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Il fil rouge del lusso per battere la crisi Castelli rilancia con alberghi e navi Visionnaire punta sull’alto artigianato

di Natascia Ronchetti

2' di lettura

Condividono il posizionamento su una fascia altissima di mercato. Ed entrambe, per sganciarsi dalla Russia, mercato fino a poco tempo fa strategico e oggi messo fuori gioco dalla guerra, scommettono sul digital marketing, mettendo in cantiere anche investimenti sul mercato italiano.

Visionnaire, sede a Zola Predosa, nel Bolognese, come spiega l’ad Leopoldo Cavalli, «in Italia sta ripartendo grazie soprattutto all’allentamento delle misure anti Covid. Proprio sul mercato interno quest’anno abbiamo realizzato uno dei nostri più importanti progetti contract, a Cervia con la Darsena del Sale». Castelli, quartiere generale a Ozzano, sempre in provincia di Bologna, non guarda solo oltreconfine. «Oltre a uno showroom a Dubai e due in Corea del Sud, stiamo cercando un nuovo spazio a Milano, più grande di quello attuale e in una posizione più favorevole», spiega il ceo Paolo Castelli.

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L’interior design di lusso è il file rouge che lega queste due aziende emiliane. Castelli, che ha chiuso il 2021 con 28 milioni di euro di fatturato, sviluppa progetti che vengono poi realizzati da sub contractor. Ha tre divisioni. Fornitore di Fincantieri per gli arredi delle navi, produce anche interni per grandi alberghi o residenze private. Poi ci sono le quattro linee di produzione dedicate all’arredamento, una collezione di oggetti ornamentali ispirata a Giorgio Morandi. A Milano Castelli sta già sviluppando gli interni dell’hotel Marriot (5 stelle lusso), presto aprirà un cantiere a Firenze per un altro albergo di lusso. «Abbiamo superato il rallentamento causato dall’emergenza sanitaria e adesso stiamo riprendendo quota e prevediamo di raggiungere quest’anno 34 milioni - dice Paolo Castelli -. La Russia non è facile da sostituire ma cerchiamo di aumentare il fatturato anche in Italia, dove vogliamo rafforzarci acquisendo una partecipazione nell'azienda di un fornitore strategico». Visionnaire, che può fare leva su sei filiali all’estero (due a Los Angeles e Miami), opera on demand, grazie a 60 piccole aziende artigianali, tra Lombardia, Veneto, Toscana e Marche. Con un fatturato di 40 milioni, previsto in crescita a doppia cifra, oggi ha come primo mercato la Cina, che fino a due anni fa si contendeva il primato con la Russia. «L’anno scorso siamo diventati azienda benefit – aggiunge Cavalli –. All’alta qualità del prodotto affianchiamo altri valori che vanno dalla sostenibilità alla responsabilità sociale. Adesso stiamo facendo investimenti importanti sull'Italia ma anche sugli Usa, in particolare su un team di professionisti che ci aiutano a crescere».

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