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I titoli più promettenti nel settore farmaceutico

Eli Lilly può diventare il più grande produttore al mondo per capitalizzazione, ma sono da guardare con attenzione anche Immunogen, Vaxcyte e Avandel Pharmaceuticals

di Isabella Della Valle

3' di lettura

Con un approccio bilanciato e orientato alla ricerca delle migliori società a livello globale, Andy Acker, gestore di Janus Henderson focalizza l’attenzione sul settore sanitario. Janus Henderson, guidata in Italia da Federico Pons, è una delle principali società di gestione con approccio attivo a livello globale. Al 30 giugno 2023 contava 322 miliardi di dollari in gestione, più di 2.000 dipendenti e uffici in 24 città in tutto il mondo. La società ha sede a Londra ed è quotata al Nyse e all’Asx.

Il momento storico di alti tassi di interesse e crescita lenta come impatta su un settore difensivo come quello sanitario?

I recenti aumenti dei tassi hanno pesato sui titoli biotecnologici,, ma sono i dati degli studi clinici e le decisioni normative a influenzare di più le performance dei titoli. Nel 2023, il settore sanitario è rimasto indietro rispetto al mercato azionario; questo ha reso le valutazioni più interessanti, anche rispetto ad altre aree difensive del mercato, ponendo il settore in una buona posizione in caso di recessione. Cresce poi l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale e sul suo impatto positivo nel settore biotech.

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IL TITOLO IN BORSA
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Questa tecnologia avanzata può effettivamente rivoluzionare il settore?

Sebbene possa sembrare un acceleratore delle scoperte in ambito medico, questi progressi sono radicati in un’ampia attività di ricerca e sviluppo, con l’intelligenza artificiale che svolge un ruolo di supporto e quando si tratta dello sviluppo di farmaci, è difficile che impatti sugli studi clinici, la presentazione e revisione delle normative. Detto questo, sono stati fatti progressi tangibili per quanto riguarda gli strumenti e i metodi computazionali che aiutano a migliorare lo sviluppo preclinico dei farmaci.

I COMPARABLES
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Che posizione avete sulle aziende che erano in prima linea nella fase della pandemia? Che prospettive hanno oggi?

Le aziende che hanno sviluppato i principali vaccini e terapie hanno perso nel 2023 per il naturale calo della domanda. Tuttavia, grazie a una notevole liquidità, le aziende stanno reinvestendo nelle loro pipeline e presentando alle autorità farmaci promettenti che potrebbero permettere un incremento dei ricavi nei prossimi anni.

Quale approccio avete con il macrotrend relativo al crescente invecchiamento della popolazione?

L’invecchiamento della popolazione è un vantaggio a lungo termine per l’healthcare. Gli over 65 spendono 3 volte di più per l’assistenza sanitaria rispetto ai più giovani. Inoltre, secondo l’Oms, entro il 2050 il numero di over 60 raggiungerà i 2 miliardi, il doppio rispetto al 2020.

Settori sui quali siete focalizzati?

Continuiamo ad adottare un approccio bilanciato, cercando di coniugare le qualità difensive del settore con le potenziali nuove opportunità. A tal fine, privilegiamo le aziende biofarmaceutiche e di assistenza gestita a grande capitalizzazione, che generano un forte flusso di cassa e possono resistere in caso di recessione. Sovrappesiamo anche le biotecnologie small e mid cap con prodotti di recente lancio o con interessanti opportunità di sviluppo in fase avanzata, che offrono un potenziale di crescita con un rischio clinico ridotto.

Quali invece quelli che soffrono?

Le aziende biotecnologiche sono divise in società di successo, che dispongono di dati clinici positivi e in grado di raccogliere fondi per un futuro sviluppo clinico e/o la commercializzazione di nuovi farmaci, e in società a bassa valutazione con difficoltà a reperire capitali. Queste ultime, tuttavia, possono essere un’opportunità grazie al loro potenziale di rialzo.

A livello geografico, dove sono le maggiori opportunità?

Adottiamo un approccio globale all’investimento nel settore sanitario, cercando in tutte le aree geografiche le migliori società quotate a sconto. Ciò detto, la maggior parte delle opportunità si trova ancora negli Usa, dove il settore biotecnologico è ben sviluppato e ben finanziato.

IL CONFRONTO
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Quali aziende reputa più interessanti?

ImmunoGen: a maggio ha riportato dati positivi per il suo farmaco contro il cancro ovarico, Elahere, un coniugato anticorpo-farmaco che ha come bersaglio una proteina espressa ad alti livelli in oltre un terzo dei casi di questa patologia. Le pazienti hanno registrato una riduzione del 33% del rischio di morte rispetto alla chemioterapia e per la prima volta è stato ottenuto un beneficio in termini di sopravvivenza globale in pazienti resistenti alla chemio. Eli Lilly: la biofarma sta costruendo un’entusiasmante pipeline in due delle aree più calde della scoperta di farmaci: l’obesità e il morbo di Alzheimer. I recenti aggiornamenti clinici positivi hanno fatto sì che Eli Lilly diventasse il più grande produttore di farmaci al mondo per valore di mercato. Vaxcyte: sta sviluppando un vaccino coniugato contro il batterio S. pneumonia, una delle principali cause di polmonite e meningite. L’anno scorso Vaxcyte ha riportato dati positivi da uno studio di fase 2 e riteniamo che l’azienda possa disporre della migliore tecnologia per affrontare il crescente mercato dei vaccini contro la polmonite. Avadel Pharmaceuticals: Lumryz, il farmaco contro la narcolessia, ha ottenuto l’approvazione della Fda. Lumryz è il primo trattamento al mondo a rilascio prolungato per l’eccessiva sonnolenza diurna e l’improvvisa debolezza muscolare negli adulti. I farmaci concorrenti richiedono di svegliarsi nel cuore della notte per assumere una seconda dose.

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