Gianni Versace: libri e film (made in Calabria) celebrano il designer
Dal libro del fratello Santo alla biografia scritta dal giornalista Di Corcia: a quasi 26 anni dall’omicidio “esplode” il racconto dello stilista e imprenditore calabrese. In Calabria entro fine anno via alle riprese di un film, mentre il doc «I Versace» di Calopresti è al montaggio
di Donata Marrazzo
I punti chiave
- Gianni Versace, originario di Reggio Calabria, è stato ucciso a Miami nel 1997
- Ha lasciato un’impronta indelebile nella moda italiana raccontata da Tony Di Corcia in una bio e dal fratello Santo
- La Calabria film commission ha sostenuto economicamente due progetti: un film e un documentario
3' di lettura
Quanto ne sappiamo del genio bambino, della sua infanzia nella casa di via dei Carrettori, tra la cattedrale e il mare dello Stretto, dei suoi tre fratelli, Santo, Donatella e Tinuccia, persa troppo presto; di sua madre Franca, che confezionava vestiti in broccato o in cady di seta per le signore più in vista di Reggio Calabria, e di suo padre Nino, che vendeva elettrodomestici e recitava a memoria i classici greci? Potevamo immaginare che avesse subìto da adolescente il fascino delle bagnarote, quelle donne di Bagnara, forti, energiche, statuarie nel portamento, con gonne drappeggiate di fiandra e ceste sulla testa?
Nonostante il successo, il jet set, le sfilate e le boutique in tutto il mondo, le mostre a Londra, a Parigi, a Milano, a Berlino, a New York, i fatturati miliardari (900mld nel 1991) e tanti premi; malgrado l’attaccamento alla famiglia, la vicinanza del compagno Antonio D’Amico, Gianni Versace era anche un uomo solo nelle sue dimore fastose con stucchi e quadri di valore alle pareti, sia a Milano, in via della Spiga, sia a Villa Fontanelle a Como, o a New York, a Miami. Muore in Florida, sui gradini della sua residenza, Casa Casuarina, sotto i colpi di pistola di uno psicopatico .
I libri raccontano il designer e la sua famiglia
«Muore a Miami e muore in tutto il mondo», come ricorda il giornalista Tony Di Corcia nella ricostruzione della vita dello stilista «Gianni Versace. La biografia» (Lindau editore). A raccontarci di più dell’uomo e dell’artista, poi, sono due produzioni cinematografiche sostenute dalla Calabria Film Commission, di cui da sette mesi è commissario straordinario lo stilista calabrese Anton Giulio Grande. Del resto, il suo mentore è proprio Santo, fratello maggiore di Gianni, che, da commercialista, ha sempre curato quello «straordinario progetto finanziario e industriale» che era la Gianni Versace Spa.
Così ne parla nel suo recente libro «Fratelli, una famiglia italiana» (Rizzoli), un affresco che dà risalto a personaggi ed eventi fondamentali, anche delicati, della sua vita e di quella di Gianni e Donatella: il ruolo di Nora, per esempio, la cugina che fu come una seconda mamma. Ma anche i moti di Reggio Calabria. Gli affari e le questioni ereditarie. Ed è proprio Anton Giulio Grande, che quest’anno ha portato sulle passerelle calabresi dei festival del cinema star internazionali, a esultare per questa celebrazione doppia di Gianni Versace che parte proprio dalla Calabria, per entrambi gli stilisti terra d’origine (Versace reggino, Grande di Lamezia): «È giusto che sia per prima la Calabria a glorificarlo, perché è qui, davanti allo Stretto che Gianni ha ricevuto stimoli, sollecitazioni, ispirazioni: la madre, il mare, la Magna Grecia».
Un film e un documentario «made in Calabria»
Un bando della Film commission regionale ha assegnato un contributo di 500mila euro alla Oberon Production che realizzerà un film, diretto dal premio Oscar Bille August. Non solo: la fotografia sarà di Vittorio Storaro e i costumi di Gabriella Pescucci. La produttrice Ida Di Benedetto, che ha acquisito i diritti del libro di Di Corcia, ha svolto un lavoro filologico sulla vita dello stilista, pretendendo una sceneggiatura impeccabile, scritta a più mani: una prima stesura di Kate Wood, poi l’apporto determinante di Angelo Pasquini e Marco Colli. «Entro la fine dell'anno si aprirà il set a Reggio Calabria e verrà definito il protagonista. Con molta probabilità si tratterà di un attore inglese», anticipa Di Benedetto.
Di Gianni Versace conosciamo bene l'abilità sartoriale, appresa replicando i gesti di sua madre, lo stile che ha contraddistinto gli anni '80, il suo eclettismo per donne iperfemminili, non più conformiste, per forza chic, eleganti, sobrie. È ben noto il suo intenso rapporto con la sorella Donatella. Anche quello con le sue modelle: Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Linda Evangelista. In particolare con Naomi Campbell, che nella sfilata-balletto “Barocco Belcanto”, ideata con il coreografo Maurice Béjart, entra nel giardino di Boboli a Firenze tenendo in mano una pistola: spara un colpo e se ne va. Per qualcuno è stata una premonizione.
Il regista Mimmo Calopresti entra, invece, nell'intimità familiare: “I Versace”, una produzione già in fase di montaggio, è un docufilm, realizzato con risorse della Calabria film commission, che ripercorre la giovinezza di Gianni, fino ai suoi 23 anni. La Scuola cinematografica della Calabria diretta da Lele Nucera ha selezionato attori e comparse e organizzato il backstage. Sullo sfondo una Reggio ricca di bellezza e di arte, inondata dalla luce dello Stretto. Nel ruolo di Franca, la madre di Gianni, c'è Vera Dragone, attrice originaria di Sellia marina, Donatella è Clio Calopresti, la giovane figlia del regista. Santo è Antonio Oppedisano, mentre il protagonista è Leonardo Maltese, noto al pubblico delle sale cinematografiche per aver recitato nell'ultimo film di Gianni Amelio «Il signore delle formiche».
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