Honda Africa Twin, come va la regina del mercato
Nei primi quattro mesi del 2023 la maxi enduro stradale della Casa nipponica guida la classifica delle vendite di moto: l'abbiamo provata per capire qual è il segreto del suo successo
di Gianluigi Guiotto
3' di lettura
Nei primi quattro mesi del 2023 sono state immatricolate quasi 2mila Honda Crf1100L Africa Twin: la maxi enduro giapponese domina la classifica delle moto. Oltre alla fama di affidabilità e sicurezza di cui gode Honda, tra i suoi punti di forza del modello troviamo certamente il prezzo di vendita, che ha un punto di attacco basso rispetto alla concorrenza giapponese ed europea: la versione d'ingresso, la Urban costa 15.200 euro con bauletto e parabrezza alto di serie ed è alla base di un listino che comprende 12 allestimenti, con al vertice l'Adventure Sports Desert Track Dct da 23mila euro. Tuttavia dev'esserci qualche motivo in più alla base di tante preferenze per un modello come l'Africa Twin che ha una sella alta 870 mm e pesa 240 kg con il pieno nella versione Dct con cambio a doppia frizione (altro motivo alla base del successo: lo scelgono la metà degli acquirenti, nonostante comporti un aggravio di 1.000 euro sul prezzo). Abbiamo così deciso di percorrere un po' di strada con questa Honda per conoscerla meglio.
Incute rispetto ma è comoda.
Purtroppo non abbiamo potuto provare la versione Dct, ma dalle nostre passate esperienze con altri modelli Honda possiamo affermare che è una componente “mai più senza”, nel senso che, una volta provato, difficilmente ne vorrete fare a meno, specie se usate la moto tutto l'anno, città compresa. Con il tris di borse montato (il bauletto nelle foto da ben 58 litri vanifica il vezzeggiativo), la grande ruota anteriore da 21 pollici e il manubrio alto, la moto può incutere un certo timore a chi è alle prime armi: le manovre da fermo richiedono un po' di attenzione, mitigata dal ristretto raggio di sterzo (si inverte la marcia in un fazzoletto). La strumentazione è alta, in stile rally, e prevede uno schermo tft touch a colori di 6.5” che integra Apple CarPlay e Android Auto (la connessione avviene con la porta Usb sulla destra dello schermo), oltre alla connettività Bluetooth per lo smartphone; sotto, un altro display più piccolo riporta le spie di servizio e altre informazioni essenziali.
Agile e sempre pronta
Una volta in marcia, scatta il noto “effetto Honda”, cioè sembra di averla guidata da un mese. La posizione in sella è comoda, con le gambe non troppo piegate e le braccia distese ad afferrare il manubrio, rialzato e largo; anche il passeggero viaggia comodo, eccezion fatta per le pedane: se sono installate le borse laterali, non resta molto spazio ai piedi se vanno oltre il 40-41. In marcia, il bicilindrico parallelo è inesauribile: i numeri dicono di 1.084 cc, 102 cv di potenza e 105 Nm di coppia massima, ma alla prova dei fatti c'è motore a tutti i regimi: in sesta a 60 km/h l'Africa Twin riprende senza indecisioni e sale di giri veloce. Fa da contraltare la ciclistica, pensata per affrontare (anche) l'off-road: il robusto telaio a semi-doppia culla in acciaio si abbina al telaietto reggisella e al forcellone, entrambi in alluminio, e alle sospensioni regolabili.
Elettronica per ogni terreno
La dotazione elettronica dell'Africa Twin comprende la piattaforma inerziale Imu a sei assi che gestisce tutti gli ausili alla guida: controllo di trazione a sette livelli, cornering Abs a due modalità, antimpennamento a tre livelli. Ci sono poi sei Riding Mode, di cui quattro preimpostati (Urban, Giro turistico, Ghiaia, Fuori strada) più due completamente personalizzabili. Ciò che però sorprende è la semplicità di guida: con l'Africa Twin si riesce a essere veloci senza sforzo, perché le manovre sono sempre intuitive. L'anteriore con la ruota da 21 pollici non è mai pesante, anzi: da come è agile sembra di avere un cerchio da 19 pollici. Se si esagera – ed è molto facile: questa Honda è davvero molto svelta considerata la mole – i due dischi anteriori da 310 mm garantiscono frenate energiche. Molto bene la frizione del modello in prova: molto morbida e dalla corsa corta, consente cambiate rapidissime, grazie al cambio ben a punto. Certo, il Dct è tutt'altra cosa. Le sospensioni da fuoristrada su asfalto mostrano qualche limite ma bisogna spingere davvero molto ed è limitato a un beccheggio accentuato. Alla fine si guardano i dettagli: la versione in prova, la Urban, priva di cavalletto centrale, di cruise control, e con parabrezza basso e carena stretta, si adatta poco ai lunghi viaggi: se intendete affrontarli, puntate sull'allestimento Adventure Sports che monta, tra l'altro, un serbatoio da 24,8 litri invece di 18,8, le sospensioni elettroniche e offre maggior protezione dall'aria.
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