I nuovi auricolari Sony LinkBuds S non hanno il buco ma puntano alla realtà aumentata
Torna la cancellazione attiva del rumore, le dimensioni rimangono piccole
di Luca Tremolada
2' di lettura
Sony ci ripensa, mette da parte l’autoparlante “con il buco” e torna all’antico. I nuovi auricolari della famigia LinkBuds sono tradizionali, niente driver a ciambella ma più piccoli e leggeri. E con la cancellazione attiva del rumore. Un ritorno all’isolamento?
In realtà non cambia l’idea di fondo che è quella di un dispositivo che nasce per essere indossato a lungo, vale a dire per le videoconferenze, lo studio il lavoro e il tempo libero. I LinkBuds S, così si chiamano, sono la ricerca di un non semplice equilibro tra isolamento acustico e, come dire, permeabilità alla vita che ci circonda.
Gli auricolari non hanno più come missione primaria la cancellazione del rumore. Non siamo a bordo di un aereo. E non dobbiamo fuggire dai suoni che ci ricordano. Il compromesso è quello che i tecnici dell’audio Sony definiscono “suono ambientale”. Vuole dire dotare gli auricolari di un sistema “intelligente” in grado di capire quando vuoi farti i fatti tuoi e quando invece devi in qualche modo interagire con chi ti sta intorno. Tecnicamente vuole dire capire se sei in un bar o nella tua stanza e regolare di conseguenza i livelli di audio.
In che modo? Con un sistema che enfatizza il rumore esterno in modo da controbilanciare l’isolamento dovuto all’attenuazione del gommino della cuffietta che chiude il condotto uditivo. Nella pratica questo processo avviene o perché glielo diciamo con movimenti precisi o se iniziamo a parlare e quindi un sensore che rileva la voce. Nello specifico la funziona si chiama Adaptive sound control ma questo tipo di tecnologie sono presenti anche in altri auricolari premium presenti sul mercato.
La nostra prova è andata benino. Ma non tanto per la tecnologia in sè, che funziona e fa il suo. Ma per il contesto. In metropolitana fa fatica, al bar invece si comporta bene, capisce quando deve abbassare la voce e quando invece può alzare il volume. Sono invece particolarmente per la videoconferenza o lo il lavoro da casa in primis perché pesano solo 4,8 grammi e poi perché se hai figli o c’è molta confusione in casa aiutano ad isolarti.
Più interessante è però la sperimentazione sulla realtà aumentata. Sony sta collaborando Niantic, quelli che hanno ingegnerizzato l’Ar di Pokémon Go, per usare il suono spaziale all’interno del videogioco di genere fantascientifico Ingress Prime. Gli sviluppatori si erano accorti che nei giochi in realtà aumentata gli utenti tendevano a spegnere l’audio per non perdere la concentrazione.
L’idea è invece quella di inserire l’audio come elemento del gameplay. Le cuffiette LinkBuds consentono infatti di generare il suono in base alla direzione. Questo permetterebbe un maggiore coinvolgimento nell’esperienza di gioco. È una sperimentazione, e neanche la prima nel settore del gaming. Ma è interessante che atterri anche su dispositivi come gli auricolari. Dietro l’angolo c’è il metaverso.
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