Il bilancio diventa sempre più verde
di Vitaliano D'Angerio
2' di lettura
il 21 aprile c’è stato il big bang della finanza sostenibile. La Commissione europea presieduta da Ursula Von der Leyen ha pubblicato la proposta di modifica della Dichiarazione non finanziaria (Dnf) insieme agli atti delegati sulla tassonomia green.
La novità è una doppia estensione dell’obbligo che vedrà aumentare da 11mila a 50mila le aziende tenute a pubblicare la Dnf.
Una prima estensione riguarda le non quotate: anche le grandi aziende fuori dai listini dovranno fornire informazioni legate ai parametri Esg; ancora non è chiaro quale sarà la soglia dei dipendenti (o di fatturato) per entrare in tale categoria. La seconda estensione della Dnf riguarda invece le aziende listate: cade infatti la soglia dei 500 dipendenti, e sia le grandi che le piccole dovranno pubblicare il rendiconto sostenibile. Ad essere escluse sono le microimprese e le aziende scambiate sui sistemi di negoziazione multilaterale (Mtf) come ad esempio l’Aim Italia.
La Commissione Ue, ben consapevole dell’aumento dei costi, soprattutto per le piccole e medie imprese, ha proposto per le Pmi una dichiarazione non finanziaria semplicata rispetto a quella delle grandi aziende. Questi gli obblighi.
Poi ci sono i “suggerimenti”, in particolare per le Pmi non quotate che possono adottare
in via volontaria gli stessi
schemi semplificati delle cugine listate in Borsa.
Ci sono due elementi da sottolineare: quella della Commissione è una proposta che dovrà passare al vaglio di Parlamento Ue e Consiglio d’Europa; i tempi di applicazione sono lunghi visto che viene indicato il 2024 per i rendiconti sostenibili 2023. Il secondo fattore da evidenziare è l’esortazione dell’Esecutivo Ue alle piccole e medie aziende, in particolare alle quotate, di elaborare in ogni caso la Dnf, perché «potrebbero trovarsi a rischio di esclusione dai portafogli di investimento, un rischio che aumenterà man mano che le informazioni sulla sostenibilità diventeranno sempre più importanti in tutto il sistema finanziario» in Europa come a livello globale.
Ecco allora che inserire informazioni sostenibili in bilancio è diventato un elemento determinante per attirare i capitali degli investitori. Un discorso che vale soprattutto per le quotate. Allo stesso tempo però le banche, su spinta delle authority, devono valutare i rischi Esg al momento di concedere un finanziamento. Le Pmi fuori listino dovranno dunque attrezzarsi. Prima o poi.
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