Il crowdfunding solidale che fa bene anche all’azienda
La raccolta online alimenta l'employment branding: con la Milano Marathon le aziende si attivano con la piattaforma Rete del Dono
di Costanza Corrado
I punti chiave
3' di lettura
Il crowdfunding, dall'inglese “crowd”, folla, “funding”, finanziamento, è uno strumento che consente a più soggetti ispirati da un progetto di sostenerlo mediante raccolta fondi. Questa modalità di micro-finanziamento è sempre più spesso adottata nel contesto aziendale anche al fine di supportare le associazioni non profit nei loro progetti. Dalla ricerca contro tumori e malattie, all'inclusione e integrazione, le imprese individuano quell'idea che più è in linea con la propria missione aziendale, con i propri valori, per abbracciarla e sentirla propria.
Il loro sostegno non solo si concretizza in termini economici, ma anche nella partecipazione attiva dei dipendenti che, stimolati decidono di prendervi parte e correre. Le aziende sono organizzazioni umane, e in quanto tali per funzionare devono tenere in considerazione i bisogni dei lavoratori. In un'ottica sempre più orientata a fare del bene per la società, si punta ad iniziative che abbiano un valore concreto, esempio è la Milano Marathon, connubio di salute-benessere-solidarietà.
Da Lombardini22 allo studio legale Lca
Questa è un'esigenza che molto spesso parte dal basso; lo si riscontra in Lombardini22, studio di architetti, che seguendo una logica bottom up, ha deciso di prendere parte per il secondo anno alla raccolta fondi a sostegno di Runchallenge e Lilt. «Il nostro è un contesto lavorativo in cui nella piena libertà e rispetto si possono avanzare idee e proposte direttamente al top managment» così racconta Diana Stefania Rumbolà, architetto e promoter dell'iniziativa. L'entusiasmo del singolo è stato portato all'interno dell'azienda ed è stato fatto proprio da molti. Una sfida solidale interna - come da loro chiamata - che ha coinvolto, stimolato, divertito e unito quei colleghi che non sempre interagiscono nel contesto lavorativo quotidiano.
È importante che all'interno dell'azienda si parli anche di qualcosa che non sia strettamente legato alla propria attività preponderante. A sostenerlo è Vittorio Turinetti, socio fondatore e avvocato dello studio legale Lca. Sostenendo Airc nella ricerca contro il cancro ci si attiva per una giusta causa. È l'impresa a fornire l'input consentendo ai propri dipendenti di partecipare, ma questi poi entrando in contatto con il mondo del volontariato, conoscendo le storie che si possono toccare con mano, si attivano e partecipano in modo spontaneo. L'entusiasmo e il coinvolgimento della raccolta fondi diventano fattori di team building, occasione per fare gruppo. Tutto ciò si sostanzia nel lavorare meglio, in quanto si crea un clima di lavoro non solo positivo, ma propositivo, orientato a fare del bene a sé stessi e agli altri.
Il dono al di fuori del suo habitat
È possibile che vengano mosse anche delle critiche a tali pratiche, giudicandone la trasparenza e i reali fini; si potrebbero infatti accusare le imprese di attivarsi solo per ottenere una maggiore visibilità, ma tali supposizioni rimangono tali, nel constatare che non si può negare l'impatto positivo generato dall'attivazione da parte delle aziende nel sostegno ad associazioni non profit. «Con queste pratiche si porta il dono fuori dal suo habitat naturale» queste le parole di Valeria Vitali, fondatrice di Rete del Dono, dalla quale emerge tutta la volontà a far sì che questa cultura, dell'impegno solidale, possa essere conosciuta anche in quei contesti che tradizionalmente vi sono considerati estranei. «In particolare con la Milano Marathon il valore del personal fundraising sta nel coinvolgimento degli sportivi: avvicinandosi a una buona causa, a loro volta coinvolgono familiari, amici e comunità di riferimento» aggiunge Vitali. Dal 2012 a oggi la piattaforma ha raccolto circa 22 milioni di euro tramite 320mila donatori. In particolare la Milano Marathon, quest’anno ha raggiunto 1,1 milioni di raccolta con 17mila donazioni.
Fiducia nei confronti del brand
Concludendo, lo strumento della raccolta fondi permette di sposare una causa e di sostenerla pienamente. Il coinvolgimento interno non è solo una percezione, ma nel concreto porta le persone a sentirsi un'unica entità a supporto di un qualcosa di più grande, nella consapevolezza che ci si impegna a fare del bene, soprattutto per l'altro. Questo sentimento si concretizza in un'ambiente di lavoro favorevole, positivo in cui psicologicamente la persona vive bene, facendo conseguentemente crescere la fiducia nei confronti del brand, ossia dell'impresa. Che sia uno studio di architetti, o di avvocati l'attenzione alla responsabilità sociale è una componente comune e il crowdfunding può essere lo strumento preferibile per giungere a tale obiettivo migliorando al contempo i rapporti di fiducia tra colleghi e con il managment.
*Costanza Corrado partecipa a “Terzo Fattore”, una partnership tra Il Sole 24 Ore e l’Università Cattolica con il sostegno di TechSoup. L’iniziativa vuole promuovere la conoscenza del terzo settore. Gli studenti effettuano stage in organizzazioni non profit e raccontano gli aspetti più significativi delle loro esperienze.
- Argomenti
- crowdfunding
- Il Sole 24 Ore
loading...