I 17mila conciatori chiedono un aumento di 230 euro
Per il rinnovo del contratto 2023-2026 i sindacati (Filctem, Femca e Uiltec) hanno inserito nella piattaforma rivendicativa anche diverse richieste per il miglioramento degli istituti di welfare
di Cristina Casadei
1' di lettura
Nella piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei 17mila lavoratori della concia, i sindacati mettono al centro la questione salariale, avanzando una richiesta di aumento complessivo di 230 euro per il triennio 2023-2026 per poter dare «risposte concrete contro l’erosione del potere d’acquisto dei salari», scrivono. La piattaforma sarà il punto di partenza con cui si presenteranno alla controparte per rinnovare il contratto che scade il 30 giugno e che riguarda 1.200 imprese.
Nel rinnovo l’obiettivo non sarà soltanto l’aumento economico, ma anche «il miglioramento dei capitoli dei diritti individuali e di salute e sicurezza, con l’introduzione dei cosiddetti accomodamenti ragionevoli».
Sul welfare i sindacati puntano a una migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro, alla tutela della malattia, al perfezionamento dell’istituto del part time e all’aumento dei versamenti ai fondi sanitario e previdenziale.
In particolare per il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa Sanimoda, a cui sono iscritti i dipendenti che hanno il contratto del settore conciario, la richiesta è di aumentare il contributo a carico delle aziende dagli attuali 12 ai 15 euro mensili e di inserire uno stanziamento per la non autosufficienza di 2 euro per dipendente, come copertura dei cosiddetti Long Therm Care (LTC). Sul Fondo previdenziale Previmoda, invece, nella piattaforma si chiedono incrementi dal 2 al 2,5%.
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