Gli scandali non fermano gli spyware: sono i Governi a guidare gli acquisti
Sono più di settanta gli Stati, in prevalenza governati da regimi autocratici, che si rivolgono ad aziende private per dotarsi di tecnologie intrusive
di Antonio Teti
4' di lettura
L’industria globale dello spyware continua a crescere nonostante il contraccolpo pubblico a seguito di una serie di scandali di sorveglianza, alcuni dei quali legati al software Pegasus di Nso Group. Diversi sono i fattori che stanno influenzando questo particolare settore, come l'inarrestabile domanda di tecnologie intrusive digitali da parte di clienti che si dividono tra “istituzionali” e “privati”.
Tra i primi si annoverano quei governi intenzionati a esercitare un'azione di controllo e sorveglianza delle comunicazioni finalizzata all'innalzamento, il più delle volte, del livello di sicurezza nazionale, un'esigenza che si scontra con la volontà politica di movimenti e gruppi antigovernativi intenzionati a contrastare e reprimere queste tecnologie soprattutto per motivazioni legate alla violazione della privacy personale.
Tra il 2011 e il 2023, secondo i dati raccolti da Carnegie Endowment for International Peace , almeno settantaquattro governi hanno stipulato contratti con aziende private per ottenere applicazioni spyware e tecnologie finalizzate all'intercettazioni di dati. Dal documento di Carnegie si evince, altresì, che i regimi autocratici sono molto più propensi ad acquistare software spyware rispetto ai governi democratici: ben quarantaquattro regimi classificati come “autocrazie chiuse”, tra il 2011 e il 2023, si sono adoperati per procurarsi tecnologie di sorveglianza.
Israele risulta essere il principale esportatore di questo tipo di applicazioni e può vantare come clienti ben 56 governi sui 74, grazie ad aziende con sedi ubicate in contesti geografici diversi ma collegate a Tel Aviv, come Nso Group, Cellebrite, Cytrox e Candiru.
Oltre a queste società, che rappresentano i fornitori più noti a livello mondiale nella commercializzazione di prodotti spyware, esiste un fiorente livello parallelo di fornitori composto da società che vendono prodotti similari, di tipo spy gear e spy equipment, o servizi di tipo hacker-by-night operations, exploit brokers, etc.
Poiché le aziende operanti nel settore devono spesso fronteggiare un controllo maggiore da parte dei governi democratici sulle attività condotte, e soprattutto in funzione della normativa di riferimento alquanto nebulosa in vigore nell’Unione europea, esse tendono ad istituire le rispettive sedi degli uffici in Stati membri in cui l’attuazione dei controlli sull'utilizzo di tali strumenti risulti notoriamente inefficace.
Vale come esempio Nso Group, che ha creato filiali in Bulgaria e Cipro per agevolare la vendita dei suoi prodotti, o come Intellexa, che possiede una serie di società di spionaggio cibernetico, tra cui Cytrox e Circles, e che ha stabilito punti d’appoggio a Cipro, Grecia e Malta. Nel 2021 il “Pegasus project”, basato sulla collaborazione di oltre 80 giornalisti di 17 organizzazioni di media in dieci paesi coordinati da Forbidden Stories, un’organizzazione mediatica senza scopo di lucro con sede a Parigi, e con il supporto tecnico di Amnesty International, aveva rivelato come il spyware Pegasus di Nso Group fosse stato utilizzato per accedere ad un elenco di cinquantamila numeri di telefono identificati come “selected for targeting” dai clienti di Nso.
Il gruppo di lavoro aveva analizzato tutti i numeri, abbinandoli successivamente a una serie di persone identificate. Dall’elenco originale gli analisti avevano individuato, altresì, oltre mille individui classificati come “di interesse” e sparsi in oltre cinquanta paesi. Le vittime includevano diversi membri della famiglia reale araba, almeno 65 dirigenti d’azienda, 85 attivisti per i diritti umani, 189 giornalisti e più di 600 politici e funzionari governativi, inclusi ministri di gabinetto, diplomatici e ufficiali militari e di sicurezza. Almeno dieci primi ministri, tre presidenti e un re sono stati trovati anche nelle liste dei bersagli di Pegasus.
Com'era facile prevedere, l’indagine ha prodotto un livello di indignazione pubblica tale da costringere gli Stati Uniti, nel 2021, a inserire Nso Group in un sorta di lista nera che condotto l’azienda quasi sull’orlo della bancarotta . Alcune settimane dopo l'annuncio dello scandalo, Apple ha avviato un’azione legale contro Nso Group finalizzata a «frenare l’abuso di spyware sponsorizzato dallo Stato», elogiando nel contempo, Amnesty Tech e Citizen Lab per il lavoro svolto.
Sebbene il futuro di Nso Group sia attualmente avvolto in una nube di incertezze, l’industria dello spionaggio digitale, nel suo insieme, rimane particolarmente florida. Rimangono numerosi i governi che si rivolgono a società private per ottenere applicazioni di spionaggio digitale.
L'applicazione Predator di Cytrox, ad esempio, è diventata un’opzione di particolare pregio per molti governi, anche se recentemente è stato oggetto di indagini in Grecia in funzione di alcune rivelazioni secondo cui gli operatori governativi hanno utilizzato il malware Predator per hackerare i telefoni del giornalista Thanasis Koukakis e del leader dell’opposizione e membro del Parlamento europeo (MEP) Nikos Androulakis . Oltre alla Grecia, sembra che anche i governi di Armenia, Costa d’Avorio, Egitto, Indonesia, Madagascar, Serbia e Spagna stiano utilizzando Predator.
Recentemente, i ricercatori del Citizen Lab hanno confermato che l'Egitto ha utilizzato simultaneamente Pegasus e Predator per hackerare il telefono del politico dell’opposizione Ayman Nour. Ciò che traspare in tutta evidenza è la forte motivazione di numerosi Stati ad acquisire tecnologie di spionaggio digitale per finalità spionistiche, anche a rischio di reazioni pubbliche che potrebbero indebolire i rispettivi governi in carica.
Un'esigenza che sta conducendo alla proliferazione di società di spyware che sempre più spesso tendono a dislocare le rispettive sedi legali in altri paesi, nel tentativo di aggirare quei limiti legali e di operatività che produrrebbero inevitabilmente delle limitazioni alle attività condotte.
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