Il fatturato dello champagne supera quota 6 miliardi di euro
La denominazione arriva a 326 milioni di bottiglie, in crescita dell'1,6% in quantità e del 4,3% in valore
di Giorgio dell'Orefice
2' di lettura
Sei miliardi di euro. È la soglia di fatturato superata per la prima volta nel 2022 (con una crescita del 4,3%) dallo Champagne. Una denominazione che da sola (forte di 326 milioni di bottiglie, in crescita dell'1,6%) ha registrato lo scorso anno un giro d'affari non tanto lontano dall'intero fatturato estero delle esportazioni di vino made in Italy (8 miliardi).
Risultati che giungono già dopo un positivo 2021 confermando così il grande dinamismo del mercato delle bollicine francesi per eccellenza.
Da un punto di vista di vendite la domanda interna francese ha assorbito 138,4 milioni di bottiglie riportando un calo dell’1,7% più che compensato dall'andamento delle vendite all'estero. Sulla base di questi dati la quota delle esportazioni sul totale delle vendite di Champagne è passata dal 45% di dieci anni fa a poco più del 57% di oggi.
«Siamo soddisfatti per queste performance – ha commentato il presidente del Syndicat Général des Vignerons e co-presidente del Comité Champagne, Maxime Toubart –. Si tratta di risultati che premiano i nostri sforzi per garantire che lo Champagne rimanga un vino eccezionale».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il commento del presidente dell'Union des Maisons de Champagne (e co presidente del Comitato Champgne), David Chatillon: Il nostro vino non può essere ignorato nelle celebrazioni. E i dati ci confermano che le nostre bollicine hanno accompagnato i consumatori di tutto il mondo che hanno festeggiato la fine delle restrizioni sanitarie riscoprendo, in questi mesi, il gusto della festa, delle attività all'aperto e dei viaggi».
D’altro canto, i risultati del 2022 hanno confermato che lo Champagne si è rapidamente ripreso dallo shock della crisi sanitaria del 2020, «continuando – aggiungono al Comité Champagne – a occupare un ruolo unico nella mente e nel cuore dei consumatori».
A questo quadro positivo va anche aggiunto che la vendemmia del 2022, a dispetto dei tanti timori legati alla prolungata siccità, si è rivelata soleggiata e molto positiva sia sotto il profilo quantitativo (la resa media commerciabile è stata fissata a 12 tonnellate per ettaro) che sotto quello qualitativo.
«Nonostante la siccità estiva – hanno spiegato al Comité Champagne – un po’ di pioggia è caduta al momento giusto consentendo un’ottima maturazione. Il 2022 si presenta come un’annata perfetta per la Champagne con volumi significativi e una sanità delle uve elevata grazie all’assenza di malattie della vite. Più passa il tempo e più i nostri vigneros sono entusiasti della vendemmia 2022». «Tutto ciò – ha aggiunto Chatillon – contribuirà ad aiutarci a ricostituire le scorte in modo da soddisfare la crescente domanda di mercato anche negli anni futuri. Ed è per questo che nonostante un contesto geopolitico ed economico mondiale che invita alla cautela sulle prospettive per il 2023, i produttori di Champagne rimangono fiduciosi sui fondamentali del settore».
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