Gita a Giarre tra cactus, carrubi e i giardini di Radicepura
Fino al 3 dicembre si possono visitare i giardini allestiti in occasione della Biennale del Paesaggio Mediterraneo tra cui Vento e Acqua, progettato dall’architetto Paolo Pejrone
di Luca Bergamin
I punti chiave
4' di lettura
Maggio è il mese delle rose e dovunque il suo profumo si diffonde. Si resta ammaliati da fiori e profumi anche nella Sicilia Orientale tra l'Etna e il mare azzurro della bella Taormina facendo tappa nella cittadina di Giarre dove ci si può immergere nei Giardini di Radicepura in occasione della Biennale del Paesaggio Mediterraneo, in programma fino al 3 dicembre di quest’anno. Ecco alcune tappe di un itinerario ricco di profumi, sapori e percorsi da esplorare da soli o in compagnia.
La Biennale del Paesaggio Mediterraneo
Anche Paolo Pejrone, il garden designer più saggio che l'Italia possa vantare, si intenerisce quando taglia il simbolico nastro di Vento e Acqua, il giardino che ha progettato appositamente per Radicepura in occasione della nuova Biennale del paesaggio mediterraneo appena inaugurata e che durerà sino al prossimo 3 dicembre. Questo spazio verde cinto da mura che si ispira un po' a Ninfa e alle sue fonti, rende addirittura più rigoglioso e colto l'eden di Giarre tra cactus, carrubi, installazioni artistico botaniche: le lastre di lava perforate nel loro cuore dai fiori, i tunnel scavati nel terreno per consentire di guardare le piante dalla stessa prospettiva dei conigli, interagiscono perfettamente col mosaico Compito #1 a pavimento di Adrian Paci. E' nato dalla sua personale lettura di un'esperienza personale a stretto contatto con la Comunità di S. Egidio, e con il womb garden, confermando le qualità di fertile seminatore del direttore artistico Antonio Perazzi, il quale a sua volta ha firmato Home Ground addirittura sull'acqua. In questo percorso tra l'Etna tuttora imbiancato e il mare azzurro, tra la vertiginosa Taormina e la brulicante Catania, ritrovarsi in questa oasi di palme e chorisia, lussureggiante e rasserenante, fa innamorare subito di quello scrigno verde che è la Sicilia orientale.
Dal piccolo trekking tra le rose ai locali storici di Giarre
Se si sceglie di soggiornare nei lodge eco chic immersi nella fitta selva esotica del Donna Carmela: il resort dei vivaisti Faro, infatti, è una foresta alacre in cui i giardinieri dal mattino presto, senza fare rumore, moltiplicano le talee proprio intorno alle stanze con terrazza e piscina tra gli altissimi banani, perciò si fa trekking tra il roseto e le Kenzie bambine prima della colazione con granita di mandorla annaffiata di caffè e brioche. In bicicletta si pedala sino al porto di Riposto cercando la casa rosa in cui abitò Franco Battiato - è vicina al giardinetto pubblico soprannominata il Tondo… -, guardando se all'orizzonte compaiono la Calabria o banchi di cetacei. Arrivare a Giarre poco prima che il sole tramonti vuol dire vedere i lastricati di Corso Italia e Via Callipoli illuminarsi di argento e poi di rosa, intercettare l'ingresso dei devoti nella Chiesa di Sant'Isidoro, mescolati ai viaggiatori attratti dalle sue preziose opere pittoriche a tema religioso lungo la navata e dalle edicole nella trama di vicoli che si dipanano alle sue spalle. Il liberty, specialmente alla palazzina dell'ex Centrale Idroelettrica, è stato uno stile assai amato qui nei decenni scorsi, così come l'attrice Eleonora Duse adorava quel Salone degli Specchi in cui adesso si convola a nozze nel palazzo del Comune. La musa teatrale di Gabriele D'Annunzio avrebbe di certo indugiato come accade a ogni intenditore sulle panchine in legno della Pasticceria Russo a Santa Venerina per gustarsi tutte le paste reali che il suo fisico le permetteva. Esagerare in questo locale storico è quanto mai rinfrancante. Così come alla Pasticceria L'Alhambra di Linguaglossa la seconda granita del viaggio è praticamente obbligatoria mentre si sale nei luoghi delle colate di lava dell'eruzione datata 1923.
Verso il mare di Capomulini e il liberty di Acireale
Quassù c'è l'appuntamento con Pietradolce, la cantina ipogea in roccia vulcanica, ferro, legno e terra dei vigneti, utilizzati anche da artisti e artigiani quali Alfio Bonanno e Giorgio Vigna per realizzare importanti opere d'arte materiche tra le botti: si mangiano frittate, insalate con finocchi e arance, guardando dall'alto i vigneti, e si scopre il giardino pensile in cui sono state salvate piante autoctone dell'Etna in via di estinzione. Dopo ci si inerpica lungo i sentieri ascensionali tra le vigne per smaltire il gelato al pistacchio. Non è troppo presto nemmeno per saggiare la temperatura del mare alla spiaggia del Mulino di Acireale, a Santa Tecla e ancora a Capomulini: del resto nella borgata di Torre Archirafi i ragazzi si stanno già tuffando. Sono gli stessi che poco più tardi si vedranno seduti al Caffè Cipriani per dissetarsi con una granita al caffè - è la terza di oggi -, proprio di fronte alla Basilica di San Sebastiano, uno dei gioielli della città insieme al Chiosco Ligneo di Piazzetta Leonardo Vigo, alla seicentesca basilica Cattedrale di Maria Santissima Annunziata e alla Collegiata dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. I bambini giocano ancora a pallone sul sagrato, le bimbe acquistano gonfiabili e insieme vanno a lanciarseli nel parco della Villa Reale, tra i belvedere botanici più teneri della costa siciliana orientale facendoseli scappare in aria pochi istanti quando il guardiano annuncia fischiando la chiusura dei cancelli. Non resta adesso che un ultimo giardino da visitare, quello di Villa Fiorini: non si trova a terra, bensì sul soffitto affrescato di questa dimora gattopardesca che regala a chi guarda verso l'alto fioriture pastello, intrecci di foglie rappresentate secondo il liberty più fresco ed estivo. Fatevi accompagnare dalla coppia di gentili proprietarie sulla terrazza: da lassù Acireale, il mare e il cielo diventano a quest'ora un aranceto.
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