Il collezionismo per Hubert Bonnet si muove fra Bruxelles e la Provenza
Il fondatore della Fondation CAB racconta come avviene la scelta di un'opera: dialogo e fiducia negli artisti. Dall'arte minimalista ai lavori su commissione.
di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
4' di lettura
Hubert Bonnet è un uomo estremamente concreto: «Non sono un sognatore, cerco di agire», mi racconta, spiegando con questo principio la sua filosofia di vita. Proviene da una famiglia belga attiva nell'industria siderurgica e ha intrapreso il suo percorso individuale prima nella finanza e poi nell'immobiliare di lusso, riuscendo così a coniugare il talento per gli affari e la passione per design e architettura. Dopo gli studi a Bruxelles, Montreux e Dallas, ha iniziato la sua carriera a New York, dove è avvenuto il primo contatto con l'arte minimalista, che ha dato inizio alla sua lunga avventura come collezionista. Nel 2012 ha dato vita alla Fondation CAB, uno spazio no profit dedicato alla promozione dell'arte belga e internazionale. Da allora, la Fondazione ha organizzato 25 mostre e accolto oltre 32mila visitatori.
Qual è stata la tua prima acquisizione? E l’ultima?
La prima è stata una piccola scultura di Donald Judd, acquistata nel 1990. In genere, mi piacciono le opere radicali, chiare, forti e precise. L'ultima è l'esito di una commissione, ma ha tutte le caratteristiche appena elencate; si tratta di un lavoro di Pieter Vermeersch, attualmente esposto nella sede di Bruxelles della Fondation CAB.
Quando e come hai iniziato a collezionare arte? Come è nata la tua passione per l’arte minimalista?
La collezione ha iniziato a prendere forma 25 anni fa, in un momento della mia vita molto delicato: avevo appena perso mia madre e mi trovavo a un punto di svolta. L'arte mi ha in qualche modo rassicurato, offrendomi un pretesto per prendermi delle pause dalla frenetica attività professionale. Forse è questa contrapposizione che mi ha condotto verso l'arte minimalista: le opere che acquisto sono lineari, essenziali e geometriche, quanto di più nettamente distante dal caos quotidiano.
Cosa consiglieresti a chi si appresta a iniziare una collezione?
Consiglierei di frequentare il maggior numero possibile di gallerie e istituzioni d'arte, di incontrare artisti, curatori e critici, di leggere e studiare: il gusto si sviluppa con gli anni.
Come avviene in concreto il processo di selezione di un’opera? Ti affidi a un curatore?
Per quanto mi è possibile, cerco di non delegare ad altri l'attività di selezione. Per me è fondamentale passare del tempo con gli artisti e interagire in prima persona con gli operatori del mercato. Allo stesso tempo, trovo che il dialogo con i curatori sia fondamentale per l'attività di un collezionista e sono molto aperto alla discussione di progetti e di idee.
Preferisci acquistare o commissionare?
Normalmente, quando vedo un'opera che mi piace, penso subito alle possibili forme di collaborazione con l'artista tramite una commissione per la Fondation CAB o una residenza. Come committente, però, tendo a fidarmi molto: l'esperienza mi ha insegnato che l'artista ne sa sempre qualcosa più di te.
Quanto è importante per te la destinazione pubblica della tua collezione?
Molto. È fantastico osservare come la dimensione pubblica determini un cambiamento nella percezione di opere che sono abituato a vedere esposte in uno spazio privato. Ci sono poi, nella mia collezione, alcuni lavori in cui lo spettatore è una conditio-sine-qua-non dell'opera stessa; così è per Michelangelo Pistoletto, Donald Judd, Dan Flavin e Carl Andre.
Puoi parlarci della Fondation Cab, della sua missione, delle sue iniziative e dei suoi progetti?
La Fondation CAB nasce dieci anni fa a Bruxelles, ma da due è attiva anche una sede a St-Paul-de-Vence, un piccolo villaggio nella regione delle Alpi marittime francesi. La mission della Fondazione è promuovere l'arte minimalista e concettuale, belga e internazionale. Per la sede di Bruxelles, il programma prevede due mostre all'anno: una con artisti di fama internazionale e una mostra con artisti più giovani, con cui spesso lavoriamo con commissioni o installazioni in situ. Attualmente, è in corso la collettiva On the Lookout , curata da Gregory Lang. La Fondation CAB St-Paul, invece, accanto alle mostre temporanee, accoglie la collezione, di cui ora stiamo presentando una lettura, dal titolo On the Approach . Offre inoltre un programma di residenze e ospita il Prix Pictet “Fire” . A partire da marzo 2023, ospiteremo, nelle due sedi, due personali: André Cadere e Mary Corse.
Pensi che il web sia un modo utile per rimanere aggiornati sulle ultime tendenze?
Più che come strumento di aggiornamento, trovo che il web sia un potentissimo modo per seguire e documentarsi su ciò che si intuisce essere interessante durante le visite in fiera o in galleria, in un museo o in una collezione. Sono ancora affezionato all'idea che il primo contatto con l'opera debba avvenire dal vivo.
Tre artisti emergenti da tenere d’occhio e tre da riscoprire.
Credo che siano da seguire: Nadia Guerroui che, con semplicità formale, studia i cambiamenti indotti dalla luce; Sonia Kacem, che invece lavora con l'architettura e con il tessuto; Raphaël Lecoquierre, che con le sue sperimentazioni riflette sul rapporto della contemporaneità con le immagini. Ne aggiungo un quarto, perché trovo irresistibile la sua essenzialità: Paul Czerlitzki. Tra gli artisti da riscoprire, invece, cito tre pittori belgi: Guy Mees, Mary Corse e Marthe Wéry.
Che indirizzi puoi suggerirci per una visita a Bruxelles e St-Paul-de-Vence?
A Bruxelles consiglierei di visitare la Fondation Thalie, lo SMAK e il Wiels. Trovo molto interessante poi il Kanaal Vervoordt Anversaun, che ha anche un buon ristorante e una panetteria. Infine, la Librairie Peinture Fraîche è una tappa obbligata per ogni appassionato d'arte. A St-Paul-de-Vence, consiglio di passare per La Colombe d’Or, un hotel e ristorante che ha accolto, fra gli altri, Picasso e Matisse. Poi, suggerirei una visita alla Fondation Maeght, la Fondation Carmignac e l’Espace de l’Art Concret e infine, per chi come me ama l'architettura, una gita alla vicina Roquebrune-Cap-Martin, dove si trovano la Villa E-1027 di Eileen Gray e il Cabanon di Le Corbusier.
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