Il digital marketing fa decollare le vendite di materassi online
di Silvia Pieraccini
2' di lettura
Ha abbattuto un ostacolo all’apparenza difficile: vendere online non tanto libri, vini o elettrodomestici ma materassi, cioè prodotti che di solito devono essere provati, confrontati, valutati con pazienza, cura e competenza. Farmarelax, marchio pratese del gruppo Rebecca, 100% digitale di articoli per dormire, ha puntato su marketplace come Amazon e eBay e sul proprio sito Internet per spazzare via dubbi e timori del mercato: «I consumatori si affidano sempre più ai feedback degli altri consumatori: se i giudizi sono positivi, le vendite crescono», afferma Davide Tibò, alla guida del marchio che è parte di un grande gruppo di materassi come Alessanderx, titolare di brand come Magniflex e Materassi&Materassi.
Farmarelax fa capo alla società Rebecca srl ed è gestito da un team di otto giovani, età media 25 anni, che in un triennio – complice l’epidemia Covid che ha riacceso l’attenzione sulla casa e spinto gli acquisti online – ha visto schizzare il fatturato dai 270mila euro del 2017 ai 4,4 milioni del 2020, con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 154%. «Abbiamo messo insieme fornitori di tessuti, di elastici e di imbottiture - aggiunge Tibò - e abbiamo selezionato un assemblatore per essere competitivi a livello di prezzo con un prodotto che fosse made in Italy. Grazie alle ricerche di mercato, al digital marketing e all’advertising siamo riusciti a posizionarci bene sul web e a conquistare spazio». La pandemia ha dato un bell’aiuto al business di Farmarelax: «Col Covid le famiglie hanno riscoperto l’interesse per la casa e hanno comprato di più online, facendo decollare anche le vendite di prodotti per dormire», ammette Tibò. Accanto ai materassi, Farmarelax ha inserito nella gamma guanciali, reti, letti.
Dopo il boom quest’anno la crescita si è fermata, e l’obiettivo 2021 è consolidare il fatturato, anche perché la carenza di materie prime, unita all’aumento dei prezzi che esse hanno subìto nel post-pandemia (a partire dal poliuretano usato per l’imbottitura), ha complicato questi ultimi mesi: in alcuni periodi l’azienda non ha avuto disponibilità di prodotti, in altri è stata costretta a rallentare le consegne. «Vogliamo riprendere la crescita nel 2022 – aggiunge Tibò -. In questo periodo non abbiamo potuto esprimere al meglio la nostra natura commerciale, di venditori online, ora speriamo che la situazione si assesti».
All’orizzonte c’è un progetto ecosostenibile che guarda ai cambiamenti climatici: «Abbiamo cominciato a riflettere sul contributo che possiamo dare al pianeta, e stiamo studiando prodotti più rispettosi dell’ambiente», dicono in azienda.
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