uno su cinque, in particolare, dichiara di non voler intraprendere alcuna azione in merito, mentre i leader asiatici sono i più interessati ad investire per lo sviluppo, con quasi il 10% di aziende (in Europa sono meno della metà) che ha già intrapreso iniziative orientate alla crescita, tra cui anche le operazioni di fusione.

Un altro capitolo importante della missione dei Ceo è quello dei costi aziendali. Il 72% dei dirigenti a livello globale ha dichiarato di essere al lavoro per ridurli rispetto a priorità (differenti da settore a settore) che prevedono di migliorare l'efficienza dei processi piuttosto che applicare tagli diretti alle spese. Le aziende attive in ambito industriale, finanziario, sanitario e dei trasporti pongono l'accento soprattutto sulle azioni relative al controllo dei costi mentre per le imprese del settore tecnologico, dei media e delle telecomunicazioni questo stesso aspetto è più in basso nella scala delle priorità dei manager, che sono concentrati maggiormente sui talenti (la principale area da sviluppare nel 2023 per il 70% del campione) e sull'innovazione.

Con il livello crescente di competitività del mercato, ecco crescere di conseguenza anche il bisogno di implementare programmi di formazione per i talenti e di adattare le competenze di dipendenti e collaboratori alle tendenze che caratterizzeranno l'immediato futuro, a cominciare dal digitale e dalla maggiore attenzione per temi quali il cambiamento climatico e la sostenibilità. L'indagine di BCG, in proposito, ha individuato casi di aziende (una su dieci del campione oggetto di studio) con particolari capacità di resilienza che hanno generato rendimenti totali per gli azionisti superiori di 15 punti percentuali rispetto alla media registrata nei loro settori nell'ultimo anno. E ciò che distingue queste aziende, in particolare, è l'attenzione ad investire le risorse liberate dalla riduzione dei costi per sostenere la crescita, e quindi innovazione di prodotto e di processo (vale per il 68% degli intervistati) ma anche ripensamento dei modelli di business, nuove assunzioni e programmi dedicati di retention e upskilling.


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